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OPERE FARAONICHE E PROGETTI SOSTENIBILI. DUE LOGICHE OPPOSTE SI SCONTRANO IN BRASILE

Tratto da: Adista Documenti n° 10 del 04/02/2006

DOC-1693. BRASILIA-ADISTA. Da quando, alla fine dello scorso settembre, dom Luiz Flávio Cappio, vescovo francescano di Barra, è riuscito, attraverso uno sciopero della fame durato 11 giorni, ad ottenere la sospensione del progetto di deviazione delle acque del São Francisco, i riflettori non si sono più spenti sul caso dell'opera faraonica di modifica del corso del fiume, con cui il governo Lula intende combattere la siccità del Nordest brasiliano (v. Adista nn. 69 e 73/05). Dopo l'accordo raggiunto il 6 ottobre tra dom Cappio e Lula, grazie al quale il vescovo ha accettato di interrompere lo sciopero della fame in seguito all'impegno del governo di "prolungare il dibattito" sul progetto, sostenitori e critici dell'opera hanno continuato ad opporre frontalmente le proprie concezioni: quella della cosiddetta "industria della siccità", come viene chiamata l'élite dei grandi proprietari del Nordest, e quella della "convivenza con il semi-arido", fondata sull'adozione di soluzioni semplici, economiche e praticabili, nel rispetto delle leggi del fragile ecosistema del Nordest brasiliano. Le due opposte logiche sono tornate a scontrarsi in un seminario ("Il Progetto São Francisco e il semi-arido") promosso il 9 dicembre a Brasilia dal ministro dell'Integrazione nazionale Ciro Gomes, il più grande sostenitore del progetto, con la presenza di una nutrita truppa di consiglieri e tecnici dei vari ministeri interessati e di uno sparuto gruppo di rappresentanti della società civile, tra cui, in rappresentanza della Conferenza dei religiosi del Brasile, il frate carmelitano Gilvander Moreira, la cui lotta contro un altro controverso progetto, quello dello sfruttamento della miniera di Capão Xavier, in Minas Gerais, gli ha già fruttato diverse minacce di morte (v. Adista n. 26/05). Secondo Frei Gilvander, "non è possibile discutere di deviazione del corso del fiume fino a quando non venga promossa una rivitalizzazione del bacino del São Francisco, che è un lavoro gigantesco". Negli ultimi 40 anni, infatti, il fiume ha perso circa il 40% del suo volume d'acqua, ricevendo tutti gli anni 18 milioni di tonnellate di sabbia e terra: il São Francisco, ha affermato Moreira, rischia di essere "seppellito vivo", con conseguenze disastrose per la pesca e l'agricoltura. Impensabile, dunque, che possa sopportare un prelievo, come quello previsto dal progetto, di 26 metri cubi d'acqua al secondo. "Non è possibile – ha concluso il frate carmelitano - iniziare un'opera così controversa senza la realizzazione di un referendum, da convocarsi con un margine di tempo di almeno anno e mezzo per permettere un dibattito serio e profondo con tutta la società".

Per discutere il caso São Francisco, il presidente Lula ha ricevuto a metà dicembre dom Luiz Cappio, ma, dopo un colloquio dai toni piuttosto accesi, secondo quanto riferisce dom Tomás Balduino, presente anche lui all'incontro, il presidente non sembra aver lasciato molte speranze: "Non posso ritirare il progetto di deviazione del fiume", ha detto. Di seguito il resoconto di Balduino, in una nostra traduzione dal portoghese. (c. f.)

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