
La via maestra del "Disarmo umanitario": una dichiarazione di 100 organizzazioni
Sono quasi 100 le organizzazioni e le campagne della società civile internazionale che, in occasione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, hanno apposto la firma in calce alla dichiarazione congiunta dal titolo “Il disarmo umanitario è la strada per ridurre il costo umano delle armi”. Tra le reti promotrici segnaliamo la presenza di alcune tra le più note ai lettori di Adista: Control Arms, coalizione globale di organizzazioni (tra cui Amnesty International e Oxfam) nata per arginare la vendita di armi a Paesi in guerra o che violano i diritti umani e per guidare la mobilitazione globale verso la sigla del Trattato sul Commercio delle Armi (ATT), adottato dall'Assemblea Generale ONU il 2 aprile 2013; International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (ICAN), premio Nobel per la Pace 2017 per aver assunto un ruolo da protagonista nel percorso verso l’adozione del Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari (TPNW), votato dall'ONU il 7 luglio 2017; International Network on Explosive Weapons (INEW), rete internazionale fondata nel 2011 da ong come Human Rights Watch, Oxfam, Save the Children e Women's International League for Peace and Freedom (Wilpf); Campagna “Stop Killer Robots”, coalizione globale di oltre 250 sigle pacifiste tra le quali, per l’Italia, Rete italiana Pace e Disarmo (RiPD); ci sono poi quasi cento organizzazioni internazionali, laiche e di ispirazione religiosa, tra le quali Amnesty International, Campagna Italiana contro le Mine, Centro de Estudios Ecuménicos-Promotora de Paz, Human Rights Watch, Jesuit Refugee Service, Pax Christi International, RiPD, Soka Gakkai International, Wilpf, ecc.
«Negli ultimi trent’anni – si legge nella dichiarazione, con riferimento alle conquiste intorno a disposizioni internazionali contro bombe a grappolo, mine antipersona, armi chimiche e nucleari, ecc. – il disarmo umanitario ha fatto una differenza fondamentale nel salvare innumerevoli vite in tutto il mondo e nel definire norme che resistono nel tempo. L’approccio incentrato sulle persone mira a prevenire e porre rimedio alle sofferenze umane e ai danni ambientali causati dalle armi e ha dimostrato la sua capacità di resistere alle tempeste geopolitiche».
Le organizzazioni puntano però il dito contro gli «attacchi su più fronti» che hanno tentato di fiaccare il disarmo umanitario e di mettere in discussione tutti questi progressi fatti nel corso dei decenni. In particolare, denunciano, la denigrazione continua del diritto internazionale e «l’uso di mine antiuomo e munizioni a grappolo, nonché le minacce di ricorso alle armi nucleari» sono segnali chiari di quanto certi ordigni siano ancora estremamente minacciosi per il genere umano, nonostante proibiti dai trattati.
È allarmante, per esempio, che alcuni Paesi abbiano «deciso di recedere dal Trattato sulla messa al bando delle mine antipersona e dalla Convenzione sulle munizioni a grappolo, mettendo ulteriormente in pericolo i civili a causa della prospettiva di un loro ulteriore utilizzo».
E, ancora, inquieta «il mancato rispetto da parte degli Stati del Trattato sul commercio delle armi ATT e l’inadempimento degli impegni assunti nella Dichiarazione politica sull’uso di armi esplosive in aree popolate».
Infine, preoccupa che i numerosi progressi finora compiuti sulla via della definizione di un “Trattato sui sistemi d’arma autonomi” non si siano dimostrati al passo con gli sviluppi tecnologici più recenti, di cui abbiamo avuto ampia dimostrazione nei recenti teatri di guerra, a Gaza e in Ucraina.
Possiamo dunque ammettere che il cammino del disarmo umanitario sia stato finora funestato da difficoltà, rallentamenti, opposizione di lobby e culture politiche. «Tuttavia, pur non essendo una panacea, il disarmo umanitario ha contribuito a ridurre il costo umano delle armi per decenni e continuerà a farlo. Ha fatto una differenza concreta nella protezione dei civili stigmatizzando e riducendo l’uso di determinate armi, riducendo le scorte e promuovendo misure di sminamento e assistenza alle vittime. Nel corso di questo processo, ha superato ostacoli quali il mondo post 11 settembre, i cambiamenti di governo, le turbolenze economiche e la natura mutevole della guerra».
Alla luce dei principi del disarmo umanitario, la società civile globale si vede oggi costretta ad affrontare sfide nuove e importanti, come «il crescente disprezzo per lo Stato di diritto e le carenze finanziarie del settore umanitario». La dichiarazione elenca, uno dietro l’altro, tali principi: l’«approccio umanitario» che pone come primo obiettivo la protezione dei civili; l’«approccio cooperativo» per promuovere la condivisione dei processi decisionali tra Stati, società civili, organizzazioni; l’«impegno nei confronti del diritto internazionale», rispettando e difendendo gli obblighi contemplati e contagiando anche quei Paesi che non aderiscono ai trattati; la «capacità di adattamento» del disarmo umanitario, da sfruttare in scenari sempre nuovi, come i nuovi sistemi d’arma, l’ambiente, la distruzione del patrimonio culturale, ecc.
Per rendere il disarmo umanitario realmente efficace all’interno e tra gli Stati, è necessario che i governi si impegnino a: «Garantire che le caratteristiche fondamentali dell’umanitarismo, della cooperazione, dello Stato di diritto e dell’adattabilità guidino tutti gli sforzi volti ad affrontare le questioni relative al disarmo»; «Evidenziare le preoccupazioni umanitarie sollevate dalle armi problematiche nel corso delle discussioni in seno alla Prima Commissione»; «Chiedere, a seconda della questione specifica, il rispetto delle norme esistenti, il miglioramento dell’attuazione e la creazione di leggi nuove o più severe»; «Aderire, attuare pienamente e rispettare gli strumenti di disarmo umanitario». Il diritto internazionale è sotto attacco, oggi più che mai, e solo gli Stati hanno il potere di opporsi a questa minaccia, aiutando il disarmo umanitario ad affermarsi sempre più, «nell’interesse di tutti noi».
* Immagine di DVIDSHUB, tratta dal sito Flickr. Licenza e immagine originale. La foto è stata ritagliata. Le utilizzazioni in difformità dalla licenza potranno essere perseguite
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