Nessun articolo nel carrello

Addio a Paolo Ricca, teologo e pastore valdese, pioniere dell’ecumenismo e difensore della laicità

Addio a Paolo Ricca, teologo e pastore valdese, pioniere dell’ecumenismo e difensore della laicità

ROMA-ADISTA. È morto questa notte a Roma il teologo e pastore valdese Paolo Ricca.

Nato a Torre Pellice (To) nel 1936, ha studiato Teologia presso la Facoltà valdese di Roma, negli Stati Uniti e a Basilea, è stato consacrato pastore della Chiesa valdese nel 1962, esercitando il ministero a Forano (1962-66) e a Torino (1966-76). Allievo di Karl Barth, ha partecipato come osservatore al Concilio Vaticano II, creando nei lunghi anni della sua vita e dei suoi studi un forte consenso ecumenico. Dal 1976 al 2002 ha insegnato Storia della Chiesa e, per alcuni anni, Teologia pratica presso la Facoltà valdese di Teologia di Roma. È stato componente della Commissione Chiesa e Costituzione del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) di Ginevra, in Italia ha collaborato regolarmente alle attività e al lavoro del Segretariato attività ecumeniche (Sae) ed è stato per due mandati presidente della Società biblica. In diverse occasioni ha collaborato con la nostra agenzia Adista, scrivendo anche alcune “omelie fuoritempio”.

«La sua figura, centrale nel panorama teologico italiano e internazionale, si è estesa ben oltre i confini della comunità cristiana – lo ricorda l’agenza Nev –. La sua eredità intellettuale e spirituale, tracciata anche nei numerosi volumi da lui pubblicati, rimane una solida base per la comprensione della fede vissuta e del pensiero umano».

Il suo ultimo contributo apparso sulle pagine di Adista è un’intervista in cui affronta anche il tema della laicità nel nostro Paese (Adista Segni Nuovi n. 6 del 17 febbraio 2024). «Il livello di laicità dello Stato italiano è basso – spiegava Ricca –. Ufficialmente, dopo la revisione del Concordato (1984), l’Italia è un Paese laico. De facto le cose sono abbastanza diverse. È una lunga e faticosa battaglia quella che bisogna combattere, affinché il nostro Paese diventi realmente quello che ufficialmente è già. Laicità non vuol dire ostilità nei confronti delle religioni, ma neutralità (non privilegiarne una a scapito delle altre) e uguale rispetto e trattamento nei confronti di tutte. La laicità è corollario indispensabile della democrazia. Uno Stato apertamente o anche solo larvatamente confessionale non può essere considerato democratico. La laicità è tanto più vitale per la tenuta democratica di uno Stato, quanto più la società diventa multi religiosa. Come sta accadendo alla nostra»

Ai famigliari di Paolo Ricca e a tutta la comunità valdese va l’abbraccio del collettivo di Adista  

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

Sostieni la libertà di stampa, sostieni Adista!

In questo mondo segnato da crisi, guerre e ingiustizie, c’è sempre più bisogno di un’informazione libera, affidabile e indipendente. Soprattutto nel panorama mediatico italiano, per lo più compiacente con i poteri civili ed ecclesiastici, tanto che il nostro Paese è scivolato quest’anno al 46° posto (ultimo in Europa Occidentale) della classifica di Reporter Senza Frontiere sulla libertà di stampa.