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Giornata della Terra 2023: altre 31 istituzioni religiose disinvestono dai combustibili fossili

Giornata della Terra 2023: altre 31 istituzioni religiose disinvestono dai combustibili fossili

Sono 31 le istituzioni religiose di sei Paesi, guidate dalle diocesi e dalle cattedrali inglesi, che hanno deciso di aderire all’annuncio globale di disinvestimento dai combustibili fossili in occasione della Giornata mondiale della Terra di sabato 22 Aprile (qui la lista completa degli aderenti).

Tra le realtà che hanno deciso di non finanziare più con i propri risparmi le compagnie di combustibili fossili – sottraendo quindi al comparto ben 2 miliardi di dollari di asset in gestione – ci sono anche sette istituzioni italiane: Arcidiocesi di Catania, Operai della Grazia, Caring for Earth, Gioventù Operaia Cristiana (Gioc), Agesci, Pax Christi Italia e Tavolo Laudato Si’ Bari.

Il comunicato del 20 aprile che dà notizia dell’adesione delle 31 istituzioni religiose all'annuncio globale lanciato da Consiglio Mondiale delle Chiese, Operation Noah, Movimento Laudato Si', Green Anglicans, Dayenu e GreenFaith, sottolinea che sempre più persone «comprendono il danno che le aziende di combustibili fossili stanno facendo e mettono in dubbio la moralità dei gruppi religiosi che finanziano un'industria che causa danni straordinari alle persone e al pianeta». Il sostegno al disinvestimento dai combustibili fossili per ragioni legate alla fede cresce in tutto il mondo con iniziative di ogni genere: i fedeli «hanno scritto lettere, pregato fuori dai luoghi di culto, incontrato i responsabili delle decisioni finanziarie, presentato mozioni di disinvestimento e pedalato per centinaia di miglia».

Una consapevolezza che cresce anche in virtù delle nuove e sempre pressanti acquisizioni della comunità scientifica. Il mese scorso il gruppo di esperti Onu IPCC (v. anche Adista) ha lanciato un ultimo appello per la salvezza del pianeta, invitando a chiudere definitivamente l’esperienza dei combustibili fossili. Tuttavia, spiegano i promotori dell’annuncio globale, 20 grandi compagnie, «tra cui Shell, BP, Total ed ExxonMobil, prevedono di spendere quasi 1 trilione di dollari in nuovo petrolio e gas entro il 2030. Nel frattempo i governi nazionali (tra cui Stati Uniti, Regno Unito, Norvegia, Australia e Canada) continuano a approvare nuovi progetti di combustibili fossili in violazione degli avvertimenti scientifici, mentre nei sette anni successivi all'accordo di Parigi, le 60 maggiori banche private del mondo hanno finanziato l'industria dei combustibili fossili per un importo di 5,5 trilioni di dollari». Da qui l’importanza di togliere linfa vitale a questo meccanismo distruttivo, disinvestendo ed «esercitando pressioni sulle banche e sugli assicuratori affinché smettano di finanziare nuovi progetti sui combustibili fossili».

L’azione di disinvestimento contro le emissioni climalteranti fondata sulla fede ha un impatto fondamentale nella lotta al cambiamento climatico: «Le istituzioni religiose – si legge nella nota – gestiscono un totale di 3 trilioni di dollari di investimenti a livello globale e, sebbene ci sia ancora spazio per miglioramenti significativi, i gruppi religiosi hanno disinvestito dai combustibili fossili più di qualsiasi altro settore. Sia il Vaticano che il Consiglio Mondiale delle Chiese hanno chiesto ai gruppi religiosi di ritirare i loro soldi dalle società di combustibili fossili (che spendono in media solo il 5% degli investimenti di capitale in energie rinnovabili e a basse emissioni di carbonio) e di investire invece in soluzioni climatiche, come le energie rinnovabili e lo stoccaggio energetico. Alcuni gruppi religiosi lo stanno già facendo ma sono necessari molti più investimenti).

Secondo Roberta Vincini e Francesco Scoppola (presidenti AGESCI) «esiste un rapporto indiscutibilmente malato tra un certo tipo di finanza e i cambiamenti climatici: la logica del “profitto a tutti i costi” mina la cura e la custodia del nostro Creato». «Il disinvestimento dai combustibili fossili – hanno aggiunto – è, prima di tutto per noi guide e scout, una scelta educativa; di difesa dei nostri fratelli e sorelle che nei territori sfruttati vivono le più penose condizioni di povertà, incarnando con slancio l’appello di Papa Francesco a cambiare il nostro stile di vita per difendere la nostra Casa comune. Siamo già oltre il momento propizio per agire».

Anche Giovanni Ricchiuti (presidente di Pax Christi Italia) ha rilasciato una dichiarazione nella quale afferma che «Pax Christi aderisce alla Campagna sul disinvestimento dal fossile perché accoglie il messaggio urgente per la giustizia sociale ed ambientale contenuto nell’enciclica di papa Francesco Laudato sì’. Ognuno di noi deve fare la propria parte per ridurre le emissioni di gas serra nell'atmosfera, sostituendo i combustibili fossili con fonti di energia rinnovabile. Ma è necessario anche sollecitare (…) i decisori politici affinché organizzino velocemente lo sviluppo di politiche che sostituiscano definitivamente la produzione di energia da fonti fossili estrattive che come sappiamo danneggiano il clima del nostro pianeta e creano sfruttamento di interi territori e popolazioni).

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