Nessun articolo nel carrello

Cinque anni fa moriva don Roberto Sardelli, il prete dei baraccati

Cinque anni fa moriva don Roberto Sardelli, il prete dei baraccati

ROMA-ADISTA. Sono trascorsi cinque anni dalla morte, il 19 febbraio 2019, di don Roberto Sardelli, fra i protagonisti della stagione di quella «contestazione cattolica» che voleva una Chiesa più evangelica e meno compromessa con il potere e animatore a Roma, fra le baracche dell’Acquedotto Felice, di una straordinaria esperienza di base che ha mescolato e tenuto insieme Vangelo e scelta di classe, pedagogia della liberazione e lotta per la casa.

Nato nel 1935 a Pontecorvo (Fr), inizia gli studi al collegio Capranica di Roma – dove venivano formati i futuri quadri della Chiesa cattolica –, ma scopre presto la Nouvelle Theologie, i preti operai che in Francia vivono la propria fede in fabbrica, l’esperienza della scuola di Barbiana di don Lorenzo Milani. Ordinato prete nel 1965, tre anni dopo viene mandato a San Policarpo, una parrocchia dell’Appio Claudio, quartiere popolare fra le vie Tuscolana e Appia. Dietro la chiesa, a ridosso dell’Acquedotto Felice, c’è una delle tante baraccopoli della capitale, in cui convivono povertà, emarginazione e umanità. Sardelli lascia la parrocchia (ma non il ministero presbiterale) e va ad abitare nel borghetto, insieme alle centinaia di famiglie immigrate dal meridione, che da anni vivono in casupole di fortuna addossate ai fornici dell’acquedotto. Lì dà vita alla Scuola 725 (il numero della baracca), un doposcuola popolare, per i bambini e i ragazzi del borghetto, emarginati dalla scuola pubblica, spesso inseriti nelle classi differenziali. Si fanno i compiti per le lezioni del mattino, ma si leggono anche Americani e Vietcong, le biografie di Gandhi e Malcom X, il Vangelo e il quotidiano, si ciclostila il giornalino Non tacere e si scrive la Lettera al sindaco, per denunciare le terribili condizioni dei baraccati: «Il luogo dove viviamo è un inferno, l’acqua nessuno può averla in casa, la luce illumina solo un quarto dell’Acquedotto. Dove c’è la scuola si va avanti con il gas. L’umidità ci tiene compagnia per tutto l’inverno. Il caldo soffocante l’estate. I pozzi neri si trovano a pochi metri dalle nostre cosiddette abitazioni. Tutto il quartiere viene a scaricare ogni genere di immondizie a 100 metri dalle baracche. Siamo in continuo pericolo di malattie. Quest’anno all’Acquedotto due bambini sono morti per malattie, come la broncopolmonite, che nelle baracche trovano l’ambiente più favorevole per svilupparsi». Contemporaneamente don Sardelli, insieme ai “suoi” ragazzi, denuncia la speculazione edilizia dei palazzinari romani e la corruzione del sistema politico democristiano e anima la lotta per il diritto all’abitare dei baraccati, che fra il 1973 e il 1974 ottengono una casa popolare a Nuova Ostia. Lasciato l’Acquedotto, negli anni successivi, da prete senza parrocchia e senza privilegi clericali, Sardelli scrive su giornali e riviste, collabora con il Centro studi zingari, insegna flamenco, assiste i malati di Aids.

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.