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«Vi affido la Palestina, il battito del cuore di ogni persona libera»

«Vi affido la Palestina, il battito del cuore di ogni persona libera»

Tratto da: Adista Documenti n° 31 del 13/09/2025

Qui l'introduzione a questo testo. 

Questa è la mia volontà e il mio messaggio finale. Se queste parole vi giungono, sappiate che Israele è riuscito a uccidermi e a mettere a tacere la mia voce. Innanzitutto, la pace, la misericordia e le benedizioni di Dio siano su di voi. Dio sa che ho dedicato tutto il mio impegno e la mia forza per essere un sostegno e una voce per il mio popolo da quando ho aperto gli occhi alla vita nei vicoli e nelle strade del campo profughi di Jabalia. La mia speranza era che Dio mi concedesse la vita così da poter tornare con la mia famiglia e i miei cari nella nostra città natale di Ashkelon (Al-Majdal), ora occupata. Ma la volontà di Dio è stata più rapida e il Suo giudizio è inevitabile.

Ho vissuto il dolore in ogni dettaglio, ho assaporato ripetutamente il dolore e la perdita, eppure non ho mai esitato a trasmettere la verità così com’è, senza distorsioni o alterazioni, sperando che Dio sia testimone di coloro che sono rimasti in silenzio, di coloro che hanno accettato la nostra uccisione, di coloro che hanno soffocato i nostri respiri, di coloro i cui cuori sono rimasti indifferenti ai corpi dispersi dei nostri bambini e delle nostre donne, e di coloro che non hanno fermato il massacro che il nostro popolo ha subìto per oltre un anno e mezzo.

Vi affido la Palestina, la corona del mondo islamico e il battito del cuore di ogni persona libera in questo mondo. Vi affido il suo popolo e i suoi bambini innocenti cui non è stata concessa una vita per sognare o vivere in sicurezza e pace. I loro corpi puri sono stati schiacciati da migliaia di tonnellate di bombe e razzi israeliani, fatti a pezzi e sparsi contro i muri.

Vi esorto a non lasciarvi mettere a tacere dalle catene o limitare dai confini. Siate ponti verso la liberazione della terra e del suo popolo finché il sole della dignità e della libertà non sorgerà sulla nostra patria rubata.

Vi affido la mia famiglia.

Vi affido la luce dei miei occhi, la mia amata figlia Sham, che il tempo non mi ha permesso di vedere crescere come sognavo.

Vi affido il mio amato figlio Salah, che desideravo sostenere e accompagnare finché non crescerà più forte, porterà i miei fardelli e continuerà la missione.

Vi affido la mia amata madre, le cui preghiere sono state la mia forza e la cui luce ha guidato il mio cammino. Prego Dio di placare il suo cuore e di ricompensarla con il meglio per me.

Vi affido anche la mia compagna di una vita, la mia cara moglie Umm Salah Bayan, da cui la guerra mi ha separato per lunghi giorni e mesi, eppure è rimasta salda come un tronco d’ulivo che non si piega, paziente e risoluta, portando la responsabilità in mia assenza con forza e fede.

Vi esorto a circondarli e a essere un sostegno per loro dopo Dio Onnipotente. Se dovessi morire, morirei saldo nei miei principi. Rendo testimonianza a Dio che sono contento del Suo decreto, credendo nell’incontro con Lui e certo che ciò che è con Dio è migliore ed eterno.

O Dio, accettami tra i martiri, perdona i miei peccati passati e futuri e fa’ che il mio sangue sia una luce che illumini il cammino della libertà per il mio popolo e la mia famiglia.

Perdonami se ho mancato e prega per me con misericordia, perché sono rimasto fedele alla mia promessa, senza cambiamento né abbandono.

Non dimenticare Gaza.

E non dimenticarmi nelle tue giuste preghiere per il perdono e l’accettazione. 

*Foto presa da Unsplash, immagine originale e licenza 

 

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