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Legge contro i rave: “Una destra senza freni, illiberale e antidemocratica

Legge contro i rave: “Una destra senza freni, illiberale e antidemocratica"

Quello contro i rave party è stato il primo decreto legge del governo Meloni, un atto di «propaganda» convertito in Legge dello Stato il 30 dicembre scorso, data della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, ed entrato in vigore il giorno di Capodanno. La conversione in Legge del cosiddetto Decreto Rave è stato approvato in via definitiva alla Camera con 153 voti favorevoli, 116 contrari e 1 astenuto.

L’Arci, in una nota del 30 dicembre, parla di «sberleffo al Parlamento» e denuncia l’«incredibile discrezionalità» lasciata alle forze dell'ordine da una misura «che vieta “raduni musicali” o di “intrattenimento” dove si faccia uso di stupefacenti su terreni di proprietà pubblica o privata dai quali possa derivare un pericolo per la salute o per l’incolumità pubblica».

La norma – secondo la più grande associazione italiana promozione sociale che conta circa un milione di socie e 5mila circoli – «potrà essere utilizzata nelle più varie occasioni per reprimere protagonismo giovanile e ogni forma di dissenso organizzato, con pene totalmente sproporzionate rispetto al reato, da tre a sei anni di reclusione e una multa da 1.000 a 10.000 euro».

In più occasioni il mondo politico e soprattutto le organizzazioni della società civile (v. anche Adista online, 21/12/22) avevano sottolineato «i tratti di incostituzionalità del provvedimento, ma non c’è stato nulla da fare: il presidente della Camera ha infatti deciso di bloccare il dibattito in corso utilizzando lo strumento della “tagliola”», strumento utilizzato per ridurre il più possibile il dibattito parlamentare e mandare presto il provvedimento al voto.

All’Arci non è piaciuta nemmeno la formulazione di un «decreto “marmellata”», nel quale «sono inseriti dispositivi che non hanno nulla a che fare l’uno con l’altro e che sono un mix di favori ai no-vax e ai colletti bianchi che hanno commesso reati considerati gravi contro la pubblica amministrazione come corruzione, concussione o peculato». Il decreto infatti, che prende il nome dall’iniziativa governativa contro i rave party, prevede anche il reintegro del personale sanitario no-vax, l’interruzione delle sanzioni per chi non ha rispettato l’obbligo vaccinale fino al 30 giugno prossimo, l’alleggerimento delle regole di contenimento del Covid-19, l’eliminazione dell’obbligo di esporre il green pass all’accesso in strutture sociosanitarie e Rsa, benefici carcerari per i detenuti considerati in buona condotta (anche autori di reati contro la Pubblica Amministrazione).

Conclude l’associazione: «Dopo aver votato una manovra che fa pagare la crisi a giovani e disoccupati ora è la volta di questa irricevibile marmellata di provvedimenti. Una destra senza freni e contro i giovani che si sta rivelando per quello che è: illiberale e antidemocratica»

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