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Una presentazione
Tratto da: Adista Documenti n° 31 del 13/09/2025
Qui l'introduzione a questo testo.
Teologia Pubblica è l’espressione che descrive l’impegno di alcuni teologi di entrare nel dialogo pubblico su alcuni temi di interesse comune. Nata in alcuni contesti più plurali e multiculturali, come gli Stati Uniti, il Brasile, il Sudafrica, in poco tempo ha suscitato sempre più curiosità e successo anche in Europa1. Diverse sono le ragioni per cui fare Teologia Pubblica oggi: il carattere inedito del pluralismo, la città post-secolare, la visibilità pubblica della religione, la dimensione interculturale e interreligiosa dell’identità credente, la forza creativa della comunità ecclesiale fuori dal regime di cristianità, ecc. L’attuale contesto italiano, caratterizzato ormai dall’ex-culturazione e dalla insignificanza e marginalità del cristianesimo, chiede non una risposta “pastorale” intra-ecclesiale, ma pubblica, extro-versa.
Di fronte a un tal scenario, l’Istituto di Studi Ecumenici “San Bernardino” di Venezia ha colto la sfida costituendo un gruppo di ricerca sulla Teologia Pubblica in chiave ecumenica per sottolineare la struttura dialogica della Rivelazione cristiana e mettere in evidenza il carattere ecumenico della fede cristiana. Il gruppo, costituito da una quindicina di professori e professoresse di varie confessioni cristiane sia dell’Istituto che di altre realtà accademiche e religiose italiane, ha lavorato nella consapevolezza che non si può ridurre la religione alla sola dimensione privata rinunciando alla sua carica profetica e che è necessario educarsi a utilizzare un linguaggio accessibile anche a chi non appartiene alla comunità religiosa o è di altra tradizione spirituale. A motivare ulteriormente la ricerca, infine, è stata l’urgenza di frequentare il dibattito pubblico e partecipare alla costruzione della cittadinanza in dialogo con le scienze sociali, le culture e le religioni.
Questo lavoro di ricerca, durato circa due anni e mezzo, ha affrontato aspetti metodologici e diverse tematiche tra passato e presente, teologia e scienze sociali, per cui si è scelto di presentare i frutti della ricerca in forma di lessico: un’esplorazione di un campo complesso e articolato condotta tramite una pluralità di parole.
Il dossier contenuto nella Rivista di Studi Ecumenici si struttura in tre sezioni che sono indicative del modo di procedere della Teologia Pubblica Ecumenica: una prima parte è costituita da tre saggi di carattere fondamentale che delineano il campo. Essi esaminano che cosa significhi “teologia”, come pratica per dire in modo comprensibile l’Evangelo di Cristo, “spazio pubblico” luogo di sfida per la teologia che deve individuare uno stile di presenza cosciente della propria parzialità, “in una società plurale” ambito caratterizzato oggi da forme nuove e inedite di pluralismo che stimola la teologia a collaborare con le scienze sociali, le culture e le religioni in maniera interdisciplinare. Una seconda sezione intermedia contiene un gruppo di contributi che guarda alle risorse disponibili per una Teologia Pubblica Ecumenica. Qui viene presentato il “dialogo” nelle sue accezioni filosofiche e teologiche come modo di procedere nel dibattito pubblico, il “diritto” necessario all’agorà pubblica per custodire le diverse identità delle parti come risorsa da condividere e far crescere, l’“immaginazione” come via che permette alla riflessione teologica di avere coraggio e profezia per offrire una parola di senso all’uomo di oggi, lo “stile ecumenico” come maniera di abitare il mondo che stimola la teologia a coltivare una sana apertura ai molteplici e diversi punti di vista, nella convinzione che le differenti prospettive e formule teologiche si completano anziché opporsi. La terza e ultima parte, decisamente la più ampia, esplora una serie di specifiche aree tematiche alle quali la teologia può offrire il suo contributo. Tra le voci che costituiscono il lessico vero e proprio si trova il lemma “città” per collocare nel contesto la riflessione, “cultura”, “cura”, “democrazia” di fronte a derive sovraniste e populiste, “educazione”, “ecologia” con particolare attenzione al futuro, “genere”, “comunità” presentata in tensione dialettica con “individuo”, “Mediterraneo” ed “Europa”, che allargano ulteriormente l’orizzonte di riflessione, “pace”, “popolo”, “responsabilità”, parola chiave dell’essere biblico ma al contempo qualificante per abitare lo spazio pubblico, “secolarizzazione” con la sua ampia varietà di dinamiche. Questo elenco di titoli evidenzia l’ampiezza dell’orizzonte del progetto e nello stesso tempo lo stile di una Teologia Pubblica orientata al dialogo transdisciplinare con una pluralità di saperi.
Se da un lato il lessico si presenta in modo variegato come può essere una “lista di parole”, dall’altro è anche l’offerta di uno sguardo – a un tempo unitario e molteplice – per guardare la storia e fare discernimento teologico circa i segni dei tempi che la caratterizzano. Ciò che la Redazione della Rivista ha voluto proporre con questo lessico è solo un possibile percorso per attraversare un testo che potrebbe essere letto anche con taglio diverso, quale testimonianza della fecondità di un lavoro ecumenico condotto in team, facendo interagire una varietà di approcci e di competenze.
Note
1. Si veda l’indagine condotta da G. Villagrán, Teologia pubblica. Una voce per la Chiesa nelle società plurali, Queriniana, Brescia, 2018 e quella più ampia di F. Scaramuzzi, Esplorazione teologica. Teologia pubblica e teologia fondamentale a confronto, Edizioni Padre Pio da Pietrelcina, S. Giovanni Rotondo (FG), 2023.
*Foto presa da Unsplash, immagine originale e licenza
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