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No al nucleare e alla transizione insostenibile: l'appello degli ambientalisti

No al nucleare e alla transizione insostenibile: l'appello degli ambientalisti

«Sul nucleare il Governo sta totalmente sbagliando strada». È la certezza di alcune storiche organizzazioni ambientaliste (Legambiente, WWF Italia, Greenpeace Italia e Kyoto Club), che il 19 settembre lanciano una severa accusa al governo Meloni, ostinato «a credere che la strada del “nucleare sostenibile” sia percorribile». Secondo le organizzazione ambientaliste si tratta invece «di una scelta sbagliata e insensata che rischia di traghettare l’Italia verso un modello di transizione energetica che non ha nulla di sostenibile».

Le quattro firmatarie dell’appello chiedono urgentemente al ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin e al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano un incontro per discutere di energie rinnovabili, che ritengono il «vero volano di cui il Paese ha bisogno e che è inspiegabilmente bloccato tra ritardi e burocrazia».

L’appello arriva il 18 settembre, due giorni prima cioè del tavolo convocato dal ministro Pichetto Fratin, con imprese e istituzioni, per dare vita ad una piattaforma sul nucleare sostenibile in Italia.

Allo stato attuale, contestano Legambiente, WWF Italia, Greenpeace Italia, e Kyoto Club «il nucleare di quarta generazione o nei mini-reattori modulari nucleari (Small Modular Reactor), la cui realizzabilità è tutta da dimostrare, ha costi alti, tempi lunghi e non elimina l’annoso problema delle scorie», eredità pesante consegnata alle future generazioni e anche business decisamente appetibile per la criminalità organizzata. Si tratterebbe dunque di «una scelta assolutamente contraddittoria», in contrasto con «l’urgenza negli interventi di riduzione delle emissioni climalteranti». Le quattro firmatarie accusano il governo di voler «traghettare l’Italia verso una transizione energetica che non ha nulla di sostenibile e che non guarda al bene del Paese e dell’ambiente». Peraltro tradendo la volontà popolare già nettamente espressa nei due referendum del 1987 e del 2011.

Al ministro dell’Ambiente, le organizzazioni chiedono un confronto «sul vero futuro energetico del nostro Paese, ossia lo sviluppo delle rinnovabili che rappresentano il volano dell’Italia visto che ha tutte le carte in tavola per diventare l’hub europeo delle fonti pulite. Ancora oggi lo sviluppo delle rinnovabili e la realizzazione di nuovi impianti da fonti pulite sono rallentati da ritardi, burocrazia e da un iter lento e farraginoso in fatto di autorizzazioni, anche regionali, punti su cui occorre accelerare il passo creando una piattaforma nazionale per le rinnovabili». Da qui si deve partire per garantire un futuro “pulito” al nostro Paese, non dal «“nucleare sostenibile” che non esiste».

Al ministro della Cultura, invece, le organizzazioni chiedono un incontro «per risolvere l’annoso problema dei dinieghi ripetuti delle Sovrintendenze ai progetti di impianti a fonti rinnovabili».


In copertina foto di Enrique da Pixabay

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