Nessun articolo nel carrello

«Le nostre comunità possono essere anche luoghi di orrore». La questione abusi all’assemblea della Cei

«Le nostre comunità possono essere anche luoghi di orrore». La questione abusi all’assemblea della Cei

Tratto da: Adista Notizie n° 42 del 29/11/2025

42443 ASSISI (PG)-ADISTA. Severa autocritica ecclesiale da parte di mons. Ivan Maffeis, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve (nonché delegato per il Servizio regionale umbro per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili), durante la celebrazione dei Vespri e la preghiera per le vittime sopravvissute agli abusi lo scorso 18 novembre ad Assisi, dove si è svolta l’Assemblea generale della Conferenza episcopale italiana (v. notizie precedenti).

«Ogni mancanza di rispetto è, a diverso livello, una forma di violenza, è sfruttamento, bisogno incontrollato di possesso, offesa della dignità, corruzione – ha detto Maffeis –. Quando poi a esserne vittima è un minore o una persona vulnerabile, restano ferite che non conoscono prescrizione, ma cicatrici indelebili. Davanti a tale gravità non sussiste spazio alcuno per atteggiamenti di omissione o di sottovalutazione. Non basta nemmeno denunciare, reprimere e condannare un crimine perverso, che si ripercuote non solo sulle vittime, ma sui familiari e sul popolo di Dio, disorientato e sconcertato tra dubbio, incredulità e scandalo».

Quindi se «denunciare, reprimere e condannare» è necessario ma non sufficiente, secondo Maffeis occorre mettere in campo anche altre azioni: «Riconosci i fatti, fa’ capire che “il dolore delle vittime e delle loro famiglie è anche il tuo dolore”, è il dolore della Chiesa, minata nella sua credibilità, “indebolita nella sua capacità di profezia e di testimonianza” – ha detto rivolgendosi ai vescovi –. Accogli, ascolta e accompagna con disponibilità le persone abusate nel loro bisogno primario di essere credute e, quindi, di ottenere giustizia. Abbi pietà di chi si è macchiato di una responsabilità tanto aberrante; prega per lui e, con chiarezza, condividi con lui l’esigente percorso della riparazione e della conversione». E rispetto alle notizie di stampa che puntano il dito contro i crimini di abuso commessi da uomini di Chiesa, Maffeis – che è anche giornalista ed è stato direttore di Vita Trentina (settimanale della Diocesi di Trento) nonché docente di etica e deontologia dei media presso le università pontificie salesiana e lateranense – non ha fatto sconti: «L’umiliazione per lo sdegno pubblico sopportala con umiltà, a testimonianza del tuo essere coinvolto nella sofferenza delle vittime e nella domanda ecclesiale di perdono». Solo in questo modo «da problema emergenziale la tutela diventerà missione permanente, capace di farsi cultura in famiglia, nella scuola, nel mondo dello sport, come nella stessa comunità cristiana, per ambienti ospitali e sicuri, dove ogni persona sia riconosciuta e rispettata nella sua sacralità».

L’assemblea generale è stata anche l’occasione per un chiarimento fra i vescovi italiani e la Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori che aveva severamente bacchettato la Cei accusandola di negligenze, scarsa trasparenza e lentezza sulla questione abusi (v. Adista Notizie n. 37/25). «Riconosciamo e valorizziamo ciò che funziona, mentre valutiamo e correggiamo ciò che può essere migliorato», ha puntualizzato mons. Thibault Verny, da qualche mese nuovo presidente della Pontificia Commissione (v. Adista Notizie n. 27/25). «Questo punto è cruciale: indicare con trasparenza le lacune nei sistemi di salvaguardia e offrire risposte professionali rafforza la credibilità della Chiesa, affinché la nostra casa ecclesiale sia un luogo sicuro per tutti, per le famiglie, i giovani e i bambini», ha aggiunto Verny, che ha citato come esempio virtuoso – sebbene non l’unico possibile – la scelta dei vescovi francesi di istituire una commissione indipendente (Ciase) per indagare sugli abusi commessi dal clero (v. Adista Notizie nn. 41, 42 e 44/21). E mons. Luis Herrera, segretario della Pontificia commissione per la tutela dei minori, ha invitato i vescovi italiani a vincere ogni titubanza nell’affrontare il crimine degli abusi: «Questa riluttanza a volte nasceva dalla paura, dalla paura di ascoltare le terribili verità che le vittime e i sopravvissuti ci raccontano. La paura che le nostre comunità non siano perfette e possano anche essere luoghi di orrore. La paura di non sapere cosa fare, come confortare, come aiutare. Paura di confrontarci con i nostri fratelli o sorelle che potrebbero aver commesso un crimine e del costo che questo potrebbe avere per loro e per noi. Troppo spesso questa resistenza ha tenuto molti uomini e donne rinchiusi nel silenzio per anni, per decenni, per tutta la loro vita».

«È interesse nostro chiarire delle opacità se ci sono», ha detto in conferenza stampa il cardinale presidente della Cei Matteo Zuppi. «C’è consapevolezza che è qualcosa che deve essere affrontato senza giustizialismo e senza connivenza o minimalismo o senza perdere il rigore che ci deve essere». 

*Foto presa da Wikimedia Commons, immagine originale e licenza 

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

Sostieni la libertà di stampa, sostieni Adista!

In questo mondo segnato da crisi, guerre e ingiustizie, c’è sempre più bisogno di un’informazione libera, affidabile e indipendente. Soprattutto nel panorama mediatico italiano, per lo più compiacente con i poteri civili ed ecclesiastici, tanto che il nostro Paese è scivolato quest’anno al 46° posto (ultimo in Europa Occidentale) della classifica di Reporter Senza Frontiere sulla libertà di stampa.