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Daniele Garrone: «Trovare le parole per orientare, consolare e rafforzare le chiese»

Daniele Garrone: «Trovare le parole per orientare, consolare e rafforzare le chiese»

Riproduciamo qui di seguito l'intervista realizzata dall'agenzia Nev al presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, pastore Daniele Garrone, nell'immediata vigilia degli stati generali del protestantesimo italiano che si svolgono a Roma dal 29 ottobre al 1.mo novembre 2022. Si parte sabato 29 alle 14.30, con il culto di apertura dell’Assise, presso la chiesa metodista in via XX Settembre. Predica Daniele Garrone, presidente Fcei. Alle 16, iniziativa pubblica, presso la chiesa metodista di via XX settembre a Roma, con la tavola rotonda: “Sentinella, a che punto è la notte…?”: introduce e modera Peter Ciaccio, membro del Consiglio Fcei. Intervengono: Debora Spini (Liberal studies New York University Florence). Partecipano Tonino Perna(professore emerito di sociologia economica presso l’Università degli Studi di Messina), Alessandra Morelli, già delegata per l’Europa dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR). Conclude Ilaria Valenzi, giurista, Commissione Studi, Dialogo e Integrazione (COSDI) della Fcei. La sera di sabato i circa 150 partecipanti, delegate e delegati delle chiese aderenti alla Fcei, si trasferiranno a Sassone (Ciampino), dove i lavori proseguiranno fino a martedì 1° novembre.

Il testo originale dell'intervista può essere consultata a questo link

 

Sta per avere inizio la II Assise generale della Federazione delle chiese evangeliche. Cosa rappresenta questo appuntamento?

L’Assise offre, ogni tre anni, la possibilità di un ampio confronto tra le delegazioni delle chiese membro. Si tratta di valutare l’operato del triennio precedente, ma anche -e direi soprattutto – di riflettere in prospettiva, sui problemi che si dovranno affrontare, sulle linee da adottare e le scelte da operare.

In che modo interagiscono l’Assise, l’Assemblea e il Consiglio della Federazione?

Le raccomandazioni che emergono dall’Assise sono di grande importanza per le scelte concrete che spettano all’organo decisionale, l’Assemblea, che si riunisce almeno due volte all’anno e che poi toccherà al Consiglio attuare. L’Assise è dunque un momento essenziale per curare il legame tra la Federazione e le chiese che ne fanno parte.

Dalla precedente Assise, con la pandemia in mezzo, sono passati 4 anni. Questo, per la FCEI, è quindi il primo momento ufficiale di incontro in presenza con gli esecutivi e le delegazioni luterane, battiste, metodiste, valdesi, dell’Esercito della salvezza da parecchio tempo. L’Assise sarà il momento di lavorare insieme, ma anche di vivere insieme per qualche giorno, nella convivialità. Cosa ne pensa? 

Il fatto di lavorare insieme per vari giorni sarà tanto più benefico dopo l’esperienza della pandemia, ma è fondamentale comunque: le interlocuzioni informali, le conoscenze personali che si rinsaldano o si stabiliscono, la condivisione di momenti di culto e di canto sono altrettanto costruttive dei momenti formali di discussione assembleare.

Quali saranno i temi portanti dell’Assise?

Tra i vari compiti che il regolamento attribuisce all’Assise, e che verranno svolti, ci sembrava questa volta però importante dare uno sazio particolare a ciò che è definito come esaminare “temi e problemi spirituali, sociali ed etici di attualità”.  Abbiamo perciò scelto “Libertà e democrazia; lavoro e ambiente; globalizzazione e pace”. Ognuno di questi termini è presente nel dibattito pubblico e con declinazioni spesso diverse e talora conflittuali. Nella loro predicazione come nel loro impegno diaconale, anche le nostre chiese hanno a che fare con le questioni che questi termini richiamano e probabilmente anche tra noi coesistono comprensioni diverse.

Le idee su come sarà la Federazione nei prossimi tre anni, sicuramente, prenderanno forma in modo condiviso solo alla fine dell’Assise. Quali sono le sfide che lei vede delinearsi per le chiese, alla luce delle parole chiave che guideranno i vostri lavori (Libertà e democrazia. lavoro e ambiente. Globalizzazione e pace)?

Vorremmo che l’Assise fosse un’occasione “sinodale” di approfondimento, se vogliamo di “analisi” del contesto in cui siamo chiamati a testimoniare e ad agire e di come noi ci poniamo di fronte ai drammatici problemi che abbiamo di fronte. Abbiamo compreso questo aspetto nella frase: “Che cosa vediamo?” Con l’altra frase, “Che cosa dobbiamo dire?” ci auguriamo di poter scoprire, nel confronto svolto alla luce della parola di Dio, non semplicemente cose ragionevoli o utili o immediatamente condivisibili, ma le parole necessarie a orientare, consolare e rafforzare le nostre chiese, nella loro testimonianza come nel loro servizio.

 

 

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