
La Rai censura "No Other Land"? La denuncia della Rete Artisti #NoBavaglio
La Rete ARTISTI #NOBAVAGLIO denuncia con indignazione la decisione della Rai di cancellare il film documentario "No Other Land" dal palinsesto di Rai 3 in programma per il 7 ottobre, anniversario del terribile agguato terroristico di Hamas. Il film, vincitore dell'Orso d’Oro a Berlino e dell'Oscar 2025, è opera di un collettivo israelo-palestinese e documenta la resistenza palestinese di Masafer Yatta contro gli sgomberi da parte dell'esercito israeliano. La rimozione, avvenuta a seguito di una presunta "telefonata di natura politica" e senza spiegazioni pubbliche, è considerata dalla Rete un atto gravissimo che mina la libertà di espressione e il pluralismo, da parte di un servizio pubblico piegato al "diktat del potere".
Di seguito il comunicato integrale:
Rete#NOBAVAGLIO
COMUNICATO STAMPA
La Rete ARTISTI #NOBAVAGLIO denuncia la censura politica
sul film “No Other Land” e chiede trasparenza alla Rai e al Governo
La Rete ARTISTI #NOBAVAGLIO esprime sdegno e preoccupazione per la decisione della Rai di cancellare dal palinsesto del 7 ottobre il film No Other Land, opera vincitrice dell’Oscar 2025 e dell’Orso d’Oro al Festival di Berlino, scritta, diretta e prodotta da un collettivo israelo-palestinese composto da Basel Adra, Yuval Abraham, Hamdan Ballal e Rachel Szor.
La pellicola, che racconta la resistenza dei palestinesi di Masafer Yatta contro le demolizioni e gli sgomberi forzati da parte dell’esercito israeliano, era stata annunciata ufficialmente dalla Rai per la prima serata del 7 ottobre su Rai3. Una data non casuale, scelta per il suo valore simbolico: due anni dopo l’attacco di Hamas a Israele, offrire al pubblico italiano una narrazione plurale e alternativa sul conflitto israelo-palestinese rappresentava un atto di responsabilità culturale e informativa.
Tuttavia, come riportato da fonti giornalistiche, è bastata una “telefonata di natura politica” per far sparire il film dai palinsesti, senza alcuna spiegazione pubblica da parte della dirigenza Rai. Un gesto che la Rete ARTISTI #NOBAVAGLIO (vedi manifesto-appello sottoscritto da oltre tremila sostenitori tra artisti, registi e operatori culturali), considera gravissimo, non solo per il contenuto dell’opera censurata, ma per il messaggio che trasmette: la cultura può essere silenziata, la verità può essere rimossa, il servizio pubblico può piegarsi ai diktat del potere.
La Rete ARTISTI #NOBAVAGLIO, che riunisce artisti, registi, attori, musicisti, scrittori e operatori culturali, chiede alla dirigenza Rai di chiarire pubblicamente le motivazioni che hanno portato alla rimozione del film dal palinsesto e di rendere trasparente il processo decisionale che ha condotto a tale censura; al Governo Meloni-Tajani-Salvini di assumersi la responsabilità politica di un’ingerenza che ha il sapore dello squadrismo istituzionale e che mina la credibilità del servizio pubblico radiotelevisivo.
Non solo come artisti e operatori dell’informazione ma anche come cittadini e alle cittadine chiediamo trasparenza, libertà di espressione e rispetto del pluralismo nel servizio pubblico, che è finanziato con il canone pagato da tutte e tutti.
La cancellazione del film No Other Land è un atto che offende l’intelligenza del pubblico, la dignità degli autori e il diritto all’informazione. È un segnale inquietante di normalizzazione dell’interferenza politica nei contenuti culturali e informativi. È inaccettabile che basti una telefonata per far sparire dai palinsesti un’opera premiata a livello internazionale, che dà voce a chi resiste all’occupazione e alla violenza.
La Rete ARTISTI #NOBAVAGLIO invita tutte le realtà culturali, sociali e civili a mobilitarsi: per chiedere alla Rai di ripristinare la messa in onda del film il 7 ottobre, come inizialmente previsto; per organizzare proiezioni pubbliche e collettive di No Other Land in tutta Italia, in segno di solidarietà con gli autori e con il popolo palestinese; per promuovere una campagna nazionale contro la censura e per la libertà dell’arte e dell’informazione, affinché il servizio pubblico torni ad essere uno spazio di confronto, pluralismo e verità.
La cultura non si censura. La verità non si nasconde. La libertà non si baratta.
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