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“Vittime civili e inciviltà della guerra”: il convegno promosso da IRIAD e Sapienza

“Vittime civili e inciviltà della guerra”: il convegno promosso da IRIAD e Sapienza

Si è tenuto lo scorso 8 aprile presso la sede di via Salaria dell’Università di Roma “La Sapienza” il convegno “Vittime civili e inciviltà della guerra”, promosso dall’Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo (IRIAD) e dal Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche della Sapienza (DiSSE). All’evento – promosso in occasione del 75° anniversario dell’adesione italiana alla IV Convenzione di Ginevra relativa alla protezione delle vittime civili in guerra – hanno partecipato Emma Galli (direttrice DiSSE), Francesca Farruggia (La Sapienza, segretaria generale IRIAD), Fabrizio Battistelli (presidente e cofondatore IRIAD), Luigi Ferrajoli (professore emerito di Filosofia del Diritto all’Università “Roma Tre”, già giudice di Magistratura Democratica), Daniela Belliti (saggista e ricercatrice in Filosofia politica all’Università di Milano-Bicocca), Francesca Albanese (relatrice speciale delle Nazioni Unite sui Territori palestinesi occupati), Alberto Capannini (di Operazione Colomba, corpo nonviolento di pace dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII) e Alidad Shiri (dell’Unione Nazionale Italiana Rifugiati ed Esuli-UNIRE).

Il giorno seguente, l’IRIAD ha diramato una nota stampa con la sintesi dei principali contenuti dell’evento. La nota si apre con la tragica conta delle vittime civili nel conflitto «più tradizionale» russo-ucraino (10mila) e in quello «asimmetrico» nella Striscia di Gaza (33.000 persone al 95% civili e per oltre 1/3 minori). A differenza della Prima e della Seconda guerra mondiale, i nuovi conflitti coinvolgono sempre più le popolazioni civili, considerati “danni collaterali” quando non veri e propri bersagli.

Tra le vittime civili, le donne sembrano designate come obiettivo privilegiato, secondo Daniela Belliti, che riconosce l’attacco al corpo femminile nei conflitti moderni «come segno di conquista, umiliazione e sottomissione dell'altro».

Secondo Ferrajoli sarà possibile tutelare le popolazioni civili solo in un’ottica di «radicale messa al bando delle armi» condivisa a livello globale.

Secondo Francesca Albanese, il conflitto israeliano a Gaza sembrerebbe attestare il falli

mento del multilateralismo ma allo stesso tempo invita la comunità internazionale a rafforzare il primato del diritto internazionale, oggi impunemente calpestato: «La guerra in corso a Gaza – ha detto – risveglia una coscienza globale e pone le basi per un dialogo rinnovato su come affrontare le sfide dell'inciviltà della guerra e sostenere le vittime civili».

«In un momento in cui ricercatori e studenti vengono accusati di drammatizzare i conflitti in atto nel mondo», si legge in chiusura della nota, «il Convegno di Archivio Disarmo e Sapienza ha un preciso obiettivo: richiamare l’attenzione, sia dei giovani cittadini sia della politica sugli impegni che nel 1949, con l’adesione alla IV Convezione di Ginevra, l’Italia ha assunto di fronte alla comunità internazionale per garantire alle popolazioni civili in guerra i diritti umani e la sicurezza».

 

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