La Bibbia “terreno di incontro”. La 61ma sessione di formazione ecumenica del Sae
CAMALDOLI (AR)-ADISTA. Una serata della sessione Sae alla Foresteria di Camaldoli è stata dedicata alla presentazione della nuova Traduzione letteraria ecumenica (TLE) del Nuovo Testamento, relatori Luca Maria Negro e Luca Mazzinghi, rispettivamente segretario e presidente della Società biblica in Italia (SBI), moderatrice Francesca Del Corso del Comitato esecutivo del Sae.
L’associazione interconfessionale, che si impegna nella traduzione e della diffusione della Bibbia, è stata fondata nel 1983 raccogliendo l’eredità della Società biblica britannica e forestiera, in origine legata al mondo delle Chiese protestanti, che in Italia distribuiva la traduzione di Giovanni Diodati, pastore e professore a Ginevra, figlio di esuli di Lucca. «Fino all’ Unità d’Italia – ha rievocato il pastore Negro – la Bibbia in Italia era un libro proibito, ed era distribuita di contrabbando. Con il concilio Vaticano II la Parola di Dio è stata rimessa al centro e si auspica che i fedeli abbiano un largo accesso alla Bibbia. Nel 1968 vengono scritte delle “Linee guida per la cooperazione interconfessionale nella traduzione della Bibbia».
Nel 2023 il vescovo di Roma Francesco ha ricevuto una delegazione dell’Alleanza biblica universale dicendo che il ministero della Bibbia con la pubblicazione in varie lingue è «opera lodevole» e ha chiesto allo Spirito Santo di «guidare e sostenere» il servizio delle Società bibliche che, oggi, sono quasi ovunque ecumeniche.
La SBI è attualmente impegnata in due ambiziosi progetti di traduzione: oltre alla TLE c’è la Bibbia della Riforma, una nuova traduzione protestante dalle lingue originali. Il Nuovo Testamento è stato pubblicato nel 2017 per il quinto centenario della Riforma, mentre l’Antico Testamento è quasi alla conclusione.
Il pastore ha segnalato anche due mostre della Bibbia, “La Parola scritta” e “La Parola scolpita”, che sono in circolazione; la seconda può essere richiesta alla SBI.
Prima della TLE c’era già una traduzione ecumenica, la TILC (Traduzione interconfessionale in lingua corrente) redatta da cattolici ed evangelici «secondo il metodo delle “equivalenze dinamiche” finalizzato a rendere la traduzione più comprensibile a tutti. La TILC è stata uno strumento importante per fare avvicinare alla Bibbia persone senza dimestichezza con i linguaggi biblici e teologici tradizionali».
Invece la TLE, a cui hanno partecipato traduttori e revisori di diciotto denominazioni delle tre grandi famiglie confessionali – cattolici, evangelici di diverse denominazioni e ortodossi – è la prima traduzione italiana ecumenica condotta con criteri letterari di aderenza al testo originale. È il frutto, ha concluso Luca Maria Negro, di un lungo progetto iniziato nel 1997 dal pastore Paolo Ricca e dal pastore Valdo Bertalot, allora rispettivamente presidente e segretario generale della SBI, con una lettera indirizzata alle Chiese in cui si indicava il progetto come segno importante per la società di un impegno comune e di una collaborazione fraterna delle Chiese nel servizio biblico.
Il biblista Luca Mazzinghi ha ampliato la rosa di esempi di traduzioni della Bibbia, antiche e moderne, tra queste ultime alcune a stampa in Italia che precedono la Riforma. Ma con il Concilio di Trento le Bibbie furono tolte dalla circolazione e potevano essere lette solo da uomini dotti e solo con il permesso ecclesiastico.
Un episodio trasgressivo fu quello avvenuto a metà Seicento nel monastero delle Clarisse di Monteluce (Perugia) che, per iniziativa della badessa, avevano a disposizione la bibbia a stampa in cella. La visita canonica del vescovo e la scoperta delle Bibbie causò la loro distruzione. Ma la badessa finché visse continuò a tradurre il Libro per le monache durante la ricreazione. La prima Bibbia cattolica approvata dalla chiesa fu quella di monsignor Antonio Martini tradotta a fine Settecento dalla Vulgata latina.
Il presidente della SBI ha parlato dei diversi modi di tradurre e ha portato esempi di traduzione della TLE mostrando le scelte adottate rispetto al lessico, alle forme verbali e all’attenzione prestata nel segnalare lacune nei manoscritti di riferimento.
L’impresa di questa traduzione «è stato un lavoro molto intenso e bello che ha creato amicizie tra traduttori e revisori. Il lavoro è stato inviato a ogni singola Chiesa per appurare se la traduzione desse qualche problema e invece è andato tutto bene. La TLE è frutto del lavoro di tanti anni per far sì che la SBI sia sempre più ecumenica. La Bibbia è un terreno di incontro» ha concluso Mazzinghi.
Foto Laura Caffagnini
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