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I FEDELI DI SAN CRISTÓBAL AL PAPA: SE DIO ASCOLTA LE NOSTRE PREGHIERE, PERCHÉ NON CI ASCOLTI ANCHE TU?

Tratto da: Adista Documenti n° 30 del 15/04/2006

Caro Tatic papa,

In nome di tutte le comunità cattoliche della diocesi di San Cristóbal de las Casas e di tutti i distinti ministeri che sono fioriti in questa Chiesa locale, riceva il nostro cordiale saluto in nome di Dio nostro Padre e della Vergine Maria di Guadalupe, che sempre ci accompagna nel nostro cammino, e il nostro augurio di buona salute in questa instancabile opera che Dio le ha affidato di servire i poveri e gli oppressi, figli e figlie di Dio.

Dopo il nostro breve saluto, vogliamo esprimere i nostri sentimenti di gioia e di speranza per tutto il bene ricevuto nei distinti ministeri che accompagnano la vita e la fede della Chiesa nelle nostre comunità. In particolare, siamo grati per la benedizione che ha rappresentato per la nostra diocesi il ministero del diaconato permanente lungo questi 30 anni di servizio. Proviamo anche una profonda gratitudine dinanzi al Signore per l'accompagnamento paterno e forte dei nostri vescovi e presbiteri e per la presenza generosa e la dedizione di molte religiose, di missionari e di missionarie.

Vorremmo anche farle sapere che la nostra Chiesa si sente triste e addolorata, perché ora non c'è la possibilità che altri nostri fratelli ricevano l'ordinazione diaconale, che è una grande necessità delle comunità. Il lavoro del diacono è molto importante, perché dà vita alla comunità: sa come convocarla, come visitarla, e come avvicinarsi a ciascuna delle persone. Anche se c'è fango, pioggia, se è notte, se ci sono salite e discese, cammina e viene a farci visita. Conosce la nostra lingua e la nostra cultura, e ci parla nel nostro stesso idioma. Sa come arrivare al nostro cuore. Per quanto vi siano sacerdoti con grande disposizione al servizio, essi non ci possono visitare e accompagnare con la stessa frequenza. Nel corso di questi 30 anni, ci siamo resi conto che il lavoro del diacono non è lo stesso di un catechista o di un ministro, poiché sentiamo che, nel ricevere lo Spirito Santo con l'imposizione delle mani, il diacono anima il cuore delle comunità. Sentiamo attraverso il suo lavoro l'accompagna-mento dello Spirito. Le nostre comunità hanno ricevuto attraverso tutti coloro che hanno accettato la vocazione al diaconato il dono dello Spirito Santo. Abbiamo anche visto che la presenza del diacono ci aiuta a frenare il disorientamento provocato dalle sette. Ma ora vi sono diaconi molto anziani, che sono sofferenti nel corpo e che non possono raggiungere le comunità lontane, poiché non vi sono strade, e in molte zone della nostra diocesi non abbiamo ancora diaconi. Il diacono è una persona che ha ricevuto una lunga preparazione, d'accordo con la Direzione diocesana per il diaconato indigeno permanente, secondo il mandato della Chiesa universale, e per questo è per noi qualcuno che ci aiuta ad orientarci e ad essere uniti, in comunione con i nostri sacerdoti nelle nostre parrocchie, con il nostro vescovo e con la Chiesa universale.

Santo Padre Benedetto XVI, i poveri e quanti di noi vivono in zone molto remote hanno un grande bisogno dell'ausilio dei diaconi per poter ricevere i sacramenti della vita cristiana. In certe occasioni vediamo morire i nostri anziani senza che possano ricevere assistenza spirituale. Ricordando quanto ci dice la parola di Dio negli Atti degli apostoli (6,1-7), quando, di fronte alla grande necessità della comunità, gli apostoli cercarono di rispondere mediante il ministero del diaconato, vogliamo parlare al suo cuore di pastore e di successore di Pietro, affinché, nell'esercizio del suo ministero, autorizzi il nostro vescovo a continuare ad ordinare diaconi secondo la necessità delle comunità.

Sua Santità, sappiamo che Dio chiama chi Lui vuole e che dona ai popoli quello di cui essi hanno bisogno. Rendiamo grazie a Dio per aver voluto concedere in abbondanza il dono del diaconato a molti nostri fratelli, e vediamo che vi sono molti altri fratelli disposti a rendere questo servizio, anche sapendo che questo lavoro è molto duro, poiché, oltre al ministero diaconale, essi devono lavorare la terra per alimentare la loro famiglia. Le chiediamo di aiutarci a continuare a prenderci cura di questo dono che abbiamo ricevuto, permettendo che quanti sono disponibili a rendere tale servizio ricevano il dono dello Spirito Santo. Allo stesso tempo, stiamo chiedendo intensamente a Dio che ci doni sacerdoti provenienti dai nostri popoli e stiamo cercando la strada per invitare i nostri bambini e i nostri giovani a prepararsi a questo servizio.

Con questa lettera cogliamo l'occasione di esprimerle la nostra comunione, il nostro affetto e rispetto. Riceva la nostra gratitudine e la promessa delle nostre preghiere, perché il Signore la illumini nel suo servizio alla Chiesa come successore di Pietro. Questa soltanto è la nostra parola da parte di tutte le comunità cristiane della nostra diocesi.

Per le diverse parrocchie della diocesi

Per il Consiglio diaconale diocesano

Felipe Arizmendi

Enrique Díaz Díaz

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