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Migranti climatici: dati e prospettive in un dossier di Legambiente

Migranti climatici: dati e prospettive in un dossier di Legambiente

Nessuno può considerarsi al sicuro dai cambiamenti climatici e dai suoi effetti devastanti. Certo è che a pagare il prezzo più alto di desertificazione, siccità, inondazioni, ondate di caldo, ecc. sono sempre i più deboli del pianeta, spesso constretti ad abbandonare le proprie case proprio in seguito ad eventi estremi. A denunciare la “pigrizia” politica dell’Occidente nell’affrontare il global warming e l’adattamento ai cambiamenti climatici dei popoli più colpiti, un recente rapporto di Legambiente, dal titolo: “I migranti ambientali, gli impatti della crisi climatica”.

Le 22 pagine curate da Fabio Brandoni prendono le mosse dai dati dell’IPCC (International Panel on Climate Change, gruppo di esperti dell’Onu), secondo i quali il 40% della popolazione mondiale (circa tre miliardi e mezzo di persone) vive in contesti di «estrema vulnerabilità ai cambiamenti climatici»; ma anche dai dati della Banca Mondiale, per la quale «entro il 2050 ben 216 milioni di persone potrebbero essere costrette a lasciare la loro terra per sopravvivere». Il tutto, in un quadro internazionale già attraversato da grandi e gravi flussi migratori, movimenti forzati di circa 89 milioni e 300 mila persone che fuggono da guerre, persecuzione e fame. Di tutti questi migranti forzati, spiega Legambiente nel comunicato che accompagna la pubblicazione del rapporto, «ben l’83% è stato accolto in Paesi a reddito basso o medio, per la maggior parte confinanti a quelli di emigrazione (il 72%)». Un dato, questo, in perfetta antitesi rispetto alla percezione dei cittadini occidentali. Un’indagine Eurobarometro su un campione di 26 mila cittadini europei afferma che «il 68% degli intervistati sopravvaluta il numero di cittadini di Paesi terzi in rapporto alla popolazione del loro Paese. In Italia, oltre la metà degli intervistati ritiene che ci siano più stranieri irregolari che regolari (la media UE è 33%). Percezione smentita dalle stime ufficiali: a gennaio 2021, il numero degli irregolari si attesta a circa 519 mila persone (fonte Ismu), mentre gli stranieri regolari provenienti da Paesi non comunitari ammontano a circa 3 milioni e 700 mila (Istat). Anche il numero dei richiedenti asilo e dei rifugiati in Italia per numero di abitante è inferiore a 0,4 ogni mille abitanti; un dato ben al di sotto della media europea che nel 2021 era di 0,93 (fonte Eurostat). A dispetto della dialettica dell’emergenza sbarchi, d’altro canto, quello che si consuma è un vero e proprio dramma umanitario quotidiano: il Mediterraneo, in questo senso, è un enorme cimitero a cielo aperto, con oltre 24 mila persone morte o scomparse dal 2014 a oggi secondo il Missing Migrants Project dell’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni (OIM)».

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