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Nel bresciano, la censura di un sindaco su un incontro dedicato agli abusi sulle religiose

Nel bresciano, la censura di un sindaco su un incontro dedicato agli abusi sulle religiose

BAGNOLO MELLA (BS)-ADISTA. “La fede molesta: un argomento spinoso” è il titolo di un’inchiesta a fumetti sul tema degli abusi sulle religiose: un'inchiesta molto seria e documentata che si avvale di uno strumento e di un linguaggio innovativi per sensibilizzare sul tema e per rendere accessibile anche alle generazioni più giovani la conoscenza delle dinamiche sistemiche di un fenomeno di cui pochi sono consapevoli fuori dalla Chiesa, e forse, paradossalmente, ancora meno al suo interno. L’ha realizzata la giornalista freelance Elisa Belotti sulla scorta di testimonianze reali, con la collaborazione dell’illustratrice Anna Cercignano ed è stata pubblicata sulla rivista trimestrale di giornalismo a fumetti La Revue Dessinée Italia, omologo dell’edizione francese, nata con l’obiettivo, si legge sul sito, di «informare, spiegare, mostrare, indagare con un punto di vista critico argomenti di interesse generale, inclusi quelli che spesso non trovano spazio nei media tradizionali».

Per presentare l’inchiesta, il collettivo Gener.azioni di Bagnolo Mella (Bs), impegnato in iniziative socio-culturali e di cittadinanza attiva, ha invitato Elisa Belotti richiedendo la disponibilità di uno spazio al Comune: permesso accordato il 21 marzo scorso, dal sindaco Pietro Sturla (eletto con la lista “Continuiamo per Bagnolo con Sturla sindaco” sostenuta da Fratelli d’Italia e Unione di Centro) che ha concesso una sala comunale.

Ma le cose non sono andate lisce. Tre giorni prima dell’evento, il 12 maggio, con una Pec (prot. 8677) il sindaco ha fatto sapere che «visto tramite social l’argomento oggetto della serata, considerato che la linea dell’Amministrazione è improntata al massimo rispetto degli ordini religiosi e della religiosità dei bagnolesi, non vi è concesso l’utilizzo della sala Tedoldi. Si prega di rendere le chiavi mentre la somma depositata vi sarà restituita tramite iban che avete comunicato al Comune».

La censura del sindaco ha provocato nei promotori «rabbia e frustrazione»:«Ci siamo vist* costrett* a cercare una soluzione alternativa per poter comunque portare a Bagnolo Mella un’iniziativa che noi riteniamo interessante», si legge sulla pagina Facebook di Gener.azioni. «Con le motivazioni sopra riportate, il Sindaco ha ritenuto di poter censurare l’attività di divulgazione di una giornalista invitata dal nostro collettivo. Siamo fermamente contrari a questo atteggiamento respingente e riteniamo che parlare di argomenti spinosi e delicati sia importante per la crescita e la consapevolezza della comunità. L’inchiesta, e la presentazione della stessa, non vogliono in alcun modo attaccare e/o criticare la fede e la religiosità di bagnolesi. Si vuole piuttosto dar voce a un fenomeno pericolosamente reale, come quello che sfrutta la fede per realizzare degli abusi, affinché si possa prendere coscienza del fenomeno e trovare una strada per contrastarlo».

E non era la prima volta che l’associazione era oggetto delle censure del sindaco. Lo scorso novembre, infatti, aveva fatto richiesta di patrocinio al Comune per un ciclo di quattro incontri sul tema “Il corpo, tra cultura e società” con professioniste della salute della persona; patrocinio concesso con delibera del 23 gennaio. A due ore dal primo incontro, il 26 gennaio, il sindaco – racconta Matilde Marinoni, di Gener.azioni, su Facebook – «fa una chiamata telefonica a me dicendo che trovandosi in giunta con l'amministrazione e avendo letto nello specifico cosa avremmo trattato durante gli incontri attraverso una locandina al bar, ci revocava immediatamente il patrocinio e ha specificato di togliere il logo del Comune da tutte le locandine già appese in paese». Revoca poi ufficializzata con una delibera il 2 febbraio, con la motivazione che «le tematiche successivamente comunicate con volantino e trattate negli incontri (…) non coincidono e non sono in sintonia con quelle indicate nella richiesta di patrocinio». Gli incontri si sono svolti così previo pagamento della sala, ma una ulteriore mail protocollata dell’associazione di richiesta di spiegazioni non ha mai avuto risposta. «Dal momento che la salute è definita come "uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non la semplice assenza dello stato di malattia o di infermità” (OMS, 1948) – si legge nella richiesta di un chiarimento inviata da Gener.azioni - e che nel corso dei nostri incontri le professioniste invitate tratteranno aspetti fisici, mentali e sociali che contribuiscono allo stato di benessere della persona, il collettivo ritiene che le motivazioni addotte finora all’atto di revocare il patrocinio non siano sufficienti a giustificare tale decisione».

«Sono circolate un sacco di dicerie sul fatto che avremmo parlato ai giovani di sesso senza limiti (nonostante il nostro ciclo di incontri avesse come tema il corpo, sotto vari aspetti) e altro ancora e questo ci fa capire di quanto ancora la sessualità sia, per certi versi, un tabù», commenta Marinoni.

Nonostante tutto, il 15 maggio la presentazione dell’inchiesta sugli abusi sulle religiose, ospitata in un locale del paese, ha avuto grande successo: ad ascoltare il racconto sulle dinamiche e i contesti in cui avviene l’abuso di potere, psicologico, sessuale e patrimoniale sulle donne consacrate, raccontato nella sua dimensione di violenza di genere e nel contesto della lotta per la giustizia e per la parità di diritti delle donne nella Chiesa, c’era una cinquantina di persone presenti; un centinaio quelle che hanno visualizzato la diretta Youtube. Tante le domande, le richieste di approfondimenti e molta la gratitudine per aver aperto uno squarcio su un problema per lo più ancora ignorato. (ludovica eugenio)

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