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Sudafrica: la Chiesa fomenta il razzismo? La denuncia e l'appello dei vescovi del SACBC

Sudafrica: la Chiesa fomenta il razzismo? La denuncia e l'appello dei vescovi del SACBC

«Continuiamo a notare con vergogna l'incapacità di molte delle nostre parrocchie in Sudafrica di superare le divisioni razziali del passato e sentirsi a proprio agio nell'essere multirazziali, multiculturali e multilingue. Come dimostra, per esempio, la perenne assenza di cattolici di lingua inglese nelle nostre celebrazioni diocesane. Questo ci ricorda la continua mancanza di coesione razziale all'interno della Chiesa» (Cisa, 31 gennaio): sono parole forti, di contrasto al razzismo e al tribalismo che in Sudafrica dilaga anche nella Chiesa cattolica, scritte nero su bianco dalla Conferenza episcopale cattolica dell'Africa meridionale (la SACBC raccoglie i vescovi di South Africa, Botswana ed Eswatini), il 24 gennaio scorso, in chiusura della plenaria promossa per i 75 anni della Southern African Catholic Bishops' Conference (SACBC).

La Chiesa in Sudafrica ha fatto troppo poco per contrastare la piaga del razzismo, «profondamente radicato nella nostra società» e a lungo ignorato. «Mentre in passato la gerarchia della Chiesa rilasciava dichiarazioni di condanna dell'apartheid e del razzismo – accusa la SACBC – nella sua vita e pratica quotidiana interna la Chiesa collude con la discriminazione e la segregazione nelle sue parrocchie, nei seminari e nelle congregazioni religiose». Per un Paese che ha vissuto la terribile esperienza dell’apartheid, questo atteggiamento è davvero «assurdo», ammoniscono i vescovi dell’Africa meridionale.

I vescovi rinnovano poi l’appello del 2016 «a fare della lotta contro il razzismo una missione personale rimanendo vigili alle tendenze razziali inconsce e a convertirsi. Inoltre, incoraggiamo l'uso di programmi e laboratori nelle nostre parrocchie che facilitino la sensibilizzazione sugli effetti profondamente radicati della lunga storia di condizionamento sociale razzista e forniscano modi adeguati e appropriati per aiutare le persone a liberarsi da tali effetti, in gran parte inconsci».


* Immagine di Paul Saad, tratta da Flickr. Immagine originale e licenza.

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