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Strage dei migranti: per MEDU occorre ribaltare le politiche migratorie degli ultimi 10 anni

Strage dei migranti: per MEDU occorre ribaltare le politiche migratorie degli ultimi 10 anni

Sul terribile naufragio nello Jonio di fronte alle coste calabresi ha preso una posizione netta anche Medici per i Diritti Umani (Medu), per esprimere «profondo cordoglio» e per ricordare i quasi 10 anni trascorsi dal 3 ottobre 2013, «quando un barcone libico utilizzato per il trasporto di migranti naufragò a poche miglia da Lampedusa provocando la morte di 368 persone». In questi 10 anni decine di migliaia di persone hanno perso la vita nel Mediterraneo Centrale, si legge nella nota del 26 febbraio, diramata ieri. «Questi numeri ci dicono qualcosa di estremamente chiaro. Questa tragedia era ampiamente prevedibile ed altre certamente ne seguiranno se non cambia completamente l’approccio europeo alle politiche dei flussi migratori dall’Africa e dall’Asia».

Medu invita a compiere un’«analisi rigorosa e non ideologica dell’enorme questione contemporanea delle migrazioni», di fronte alla quale non esistono ricette «semplici e risolutive». Ciononostante, afferma, «appaiono inaccettabili le prime dichiarazioni del governo italiano il quale, lungi dal riconoscere qualsiasi tipo di corresponsabilità, si limita a lanciare invettive contro trafficanti e scafisti e a ribadire la necessità di bloccare le partenze dei migranti “esigendo il massimo della collaborazione agli Stati di partenza e di provenienza”».

Il governo italiano in buona sostanza, non fa che riproporre «le stesse politiche che in questi dieci anni hanno fatto del Mediterraneo un mare di morte». Operazione che, a ridosso del naufragio, ha riproposto anche l’Unione Europea per voce della commissaria Ursula Von der Leyen, la quale «invita “a raddoppiare gli sforzi” nell’implementare l’attuale politica migratoria europea di chiusura ed esternalizzazione delle frontiere che si è dimostrata del tutto fallimentare e che suona un po' come una beffa postuma per le persone che oggi hanno perso la vita».

Secondo Medu, le istituzioni italiane ed europee possono «prevenire la prossima strage nel Mediterraneo» ma questo resta impossibile se non attuando «una radicale revisione della politica di gestione dei flussi migratori dell’ultimo decennio».

Come prima cosa, «MEDU chiede al governo italiano e all’Unione europea di farsi carico dell’attivazione di una vasta e credibile operazione di ricerca e soccorso in mare, una Mare Nostrum europea che possa presidiare le aree più critiche del Mediterraneo e prevenire ulteriori tragici naufragi».

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