
Libertà religiosa nel mondo: minacce e appello. Il Rapporto 2025 di ACS Internazionale
La fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre Internazionale (ACS) ha presentato, il 21 ottobre scorso, la XVII edizione del Rapporto biennale su “Libertà religiosa nel mondo”, che giunge nel 25.mo anniversario dalla prima edizione. Il Rapporto 2025 fotografa lo stato della libertà religiosa nel biennio 2023-2024. Diritto godibile, a quanto pare, solo da un terzo dell’umanità: i restanti due terzi degli esseri umani (5.4 miliardi di persone) abitano in Paesi nei quali la libertà religiosa non è pienamente tutelata. In 62 Paesi su 196, secondo il Rapporto, la violazione di questa libertà si attesterebbe su livelli gravi (24 Paesi di “persecuzione” e 38 Paesi di “discriminazione”, secondo la classificazione di ACS). Rispetto al biennio precedente, solo due Stati (Kazakistan e Sri Lanka) hanno dimostrato un rilevabile miglioramento.
Commentando i dati del Rapporto, la presidente esecutiva di ACS Internazionale, Regina Lynch, ha ammesso che «Il diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione, tutelato dall'articolo 18 della Dichiarazione universale dei diritti umani, non solo è sotto pressione, ma in molti Paesi sta scomparendo».
A minacciare pesantemente la libertà religiosa nel mondo, l’autoritarismo di alcuni regimi, l’avanzata dello jihadismo e del nazionalismo religioso in Africa e Asia, le guerre, le migrazioni forzate di massa, la criminalità organizzata che spesso prende di mira le comunità religiose per esempio a fini estorsivi.
Ma una certa erosione della libertà religiosa, che si manifesta principalmente con atti di ostilità ideologica, si può rintracciare anche nelle democrazie occidentali d’Europa e Nord America: denuncia ACS che «la Francia ha registrato quasi 1.000 attacchi alle chiese; in Grecia, più di 600 atti di vandalismo; picchi simili sono stati osservati in Spagna, Italia e Stati Uniti, tra cui profanazioni di luoghi di culto, aggressioni fisiche al clero e interruzioni di funzioni religiose».
Da rilevare poi l’incremento dell’odio religioso a seguito del 7 ottobre 2023 e della guerra di Israele a Gaza: «Il Rapporto documenta un drastico aumento degli atti antisemiti e anti-islamici».
Con i dati del Rapporto 2025 alla mano, ACS ha lanciato «una petizione globale che invita i governi e le organizzazioni internazionali a garantire l'effettiva applicazione dell'articolo 18 della Dichiarazione universale dei diritti umani, che garantisce a ogni persona il diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione».
«Negli ultimi 25 anni, ACS ha documentato come la persecuzione distrugga le comunità, alimenti i conflitti e costringa milioni di persone alla fuga. Ora più che mai, la libertà religiosa deve essere difesa e protetta in tutto il mondo», ha ribadito Regina Lynch, sottolineando lo slogan dell’iniziativa: "La libertà religiosa è un diritto umano, non un privilegio".
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