
La nuova liberazione. Dalla guerra, che va abolita. Una riflessione di Enrico Peyretti
Testo di Enrico Peyretti letto nella 61a Presenza di Pace (il momento settimanale di riunione e riflessione sulla pace e la nonviolenza promosso dal coordinamento AGITE[1] ed attivo a partire dall’inizio del conflitto in Ucraina) in piazza Carignano, Torino, e in Facebook (qui con alcune modifiche).
Abbiamo festeggiato il 25 aprile. Abbiamo ricordato, onorato, ringraziato chi allora lottò, con le armi o senza le armi, con pari coraggio e sacrificio, contro il nazifascismo. La Resistenza fu anzitutto animata dal risveglio morale e civile del popolo italiano.
Abbiamo celebrato la Liberazione da dittature, violenze, ideologie belliche. Abbiamo riconosciuto nella Resistenza il fondamento della nostra Costituzione, che ora è da vivere e realizzare pienamente.
Oggi abbiamo il compito di una nuova Liberazione: la liberazione dalla guerra, che va abolita, perché, come gli eserciti e i grandi armamenti, non può più essere uno dei mezzi della politica.
Nell'era atomica, nel rischio totale, non c'è più guerra giustificabile. Alla guerra aggressiva non è più possibile opporre una guerra difensiva, perché la guerra non difende più nessuno, e minaccia tutti, in modo crescente.
Ogni popolo ha bisogno di sapere che può difendersi da un'aggressione, esterna o interna, ai suoi diritti, con la coraggiosa disobbedienza di massa, che frustra ogni dominio e ogni prepotenza. Tutti i popoli hanno il dovere di dare al popolo aggredito, molto meglio delle armi, la loro presenza umana solidale, un forte muro umano di fronte agli aggressori violenti, con l'esempio del giovane di Tien an Men, da solo davanti ai carri armati,1989.
La storia delle lotte giuste nonviolente e non armate dimostra la loro maggiore efficacia e il minor costo umano rispetto alle lotte armate. Si ottengono fini giusti solo con mezzi giusti.
La guerra è omicidio di Stato, criminale come l'omicidio privato, con effetti più tragici e più lunghi. Lo Stato non può uccidere, come tu ed io non possiamo uccidere, perché il diritto alla vita ci fa tutti uguali. Le armi sono vergogna, e trascinano ad uccidere.
La guerra uccide anche la politica, oltre le persone. La politica è l'arte di vivere insieme, molti e differenti. La guerra è il fallimento della politica. Anche la guerra di difesa è un triste fallimento, perché dimostra che non si è stati capaci di predisporre una resistenza umana vera, forte, libera dalla guerra. Ogni guerra sa solo uccidere, non sa costruire la vita, ed è un immenso danno all'ambiente naturale. Predisporre grandi costosi armamenti e strutture militari, è la maggiore minaccia e offesa a tutti i popoli e le persone umane. Tutto va predisposto per non essere indotti né costretti ad uccidere, neppure chi uccide. I conflitti possono essere risolti con la trattativa razionale, intelligente. La guerra è stupida. La pace è possibile, ed è il supremo e fondamentale diritto e dovere umano, è la condizione per lo sviluppo umano, per la possibile felicità.
*Foto di pubblico dominio
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