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Prezzi del grano e modello autoritario:

Prezzi del grano e modello autoritario: "L’Africa che subisce il fascino dello zar"

Il continente africano sembrerebbe pagare più di altri la crisi innescata dall’aggressione russa all’Ucraina. E, sebbene geograficamente lontano, il conflitto rischia di mandar in tilt sistemi economici e sociali già in equilibrio precario. Di questo si occupa l’editoriale di maggio del mensile missionario dei padri comboniani, Nigrizia, dal titolo “L’Africa che subisce il fascino dello zar”.

«Da subito si era capito che l’Africa avrebbe pagato caro il conflitto scatenato dall’invasione», si legge nell’incipit della breve e puntuale analisi dei sempre più stretti legami tra Russia e numerosi Stati del continente nero. «Se il conflitto dovesse impantanarsi, la situazione potrebbe diventare insostenibile per il continente». Gli aumenti vertiginosi dei prezzi di grano e altri cereali, che «almeno 25 Paesi africani ricevono un terzo del loro fabbisogno» avrebbero per questa ragione motivato, secondo Nigrizia, l’astensione di condanna di 17 Paesi alla mozione di condanna dell’invasione dei primi di marzo.

Sul piano politico, spiega ancora l’articolo, l’autoritarismo russo «esercita un certo fascino anche sulle democrazie mancate africane, dove è forte la frattura tra l’esigenza di democratizzazione e tutela dei diritti e le tendenze alla restaurazione di sistemi autocratici. In Africa, afferma Nigrizia, «la Russia di Putin si è incuneata nella disputa».

E se in passato gli aumenti dei prezzi dei geniri di prima necessità avevano innescato rivolte per il cambiamento, oggi «non è più così. La fame che minaccia l’intero continente non è più sufficiente a destabilizzare e si scontra oggi con regimi dittatoriali che rifiutano nel modo più assoluto un qualsiasi compromesso con le richieste di libertà e democrazia che salgono dal basso».

E così, «i regimi africani ricorrono volentieri alla Russia per garantirsi la sicurezza. E Mosca è presente con i suoi mercenari non solo in Centrafrica, Mali, Guinea, ma anche in Libia (impedendo ogni soluzione che non sia Khalifa Haftar al potere) e Sudan. E ora anche in Camerun, accordo firmato a metà aprile: chi meglio dei russi per lottare contro Boko Haram nel nord e i “ribelli” anglofoni a ovest?».

Attraverso accordi bilaterali sulla sicurezza e la difesa, la Russia di Putin, conclude l’editoriale, «esporta il suo modello di governance che altro non è che “democratura”, liberticida, autoritaria, cleptocratica, illiberale… ma che affascina gli autocrati africani».

Leggi l'editoriale sul sito di Nigrizia

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