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Chi ha paura di Robin Hood?

Chi ha paura di Robin Hood?

Tratto da: Adista Notizie n° 44 del 21/12/2024

Come ormai tuttti sapranno, alcune sere fa a New York è stato ammazzato a pistolettate il Chief Executive Officer (cioè di fatto quello che prende le decisioni al vertice) di UnitedHealthcare, una grossa compagnia di assicurazioni statunitense. Vediamo di capirci qualcosa.

Con l’età che avanza sono entrato anch’io in Medicare, quello che rimane della mutua, ovvero assistenza medica pubblica, in un sistema privatizzato come quello statunitense. A sostegno di Medicare, tutti i contribuenti sono chiamati a pagare una tassa proporzionale al reddito, ma solo fino ad un certo massimale, uguale per tutti. Più uno guadagna, meno paga in proporzione, e per un benestante la “tassa per la salute” è cosa ridicola. Il risultato è che Medicare (come la sorella Medicaid, l’assistenza medica per i bisognosi, e Social Security, il sistema pensionistico pubblico) non ha fondi sufficienti per pagare tutte le spese mediche di quelli che dovrebbe proteggere, gli anziani, notoriamente necessitosi di maggiore assistenza rispetto ai più giovani. Così Medicare paga o rimborsa solo una parte delle parcelle mediche, che qui sono altissime data appunto la privatizzazione delle strutture assistenziali (che, anche se spesso si presentano come Not-For-Profit, si reggono sui profitti). La soluzione è l’utilizzo di grandi compagnie private di assicurazione che, a fronte di un prelievo sulla pensione, dovrebbero garantire il rimborso delle spese mediche non coperte da Medicare. E qui casca l’asino, perché le assicurazioni private mirano al proprio successo finanziario. Quindi hanno tutta una politica di rinvii nei rimborsi (nel frattempo magari il paziente muore), di rifiuti di coperture e di difesa a oltranza in tribunale in caso di causa, così che un semplice pensionato sappia in anticipo che non potrà affrontare le spese legali. Per illustrare il meccanismo, Jay Feinman nel 2010 ha scritto un libro e l’ha appunto intitolato Delay, Deny, Defend.

Naturalmente, visto che siamo in un regime di libertà democratica, nessuno è obbligato a optare per il supplemento assicurativo privato e ognuno può scegliere, fra quelli sul mercato, il piano assistenziale che gli pare più adatto. Io ho scelto (dopo consultazioni telefoniche con un broker) quello proposto proprio da UnitedHealthcare, che sta prelevando ogni mese il premio assicurativo dalla pensione mia e di mia moglie. Il C.E.O. assassinato aveva, dicono, uno stipendio annuo sui 10 milioni di dollari. Neanche tanto, se l’altro giorno Murdoch ha venduto il suo appartamento in Manhattan per 23,8 milioni e se Elon Musk si era fissato uno stipendio annuo di oltre 50 miliardi (così ho letto, miliardi, non milioni), prima che un giudice donna bloccasse la cosa, definendo fra l’altro la paga “immorale”.

Comunque giochiamo di fantasia: sono il C.E.O. di una grossa compagnia di assicurazioni, ho un reddito annuo di una decina di milioni, mi permetto un alloggetto in Manhattan, un villetta sulla costa californiana, uno chalettino sulle Montagne Rocciose; ho una famiglia da mantenere, magari un paio di amanti, qualche crocierina ogni tanto... Ma poi salta fuori un figlio di papà, privilegiatissimo pure lui, che si rompe la schiena, gliela inchiodano, rimane con dolori cronici, assaggia di persona l’ingiustizia dell’assistenza sanitaria e si crede Robin Hood. Ha una stampante tridimensionale e un computer. Segue le istruzioni e non si fa in casa un arco con le frecce, ma una pistola col silenziatore. Poi prende le pallottole in un negozio qualsiasi (o se le fa spedire a casa) e scrive sul caricatore delay deny defend.

Se quello mi ammazza, a chi va la simpatia della gente?

La questione per me non è se dobbiamo difendere o esecrare Luigi Mangione, probabile assassino fotogenico di un ricco, o l’attentatore e mancato assassino di Trump. Il problema è che dobbiamo domandarci dove possiamo arrivare nel farci giustizia da soli. Le armi sono alla portata di tutti, acquistabili in negozio o per posta, fabbricabili in cucina.

I politici hanno subito incominciato ad azzannarsi, almeno a parole, attaccando il sistema o il probabile assassino, a seconda della propria appartenenza politica. I negozi per turisti e no si sono riempiti di magliette e di gadget con la foto del nuovo vendicatore solitario. Ci manca il cavallo bianco che sfuma nel tramonto. Ma la tentazione di Robin Hood è dietro l’angolo. Anzi, quell’angolo, lo abbiamo già svoltato.

Edmondo Lupieri è professore di Nuovo Testamento e Cristianesimo delle origini alla Loyola University, Chicago. Tra gli ultimi volumi pubblicati in Italia: “I mille volti della Maddalena. Saggi e studi”, “Cronache dal Trumpistan. Diario di un teologo italiano in America”, in vendita presso Adista

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