Papa Leone XIV riceve in Vaticano Abu Mazen e conferma: Stato di Palestina unica via per la pace
CITTÀ DEL VATICANO-ADISTA. Papa Leone XIV ieri ha ricevuto in udienza Abu Mazen, presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), e ha ribadito la posizione del Vaticano: immediato e definitivo cessate il fuoco a Gaza e in Cisgiordania e, in tempi più lunghi, effettiva costituzione di uno Stato palestinese.
Uno Stato che la Santa sede ha già riconosciuto dieci anni fa, come viene sottolineato dal comunicato della sala stampa vaticana al termine dell’incontro: il pontefice ha ricevuto in udienza Mahmoud Abbas, «presidente dello Stato di Palestina». Durante il colloquio «è stata constatata l’urgenza di prestare soccorso alla popolazione civile a Gaza e di porre termine al conflitto, perseguendo la prospettiva della soluzione a due Stati».
Da parte sua Abu Mazen ha ringraziato il papa «per la sua posizione favorevole al raggiungimento di una pace giusta in Palestina e per i suoi ripetuti appelli ad alleviare le sofferenze del popolo palestinese». E, riferisce l’agenzia di stampa palestinese Wafa, ha informato Prevost «sulla grave situazione umanitaria nella Striscia di Gaza, sull’escalation israeliana in Cisgiordania», sull’espansione dei coloni e «sulla violazione dei luoghi sacri cristiani e musulmani», soprattutto a Gerusalemme Est. «Il presidente Abbas chiede verità e giustizia per il suo popolo privato da decenni dei diritti umani essenziali, un popolo che ha molto sofferto nel passato, che continua a perdere vite umane e ad avere difficoltà e mortificazioni anche nei giorni in cui la tregua dovrebbe fermare le armi e la violenza», ha commentato sui media vaticani padre Faltas, francescano della Custodia di Terra Santa.
Nell’ultimo decennio il presidente palestinese aveva incontrato diverse volte Bergoglio, a cui ha voluto rendere omaggio visitando, mercoledì sera, la sua tomba a Santa Maggiore. «Sono venuto da papa Francesco perché non posso dimenticare cosa ha fatto per la Palestina e per il popolo palestinese e che ha riconosciuto la Palestina senza che nessuno abbia dovuto chiedergli di farlo», ha dichiarato Abu Mazen. Ieri è stato il suo primo colloquio con papa Leone, che sulla Palestina sta mantenendo una linea di continuità con il proprio predecessore, sebbene si esponga meno frontalmente. Un mese fa, infatti, Prevost ha sottoscritto le parole del cardinale segretario di Stato Parolin («ha espresso molto bene l’opinione della Santa sede»), il quale aveva condannato «la guerra perpetrata dall’esercito israeliano» che «non tiene conto che ha davanti una popolazione per lo più inerme e ridotta allo stremo, in un’area disseminata di case e di palazzi rasi al suolo», «è necessario recuperare il senso della ragione, abbandonare la logica cieca dell’odio e della vendetta». E martedì sera, da Castel Gandolfo, sottolineando la «fragilità» della tregua e la questione dei coloni in Cisgiordania, ha invitato a «passare alla seconda fase» e a «vedere il tema del governo», ammonendo Israele che «aveva detto una cosa, poi ne fa un’altra».
Foto di Moslem Daneshzadeh su Unsplash
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