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Pace in Ucraina: una giornata di raccoglimento e un appello

Pace in Ucraina: una giornata di raccoglimento e un appello

Nelle ore cruciali in cui si decide se in Ucraina saranno le diplomazie oppure le armi ad avere l’ultima parola, dopo l’appello lanciato da papa Francesco durante l’Angelus di domenica scorsa, la Chiesa celebra oggi una giornata di preghiera e raccoglimento per la pace in Ucraina. «Seguo con preoccupazione l’aumento delle tensioni che minacciano di infliggere un nuovo colpo alla pace in Ucraina e mettono in discussione la sicurezza nel Continente europeo, con ripercussioni ancora più vaste», aveva detto il papa in chiusura dell'Angelus. «Faccio un accorato appello a tutte le persone di buona volontà, perché elevino preghiere a Dio onnipotente, affinché ogni azione e iniziativa politica sia al servizio della fratellanza umana, più che di interessi di parte. Chi persegue i propri scopi a danno degli altri, disprezza la propria vocazione di uomo, perché tutti siamo stati creati fratelli. Per questo e con preoccupazione, viste le tensioni attuali, propongo che mercoledì prossimo 26 gennaio sia una giornata di preghiera per la pace».

L’intervento del papa è stato «provvidenziale», affermano Flavio Lotti (Tavola della Pace) e Marco Mascia (Centro Diritti Umani “Antonio Papisca”, Università di Padova) in un appello lanciato oggi, in occasione della giornata proposta da Francesco.

«La sola idea che si debba tornare ad affrontare una guerra in Europa è una autentica follia», scrivono i due, che poi si appellano alla comunità internazionale per scongiurare una nova guerra «che avrebbe conseguenze devastanti per tutto il mondo». In particolare l’Europa, che nasce come un grande «progetto di pace», «dica subito una parola chiara: Mai più guerra in Europa! E agisca di conseguenza».

Quando parlano le armi non c’è più speranza, e le ripercussioni non potranno che essere disastrose su ogni livello: umanitario, economico, energetico «Con la guerra – dicono i due firmatari della nota – tutto andrà perduto. Con la pace tutto è ancora possibile».

Secondo Lotti e Mascia, la situazione in Ucraina è lo specchio di un contesto di relazioni e istituzioni internazionali ormai da tempo indebolite. «L’Italia e l’Europa lavorino per cambiare rotta: senza il rispetto della legalità internazionale, senza la democratizzazione e il rilancio del dialogo politico e della cooperazione a tutti i livelli sarà impossibile difendere i diritti umani e affrontare efficacemente le tante crisi che incombono. Non è possibile fare la guerra e, allo stesso tempo, promuovere la realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite».

È possibile aderire all’appello di Lotti e Mascia inviando la propria adesione a adesioni@perlapace.it.

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