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Alla radice c’è l’oppressione

Alla radice c’è l’oppressione

Tratto da: Adista Documenti n° 35 del 21/10/2023

Qui l'introduzione a questo testo. 

In questo momento, palestinesi, israeliani e tutti noi che abbiamo lì dei familiari siamo terrorizzati per le persone che amiamo. Piangiamo la vita di coloro che sono già scomparsi e rimaniamo impegnati per un futuro in cui ogni vita è preziosa e tutte le persone vivono in libertà e sicurezza.

Dopo 16 anni di blocco militare israeliano, i combattenti palestinesi da Gaza hanno lanciato un assalto senza precedenti, in cui centinaia di israeliani sono stati uccisi e feriti, molti civili sono stati rapiti. Il governo israeliano ha dichiarato guerra, lanciando attacchi aerei, uccidendo centinaia di palestinesi e ferendone migliaia, bombardando edifici residenziali e minacciando di commettere crimini di guerra contro i palestinesi assediati a Gaza. Il governo israeliano può aver appena dichiarato guerra, ma la sua guerra contro i palestinesi è iniziata più di 75 anni fa. L’apartheid e l’occupazione israeliana – e la complicità degli Stati Uniti in tale oppressione – sono la fonte di tutta questa violenza.

La realtà è modellata da quando si fa partire l’orologio. Nell’ultimo anno, il governo più razzista, fondamentalista e di estrema destra della storia israeliana ha spietatamente intensificato la sua occupazione militare sui palestinesi in nome della supremazia ebraica con espulsioni violente e demolizioni di case, uccisioni di massa, incursioni militari nei campi profughi, assedi incessanti e l’umiliazione quotidiana.

Nelle ultime settimane, inoltre, le forze israeliane hanno ripetutamente preso d’assalto i luoghi più sacri dei musulmani a Gerusalemme. Per 16 anni, il governo israeliano ha soffocato i palestinesi di Gaza sotto un draconiano blocco militare aereo, marittimo e terrestre, imprigionando e affamando due milioni di persone e negando loro assistenza medica. Il governo israeliano massacra regolarmente i palestinesi a Gaza; i bambini di dieci anni che vivono a Gaza sono già stati traumatizzati da sette grandi bombardamenti nella loro breve vita. Per 75 anni, il governo israeliano ha mantenuto un’occupazione militare sui palestinesi, mettendo in atto un regime di apartheid. I bambini palestinesi vengono trascinati giù dai loro letti durante i raid prima dell’alba da parte dei soldati israeliani e tenuti senza accusa nelle prigioni militari israeliane. Le case dei palestinesi vengono date alle fiamme da folle di coloni israeliani, o distrutte dall’esercito. Interi villaggi di persone palestinesi sono costrette a fuggire, abbandonando le case, i frutteti e la terra che appartenevano alla loro famiglia da generazioni.

Lo spargimento di sangue di oggi e degli ultimi 75 anni è riconducibile direttamente alla complicità degli Stati Uniti nell’oppressione e nell’orrore causati dall’occupazione militare israeliana. Il governo degli Stati Uniti consente costantemente la violenza israeliana ed è responsabile anche di questo momento. Il finanziamento militare incontrollato, la copertura diplomatica e i miliardi di dollari di denaro privato provenienti dagli Stati Uniti consentono e danno potere al regime di apartheid israeliano. Coloro che continuano a chiedere un sostegno “corazzato” da parte degli Stati Uniti all’esercito israeliano non fanno altro che aprire la strada a ulteriore violenza.

Dagli Stati Uniti, non ci sono margini. Noi dobbiamo denunciare e sradicare quella complicità dovunque ci troviamo: chiediamo che il governo degli Stati Uniti adotti immediatamente misure per ritirare i finanziamenti militari a Israele e si decida a considerare il governo israeliano responsabile delle gravi violazioni dei diritti umani e dei crimini di guerra contro i palestinesi.

Ci impegniamo a intensificare le nostre campagne di boicottaggio, disinvestimento e applicando sanzioni per porre fine ai miliardi che si riversano nella macchina da guerra israeliana provenienti da aziende e fondazioni private.Inevitabilmente, le persone oppresse ovunque cercheranno – e otterranno – la loro libertà. Meritiamo tutti la liberazione, la sicurezza e l’uguaglianza. L’unico modo per arrivarci è sradicare le fonti della violenza, a cominciare dalla complicità del nostro stesso governo.

*Foto presa da Pixabay, immagine originale e licenza 

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