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Allarme

Allarme

42 da “Prima Loro” dell'8 dicembre 2025‌ 

Cari amici,

come newsletter vi trasmettiamo il testo di un grido d’allarme e di un appello a resistere contro la degenerazione militarista del capitalismo e il transito alla società post-democratica. Il documento, firmato anche dal Premio Nobel per la Pace Adolfo Perez Esquivel, porta il titolo «La guerra in Europa e il futuro dell’Italia: allarme ai cittadini per la militarizzazione della società» ed è promosso da “Prima loro” e dalla “SMIPS” (Medicina e società) di Bologna. Questo è il testo dell'appello:

La chiamano “guerra ibrida” per ingannarci ma sarà come a Gaza, in Ucraina o a Hiroshima.

Noi che qui ci firmiamo lanciamo un vivo allarme ai cittadini, alle Istituzioni, Associazioni e Partiti, perché le attuali politiche europee stanno portando l’Europa al suicidio rischiando di innescare una guerra di grandi proporzioni in Italia e nel mondo, e perché la decisione dei maggiori governanti europei, a cui si è associato il ministro Crosetto, di portare il riarmo (“ReArm Europe”) fino al ripristino della Leva, maldestramente definita come “volontaria”, rivela la vera natura dell’Europa e del mondo che si sta costruendo. Si tratta dell’ultimo stadio della forma economico-sociale dominante, consistente in un capitalismo militarizzato, che per presidiare il dominio del denaro e di una finanza incondizionata, procede alla militarizzazione non solo di tutto ciò che attiene alla cosiddetta “sicurezza”, ma della società tutta intera, cioè della mente, del cuore, della cultura, dell’informazione, dell’Accademia, delle scuole. La nuova coscrizione minacciata ai giovani, che non potrebbe che essere obbligatoria se veramente si trattasse, come una volta, di difendere la Patria, rimetterebbe in discussione anche l’obiezione di coscienza che nella legislazione italiana si chiama “obbedienza alla coscienza”. E l’Europa, cominciata col rifiuto della CED (Comunità Europea di Difesa) finirebbe nella UED (Unione Europea di Difesa).

E che la vera partita sia quella di inquinare le coscienze è dimostrato dal fatto che la Commissione Europea ha altresì “svelato la nuova strategia” di sicurezza interna, chiamata “Protect Eu”, che prevede un “cambiamento culturale”, addirittura un “cambiamento di mentalità”, cioè del modo di pensare e dei principi ispiratori dell’agire, che coinvolga “l’intera società, i cittadini, le imprese, i ricercatori, la società civile”.

La militarizzazione, il “ruere ad armas”, per dirla in latino, a cui sono chiamati i cittadini e le cittadine, non significa però che i loro promotori e artefici vogliano la guerra, che anzi giudicano controindicata dal punto di vista economico e contraria al valore d’uso del denaro e che Trump definisce come “stupida”, ma senza la minaccia della guerra la militarizzazione non si può fare. Così viene svelata la vera ragione della parossistica denuncia della minaccia russa che, ben oltre la stentata avanzata nel Donbass, giungerebbe fino al Portogallo, facendo gridare a una guerra imminente: minaccia di guerra di cui purtroppo l’invasione russa dell’Ucraina motivata dalla minaccia del coltello alla gola della NATO ha fornito la prova regina, di cui la Commissione Europea ha approfittato per finanziare e calendarizzare per il 2030 la guerra contro la Russia.

La tragedia è che mentre questa guerra non è prevedibile in quanto una minaccia russa non c’è, come gli Stati Uniti certificano avendo cambiato radicalmente la loro strategia di difesa finora rivolta contro la Russia, con ogni probabilità essa scoppierebbe ugualmente per gli stessi automatismi innescati dalla società militarizzata e per la presenza in circolazione di molti Dottor e Dottoresse Stranamore. Né i suoi responsabili e fautori ammetterebbero di esserne la causa perché non sanno quello che fanno, vittime come sono del sistema vigente che li aliena e rende estranei a se stessi stabilendo il dominio delle cose sull’uomo invece che mettere la tecnologia e le armi sotto il dominio dell’uomo.

Per cambiare le cose e interdire questo futuro di immense sciagure non occorre una rivoluzione, la quale consiste nel costruire una società non ancora pensata: la rivoluzione l’abbiamo già fatta e pensata, anche se incompiuta, con le Costituzioni democratiche, la giustizia come gloria del diritto, il ripudio della guerra, l’eguaglianza, i diritti umani, la comunità internazionale, valori universali e perenni dell’Occidente e del mondo. Quella che è in corso è infatti una controrivoluzione che rimette sul trono la guerra, infirma l’eguaglianza in nome del suprematismo bianco e recupera perfino il genocidio chiamandolo sicurezza e pace. Ciò che ci sta accadendo è il passaggio a una società postdemocratica. La pervasività ubiquitaria del pensiero e degli obblighi militari è infatti incompatibile con la democrazia, anche se ne conserva e ne vanta il nome, come è dimostrato dallo Stato etnico di Israele.

Dobbiamo invece insorgere contro questa annunciata caduta nel precipizio rovesciando, finché si è in tempo, le politiche che vi conducono, e perciò in modo non violento e senza rassegnazione ed indugi. In Italia e in Europa questo è possibile, grazie alle loro tradizioni costituzionali e anche perché la destra è tutt’altro che vincente ed unita ma anzi è sede di contraddizioni profonde: essa è insieme amante dell’America e nemica della Russia, lamentando di essere lasciata sola a difendersi quando gli Stati Uniti hanno semplicemente smesso di considerare la Russia come nemica, dandole anzi l’onore del tappeto rosso, ed è divisa in se stessa, perché vittima di contrastanti velleità, in quanto ad esempio non si possono nello stesso tempo costruire ponti ed ammassare droni.

Perciò intendiamo resistere alle politiche che stanno portando l’Europa al suicidio e l’Italia alla perdizione, e chiediamo a partiti, sindacati, Chiese, associazioni di ogni genere e a tutti i cittadini di mettersi in gioco in una inedita lotta politica con cinque obiettivi prioritari:

  Non sabotare il lavoro diplomatico per la cessazione della guerra in Ucraina favorendo una pace che non sia una pace ingenerosa per gli sconfitti e garantisca la reciproca sicurezza nel quadro di un ordine di giustizia e di pace tra le nazioni;

  Liberarsi dell’idea del nemico come determinante della politica e della vita internazionale;

  Aprire un dialogo con Stati Uniti, Russia, Cina e gli altri Paesi per un mondo multipolare e determinare Israele a restituire vita e futuro al popolo palestinese;  

  Riprendere la costruzione dell’Europa non per farne un Superstato sovrano immune da ogni altro potere e “pronto alla guerra”, ma per creare una democrazia compiuta di persone, popoli e ordinamenti in stretta comunione tra loro;

  Concordare una decrescita della produzione, commercio e stoccaggio delle armi; portare a conclusione le trattative per il disarmo nella priorità della difesa della natura e perché la storia continui.

A tali fini proponiamo che si costituiscano Comitati di Liberazione dal Nemico e dalla Guerra, e associazioni popolari di amicizia con la Russia, con il popolo ebraico, con i palestinesi, con la Cina, e naturalmente tra i popoli d’Europa e d’America.

Adolfo Perez Esquivel, Premio Nobel per la pace 1980, padre Raffaele Nogaro, già vescovo di Caserta, Domenico Mogavero, già vescovo di Mazara del Vallo, e i due siti “Prima loro” con Raniero La Valle e “Scienza Medicina Istituzioni Politica Società” con Francesco Domenico Capizzi;

con: Riccardo Petrella per l'”Agorà degli Abitanti della Terra", “Disarma” con Claudio Grassi e Linda Santilli, “Adista” con Eletta Cucuzza e Ludovica Eugenio, Domenico Gallo con “Chiesa di tutti Chiesa dei poveri”, Francesco Di Matteo con i Comitati Dossetti per la Costituzione, Adriano Prosperi, Roberta De Monticelli. Antonio Malorni, Giovanni Russo Spena, Giovanni De Plato, Anna Corsi, Federico Licastro, Franco Nanni, Roberto De Vogli, Vincenzo Balzani, Elena Roberta Astore, Marta Bettini, Maurizio Guermandi, Eugenio Santoro, Duccio Campagnoli, Valentina Prosperi, Pasqualino Masciarelli, Marilena Prosperi, Maria Sabatino, Giuseppe Vinci, Antonino Arcoraci, Massimo Famularo, Morena Gubellini, Claudia Boni, Rudi Fallaci, MariaTeresa Cacciari, Daniele Barbieri, Ilaria Barbieri con “Pane Pace Lavoro”, Elena Lanzoni con “Tonalestate” Summer University, Franco Ventriglia, Michele Agrelli, Carlo Freccero, Raffaella Costi, Stefano Fassina, Maria Paola Patuelli, Luigi Marino, “Associazione Massimo Gorkj”, Napoli.

Quanti vogliano associarsi alla trasmissione di questo allarme possono farlo scrivendo all’indirizzo: info@smips.org, corrispondente al sito: www.smips.org.

Fin qui il documento, che troverete anche nel sito, a cui tutti possono aggiungere la loro firma come mittenti scrivendo al citato indirizzo info@smips.org. Sul nostro sito pubblichiamo anche un articolo di Lavinia Marchetti sul “costo delle verità”  per l’indomita Francesca Albanese e l’ultima newsletter sul significato del ricordo di Nicea, e il silenzio sul genocidio nel viaggio del Papa in Turchia e nel Libano.

Con i più cordiali saluti,

da “Prima Loro” (Raniero La Valle)

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