Deportazione dei migranti irregolari? Vescovo africano risponde alla provocazione di Trump
Dalle parole ai fatti o, meglio, dalla propaganda alle politiche, il passo potrebbe non essere così corto come ci si aspetta. In merito alle dichiarazioni di Donald Trump in campagna elettorale, circa una grande deportazione di massa di migranti fuori dal territorio statunitense, l'arcivescovo di Abuja capitale della Nigeria, Ignatius Kaigama – intervistato da Crux – auspica un ripensamento o un ammorbidimento di tale promessa. Il neoeletto «ha promesso di deportare un milione di persone che non hanno il permesso legale di stare negli Stati Uniti. Ha ottenuto una vittoria schiacciante in gran parte perché gli americani hanno abbracciato la sua politica di difendere i confini e attuare deportazioni di massa per i migranti irregolari (…). Trump tende a dire cose estreme, ma sono sicuro che è anche aperto ai negoziati». L’auspicio, prosegue il prelato africano, nasce dalla convinzione che «la democrazia rappresenti un gioco di compromessi» e che quindi Trump «potrebbe non dare seguito a tutte le sue minacce». C’è poi, negli Usa, un “ostacolo” rappresentato dalla Costituzione, che riconosce il diritto di un giusto processo a tutti nel Paese. Cosa che potrebbe drasticamente ridimensionare i numeri di Trump. Al di là delle questioni umanitarie e legali, a remare contro la promessa di Trump c’è anche un fattore di tipo economico: «Una deportazione di massa di milioni di persone comporterebbe enormi costi economici e di bilancio e sarebbe un incubo logistico».
Ribadisce ancora l’arcivescovo nell’intervista a Crux, «è fondamentale riconoscere che la migrazione è una questione complessa che richiede soluzioni ponderate e umane. Cercare di affrontare le cause profonde della migrazione, come povertà, violenza e mancanza di opportunità, sia nei Paesi di origine che nei Paesi ospitanti, sarebbe efficace anche in questo contesto».
A Trump, l’arcivescovo chiede «empatia», «impegno a trovare soluzioni che rispettino la dignità e i diritti di tutti gli individui», un’azione politica «guidata dai principi di amore, giustizia e solidarietà».
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