Vescovo ucraino sul "papa filorusso": ora solo il 6% della nostra popolazione confida in Francesco
Stamattina, l’agenzia Ansa ha brevemente intervistato il vescovo cattolico-latino di Kiev-Zhytomyr, mons. Vitaliy Krivitskiy, 51 anni, salesiano, a Berlino dove sta partecipando all’Incontro di Sant’Egidio “L’audacia della pace”. L’agenzia gli ha fra l’altro chiesto se la popolazione ucraina condivide le critiche del consigliere di Volodomir Zelensky, Mikhail Podolyak, a papa Francesco che considera «filorusso» e che dunque non può sostenere «alcun ruolo di mediazione».
Questa la sua risposta: «Se parliamo del popolo ucraino in generale, certamente il loro punto di vista verso il Papa è cambiato – risponde Krivitskiy -. Prima della guerra, secondo le statistiche, il 64 per cento del popolo ucraino appoggiava il Papa, più che in altri Paesi. Oggi il livello delle persone che appoggiano il Papa è poco più del 6 per cento. Noi stessi capiamo che le parole del Papa sulla ‘grande madre Russia’ sono state pronunciate in maniera poco meditata, troppo spontanea. Il Papa stesso lo ha riconosciuto, rispondendo ai giornalisti. Certamente per le persone che ascoltano soltanto queste dichiarazioni del Papa più recenti si crea un’immagine di lui un po’ negativa. Ma il contesto è totalmente diverso per le persone che continuamente seguono il Papa, che sanno quante volte lui parla dell’Ucraina, quante volte lui la ricorda in tutti i suoi discorsi».
Malgrado questo riconoscimento, il vescovo però non accorda tutta la fiducia al papa sulla vicinanza all'Ucraina: «Mi sembra - ha aggiunto - che non soltanto noi ma tutta la Chiesa stia aspettando chiarezza da parte del Papa, che lui chiami le cose con il loro nome, riguardo alla guerra, cioè l’aggressore, così come veramente è. È vero che il Papa ha già parlato di queste cose, ma forse non con la chiarezza necessaria, in modo che non si debba tornare a fare queste domande».
* Mons. Vitaliy Krivitskiy, foto tratta da Wikimedia Commons, immagine originale e licenza
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