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La guerra in Ucraina e le conseguenze sulla vita degli africani

La guerra in Ucraina e le conseguenze sulla vita degli africani

Quali sono «Le conseguenze della guerra tra Russia e Ucraina in Africa»? Ce lo spiega, in un approfondito e ben dettagliato articolo, pubblicato il 28 febbraio, la giornalista Bruna Sironi sul sito di Nigrizia, periodico di informazione e missionaria dei padri comboniani.

I legami tra il “continente nero” e Mosca, spiega la giornalista che vive in Kenya, «sono diventati sempre più importanti negli ultimi anni». A livello economico e commerciale, sicuramente, visto il protagonismo indiscusso di Russia e Ucraina sul mercato africano di grano, mais e olio di semi. Ma anche a livello militare, data la «presenza, più o meno evidente, di addestratori dell’esercito russo e dei mercenari del gruppo Wagner» (vicini al presidente russo) in diversi contesti critici del continente. Alcuni Paesi africani – tra gli altri il regime militare al momento alla guida del Sudan – appoggiano infatti la Russia di Vladimir Putin, proprio in virtù di tanta partnership, ma sulla campagna militare in Ucraina preferiscono non manifestare pieno e plateale sostegno, per non incrinare i delicati rapporti con l’Occidente.

Altri Stati africani, invece, «hanno invece preso le distanze da Mosca in modo inequivocabile». Come il Sudafrica, che ha chiesto alla Russia di fermare l’invasione, nonostante gli ottimi rapporti diplomatici ed economici con Mosca. O come Kenya, Gabon e Ghana, che hanno condannato l’intervento in Ucraina.

«Tranne l’ambigua posizione sudanese, nessun Paese africano ha finora appoggiato apertamente Mosca», si legge su Nigrizia, «neppure il Mali e la Repubblica Centrafricana, dove i miliziani della compagnia Wagner agiscono alla luce del sole in supporto dei locali governi. Vedremo prossimamente se l’attacco russo all’Ucraina avrà conseguenze diplomatiche di medio e lungo periodo nel continente. Le conseguenze economiche si vedranno invece immediatamente, e con ogni probabilità saranno molto pesanti». Nel dettaglio, il periodico missionario si dice preoccupato per le forniture di grano, mais e olio di semi, «alimenti di base, di cui Russia e Ucraina sono tra i massimi produttori mondiali e tra i maggiori fornitori di diversi paesi del continente». Il rischio è che la guerra possa rendere instabile il valore di questi beni sul mercato, aumentandone notevolmente il prezzo e innescando così meccanismi di impoverimento e malcontento sociale, che si andrebbero a sommare a quelli già provocati dai numerosi conflitti, dai cambiamenti climatici, dalla pandemia e dalla crisi socio-economica da questa innescata.

Leggi l'articolo sul sito di Nigrizia

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