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Elezioni in Congo: le opposizioni denunciano la «farsa»

Elezioni in Congo: le opposizioni denunciano la «farsa»

Il 31 dicembre scorso la CENI (“Commission Électorale Nationale Indépendante” della Repubblica Democratica del Congo) – dopo una rocambolesca tornata elettorale, caratterizzata da ritardi e malfunzionamenti dei sistemi elettronici – ha dichiarato il presidente uscente Félix Tshisekedi nuovamente vincitore alle elezioni del 20 e 21 dicembre, con il 73% dei consensi, seguito a netta distanza da Moise Katumbi (18% dei voti), ricco imprenditore, magnate del calcio ed ex governatore della Provincia del Katanga. Niente da fare per i candidati espressione della società civile: Martin Fayulu, che la Chiesa cattolica aveva dichiarato vero vincitore delle elezioni del 2018, è dato dalla CENI al 5,33% dei voti; mentre il Nobel per la Pace 2018 Denis Mukwege, noto come il “medico che ripara le donne” abusate nei contesti di guerra, non avrebbe superato nemmeno la soglia dell’1%.

In attesa del verdetto, verosimilmente allineato a quello della CENI, della Corte Costituzionale congolese sul voto, nove leader delle opposizioni hanno diramato una nota congiunta contro quella chiamano una «farsa» e contro la scarsa autonomia della CENI, chiedendo di tornare nuovamente al voto. Ieri, primo giorno del 2024, il quotidiano dei vescovi italiani Avvenire ha raccontato che «una missione di osservatori cattolico-protestante ha affermato di “aver documentato numerosi casi di irregolarità che potrebbero compromettere l'integrità del voto”».


* Immagine di Nicolas Raymond, tratta da Flickr, immagine originale e licenza.

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