Disarmo ambientale, perché la guerra è violenza contro l’umanità e contro la Terra
Si celebra oggi la Giornata Internazionale per la Prevenzione dello Sfruttamento dell'Ambiente in Guerra e nei Conflitti Armati, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 5 novembre 2001 con Risoluzione A/RES/56/4 e dedicata a sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sull’ambiente, grande vittima dimenticata dei conflitti armati, che subisce spesso danni pesanti e duraturi negli scenari di guerra.
Con una nota diramata in occasione della Giornata, la Rete italiana Pace e Disarmo (RiPD) «richiama con forza l’urgenza di proteggere l’ambiente come parte integrante della protezione di persone e comunità. La distruzione degli ecosistemi a causa delle guerre non è un semplice “effetto collaterale” da sottostimare, un moltiplicatore strutturale di sofferenza, insicurezza, impoverimento e instabilità geopolitica. Senza tutela della Terra non può esistere pace duratura, e senza pace non esiste possibilità di tutela reale dell’ambiente. Le esplosioni, i roghi, le infrastrutture devastate, l’abbandono di munizioni e materiali tossici, il saccheggio delle foreste, dei fiumi, dei minerali: sono tutti elementi che comportano (in guerra e in generale in ogni situazione di fragilità per gli ecosistemi) un gravissimo impatto ambientale che impoverisce i popoli, mina all’origine qualsiasi ipotesi di ricostruzione, provoca impatti per le generazioni future».
La RiPD rilancia il «disarmo climatico» e lancia un allarme sul fattore moltiplicatore della crisi climatica, che necessariamente sarà innescato dalle attuali politiche di riarmo in ambiente NATO, UE e anche in Italia. A livello di eserciti, industria, estrazione, infrastrutture, ecc, la militarizzazione crescente «rappresenta una delle leve più aggressive della violenza ambientale, del degrado e dell’ingiustizia ecologica. L’economia di guerra, la competizione per le risorse energetiche e minerarie, le filiere industriali ad alta intensità carbonica e le spese militari crescenti sono parte dello stesso paradigma: la distruzione ambientale è funzionale alla guerra, e la guerra accelera le dinamiche climatiche distruttive».
Salvare foreste e fiumi, in definitiva, è parte del percorso di affermazione della pace, della sicurezza umana, della giustizia sociale e dei diritti delle comunità. «Occorre dunque ribaltare la gerarchia delle priorità: la protezione dell’ambiente nei conflitti non può essere trattata come questione tecnica o accessoria ma deve divenire criterio guida delle scelte dei governi in materia di politiche di sicurezza». «Non si può più ignorare la dimensione ecologica nella costruzione della pace e nella riconversione dell’economia militare». Il disarmo globale concorre alla salvaguardia degli ecosistemi, delle comunità, della vita stessa.
Pertanto, la RiPD propone ai leader istituzionali di: 1) «Promuovere politiche di disarmo che riconoscano la minaccia ambientale generata dai conflitti e dall’industria bellica»; 2) «far emergere il legame tra estrazione di risorse, finanziamento dei conflitti, squilibri climatici e devastazione ambientale»; 3) «orientare le attività di pace e ricostruzione verso modelli ecologici, sostenibili, che diano priorità alla rinascita dei territori e delle comunità e non allo sfruttamento predatorio»; 4) «fare pressione affinché gli Stati e le organizzazioni internazionali integrino la protezione ambientale nei protocolli umanitari e nei processi di disarmo, nella definizione delle missioni di pace, nel sostegno alle vittime e alle aree colpite».
Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.
Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!
