Guerra Hamas-Israele: se il vinto si vendica
Tratto da: Adista Documenti n° 35 del 21/10/2023
DOC-3279. ROMA-ADISTA. «Non ha capito Israele ciò che Raimundo Panikkar aveva letto in quei circa 8.000 trattati di pace, scritti anche sui mattoni, che si sono susseguiti nella storia da prima di Hammurabi ai giorni nostri: che la pace non si raggiunge mai con la vittoria, sicché mentre l’inchiostro o i mattoni sono ancora freschi, già si approntano le lance e i cannoni, e prima o poi il vinto risorge e si vendica». Quanto ricorda Raniero La Valle nel contributo che pubblichiamo è l’amara conclusione di tanti. La tragedia immane che si sta consumando in Israele e Palestina è una tragedia non inattesa, non imprevedibile, ma preparata da un disequilibrio, da un’ingiustizia e una impunità troppo a lungo praticati. Su di essi si fonda il presunto diritto ad agire con mezzi illeciti.
In questo numero, abbiamo raccolto alcuni tra i primi interventi suscitati dall’esplosione di violenza: oltre a quello di Raniero La Valle, riportiamo il comunicato di Pax Christi; una dichiarazione tratta da Comune-info di “Jewish Voice for Peace”, la più grande organizzazione ebraica progressista antisionista nel mondo, che ha sede negli Usa, impegnata nella creazione di «un movimento di base, multirazziale, interclassista e intergenerazionale di ebrei statunitensi in solidarietà con la lotta per la libertà palestinese»; una riflessione del teologo brasiliano Leonardo Boff, autore di testi come La ricerca della giusta misura (I e II), Vozes 2023; La preghiera di San Francesco: un messaggio di pace per il mondo di oggi, Vozes 2014; Fondamentalismo, terrorismo, religione e pace, Vozes 2009. Completa la rassegna un appello della Rete Italiana Pace e Disarmo alle associazioni e movimenti palestinesi e israeliani «a manifestare insieme, in Terra Santa, sfidando chi invece vuole distruggere con la violenza, con l’aggressione, con l’occupazione e l’assedio, il diritto dell’altro, la possibilità della convivenza e di un futuro di pace e di benessere per tutto il Medio Oriente», seguìto dalle adesioni in costante aggiornamento.
Sono tutte voci che condannano senza appello il ricorso alla violenza, da qualsiasi parte arrivi: «È importante non dimenticare i molti anni di dura dominazione israeliana sulla regione di Gaza e sui palestinesi in generale», afferma Boff, e «questo ha causato risentimento e molto odio, che è alla base dei conflitti in corso nella regione. Ma tutto questo non mette a tacere la domanda: cosa siamo noi esseri umani, capaci di una tale barbarie?».
*Foto presa da Pixabay, immagine originale e licenza
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