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Nuovo report IPCC: la risposta alla crisi climatica è troppo lenta

Nuovo report IPCC: la risposta alla crisi climatica è troppo lenta

Tra il 13 e il 17 marzo, a Interlaken (Svizzera), sarà approvato il nuovo report dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), il gruppo di scienziati ed esperti delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, che raccoglierà e integrerà le evidenze scientifiche degli ultimi anni su cause ed effetti della crisi climatica, e fornirà suggerimenti politici fondamentali per evitare la catastrofe climatica.

Secondo Stephanie Roe (responsabile scientifica del WWF su Clima ed Energia, una dei lead author del rapporto IPCC) «non stiamo ancora facendo abbastanza per rispondere a questa crisi. Con le emissioni attuali ancora al loro livello più alto nella storia dell’umanità, siamo fuori rotta e la finestra per limitare il riscaldamento a 1,5 °C si sta rapidamente chiudendo». Eppure, prosegue l’esponente del WWF, le soluzioni restano «a portata di mano», sebbene ancora ignorate, rinviate o sottovalutate. «In alcuni casi abbiamo iniziato ad adottare queste soluzioni, con vari Paesi che stanno già ottenendo riduzioni sostenute delle emissioni, ma l'azione non è ancora della portata o della velocità di cui abbiamo bisogno. Quanto prima e con maggiore decisione agiremo, tanto prima le persone e la natura potranno raccogliere i frutti di un futuro più pulito, più sicuro e più stabile».

Quello dell’IPCC è un disperato grido d’allarme: il clima è in “codice rosso” ormai da tempo, le emissioni di Co2 continuano a salire a livelli intollerabili per il pianeta e gli impegni assunti entro il 2030 già oggi «rendono impossibile limitare il riscaldamento a 1,5 °C».

Il WWF si augura che il nuovo reporto dell’IPCC possa rafforzare «la base scientifica per l'azione per il clima e contribuirà a spronare i governi ad attuare misure immediate per eliminare gradualmente i combustibili fossili, ridurre drasticamente le emissioni in tutti i settori e ripristinare la natura, l'alleato segreto del clima».

Secondo Mariagrazia Midulla (responsabile Clima ed Energia del WWF Italia) «i leader devono dare ascolto alla comunità scientifica e agire immediatamente con la velocità e la portata necessari per decarbonizzare le nostre economie in tempo. Il tempo stringe e sta per scadere e nessun Paese è ancora sulla buona strada per un percorso di rispetto del limite di 1,5 °C».

In chiusura della sua nota odierna il WWF torna a parlare della natura, «alleato segreto nella lotta al cambiamento climatico», sottolineando che «i sistemi naturali hanno assorbito il 54% delle emissioni di anidride carbonica causate dalle attività umane negli ultimi dieci anni e hanno rallentato il riscaldamento globale e contribuito a proteggere l'umanità da rischi di cambiamento climatico molto più gravi». Per questo l’azione di ripristino e salvaguardia dei sistemi naturali resta, secondo l’organizzazione, la condizione senza la quale «non possiamo sperare di limitare il riscaldamento a 1,5 °C, adattarci ai cambiamenti climatici e salvare vite e capacità di sostentamento». «La natura è una parte non negoziabile della soluzione alla crisi climatica».

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