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RANTOLI IMPERIALI

Tratto da: Adista Contesti n° 58 del 29/07/2006

DIETRO IL NUOVO PROGETTO U.S.A. PER OTTENERE UN CAMBIAMENTO DI REGIME A CUBA, C’È L’INTENZIONE DI COLPIRE IL VENEZUELA.

E’ TRATTO DALL’AGENZIA “ARGENPRESS” (13/07/06) QUESTO ARTICOLO DI JOSÉ PERTIERRA. TITOLO ORIGINALE: “¿ES VENEZUELA EL VERDADERO BLANCO DEL NUEVO PLAN DE BUSH PARA CUBA?”

Cuba ordina e Venezuela paga il conto. Questa è la premessa fondamentale che soggiace al rapporto su Cuba reso pubblico dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti il 10 luglio. I suoi elementi di novità hanno a che vedere tanto con i piani di Bush per ottenere un cambiamento di regime a Cuba, quanto con la presunta minaccia che il Venezuela rappresenta per gli interessi di sicurezza nazionale degli Stati Uniti.

Il rapporto di 93 pagine è stato elaborato dalla Commissione per l’assistenza a una Cuba libera, presieduta dal segretario di Stato Condoleeza Rice e dal segretario per il commercio Carlos Gutiérrez. Le sue raccomandazioni sono state accettate dal presidente George W. Bush. Queste includono un investimento di 80 milioni di dollari per i prossimi due anni con l’obiettivo di assicurare una transizione invece di una successione al potere a Cuba. Il rapporto contiene anche un allegato costituito da un piano segreto per ottenere un cambiamento di regime nell’isola.

Per quanto il rapporto della Commissione e le sue raccomandazioni abbiano a che vedere apparentemente con Cuba, il Venezuela appare come uno dei principali protagonisti del dramma. Il rapporto cita il Venezuela almeno nove volte, sempre con l’idea che il governo Chávez finanzi il governo cubano. “Cuba può far fronte alle proprie necessità di bilancio solo con il considerevole aiuto di donatori stranieri, fondamentalmente del Venezuela”, afferma il rapporto.

Sovversione in America Latina

Oltre a mantenere a galla il governo di Cuba, il denaro venezuelano è indicato come responsabile della sovversione in America Latina. Il primo paragrafo del rapporto proclama sfacciatamente che “esistono chiari indizi del fatto che il regime (leggasi Cuba) utilizza denaro proveniente dal governo Chávez per riattivare le proprie reti nell’emisfero con il proposito di sovvertire i governi democratici”. Non ci viene detto quali siano i Paesi che il governo Bush pensa abbiano subito l’iniziativa di Cuba e del Venezuela, e neppure come i due Paesi mettano in pratica le proprie perverse strategie politiche.

Avranno fomentato la sovversione in Bolivia? Il Paese sudamericano ha recentemente eletto Evo Morales come presidente. Washington lo qualifica come amico di Cuba e del Venezuela. Cuba mantiene 719 medici in Bolivia. Essi vanno nei luoghi in cui i medici boliviani non si azzardano ad andare. Nelle aree più remote del Paese andino i medici cubani provvedono a 776mila pazienti e hanno salvato più di 326 vite. Il presidente venezuelano Hugo Chávez si è impegnato con la Bolivia a realizzare investimenti in campo energetico per un totale di 1500 milioni di dollari. Il Venezuela sta anche investendo nel Paese andino in progetti per la produzione di the, caffè, derivati del latte e prodotti a base di coca assolutamente legali e senza impiego di materiali chimici. Il governo Chávez ha anche donato recentemente computer alle scuole della remota regione boliviana del Chapare.

Dietro la retorica demonizzatrice, quello che realmente ci dice il rapporto di Bush è che i medici cubani e gli investimenti venezuelani sono una ricetta letale per la sovversione in America Latina.

“L’asse diretto da Castro”

La Commissione del governo Bush paragona la relazione di Cuba con il Venezuela con la scomparsa relazione che l’isola aveva con la vecchia Unione Sovietica, solo che questa volta l’isola non sarebbe il socio subordinato: “È Fidel Castro che comanda”. Naturalmente, la Commissione non offre alcuna prova a sostegno della teoria che il presidente Chávez risponda assolutamente agli interessi del presidente cubano. Il rapporto postula semplicemente il mito come un fatto reale.

Questo “asse guidato da Castro”, prosegue il rapporto, “scardina il nostro interesse per un Venezuela più democratico e per istituzioni e governi democratici in altre parti della regione. Insieme, questi due Paesi stanno proponendo un’alternativa retrograda e un programma anti-Usa per il futuro dell’emisfero e stanno ottenendo risonanza tra governi populisti e popolazioni private del diritto di voto nella regione”.

Da queste false premesse deriva la politica estera del governo Bush verso Cuba e Venezuela. La Dottrina Bush è chiara: per proteggere i suoi interessi in America Latina, Washington deve rovesciare il governo cubano e sostituirlo con uno più affine agli interessi degli Stati Uniti. Per aiutare a rovesciare il governo cubano, è necessario tagliare l’elargizione di denaro all’isola. È qui che entra in gioco il Venezuela, secondo la logica nordamericana.

Il rapporto che il Dipartimento di Stato ha reso pubblico rivela chiaramente che Washington considera Cuba e Venezuela come fratelli gemelli, e che per questa fratellanza passa l’asse del male che pregiudica gli interessi degli Stati Uniti.

La minaccia di usare il III Capitolo della Legge Helms Burton contro il Venezuela

Una delle raccomandazioni più preoccupanti della Commissione è la minaccia di imporre al Venezuela il III Capitolo della Legge per la Libertà e Solidarietà cubane del 1996, nota come Legge Helms Burton.

Il III Capitolo concede agli Stati Uniti un’autorità senza precedenti sulle proprietà all’interno delle frontiere di un’altra nazione. Consente a cittadini privati di far causa in tribunali statunitensi a imprese che investano settori che il governo cubano ha nazionalizzato dopo il trionfo della Rivoluzione nel 1959. Preoccupati per l’effetto devastante che l’appli-cazione di questo capitolo potrebbe avere nelle relazioni degli Usa con altri governi, i presidenti statunitensi hanno sospeso il III Capitolo da quando la legge Helms Burton è stata promulgata dieci anni fa.

Secondo il rapporto della Commissione, la Casa Bianca è pronta in questo momento ad applicare, per la prima volta, il III Capitolo ai Paesi che siano “coinvolti (con Cuba) in un processo di appoggio alla successione del regime”. Questa è una minaccia diretta contro il Venezuela e anche contro qualsiasi altro Paese che mantenga relazioni commerciali e politiche con Cuba.

Se gli Stati Uniti applicassero il III Capitolo al Venezuela, questo avrebbe profonde e durature conseguenze nelle relazioni tra i due Paesi, i quali mantengono solide relazioni non solo diplomatiche ma anche economiche. Il commercio tra i due Paesi è salito a quasi 39mila milioni di dollari nel 2005. Con questa nuova disposizione di Bush, i cubani di Miami, che già stanno affilando i denti con questo nuovo spazio di manovra contro l’isola, avranno mani libere per denunciare il Venezuela e i suoi imprenditori in relazione alle proprietà nazionalizzate a Cuba con la rivoluzione del 1959, il che significa che a partire da ora il fantasma degli estremisti del sud della Florida aleggerà su ogni possibilità di operazioni commerciali tra Stati Uniti e Venezuela.

Nel riflettere sulle minacce degli Stati Uniti contro il Venezuela raccolte nel rapporto, il presidente Chávez ha detto che “non esiste minaccia alcuna che scoraggi il Venezuela nel suo sostegno alla Rivoluzione cubana e al suo popolo. Invece di pensare a un piano di transizione per Cuba, gli Stati Uniti dovrebbero elaborare un piano di transizione per il proprio Paese, perché questo è il secolo che vedrà la fine dell’impero degli Stati Uniti”.

La dottrina Bush per il cambiamento di regime

La Commissione per l’Assistenza a una Cuba libera ha rivolto la sua attenzione all’America Latina. Secondo la dottrina Bush, il governo cubano deve essere rovesciato. Inoltre, la politica estera degli Stati Uniti verso altre nazioni dell’emisfero si misurerà dal grado in cui queste nazioni sosterranno gli sforzi degli Stati Uniti per ottenere un cambiamento di regime a Cuba. I governi che appoggeranno Cuba correranno il pericolo di incorrere nell’ira del governo statunitense e potranno essere ugualmente rovesciati.

La Dottrina Bush chiarisce che si trovano a disposizione del governo statunitense opzioni legali, politiche e militari per rovesciare il governo cubano così come i governi “amici di Cuba”. Su alcune di queste opzioni si mantiene il segreto e possiamo solo immaginarne l’entità.

Non sappiamo se queste opzioni includano un altro colpo di Stato come quello che gli Stati Uniti hanno incoraggiato nel 2002 e che era quasi riuscito a deporre il presidente Chávez o se Washington abbia l’intenzione di attivare i propri agenti cubano-americani di Miami perché realizzino attacchi terroristici, o se contempla la possibilità di un’invasione diretta, o anche se tra i suoi piani si trovi l’assassinio del presidente Hugo Chávez, impresa tentata per decenni contro Fidel Castro.

La Dottrina Bush si basa sull’arroganza e la menzogna, ma è coerente con la “diplomazia” degli Stati Uniti nella regione. La storia recente ci dice che sono gli Stati Uniti e non Cuba o il Venezuela a sovvertire la democrazia in America Latina. Gli Stati Uniti hanno rovesciato in Guatemala il governo eletto di Jacobo Arbenz nel 1954, sostituendolo con una dittatura militare che ha lasciato al Paese più di 200mila morti e desaparecidos. Ora gli Stati Uniti promuovono vergognosamente il Guatemala come candidato da essi preferito al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Il governo Pinochet, con il quale gli Stati Uniti sostituirono in Cile il presidente eletto democraticamente Salvador Allende, ha lasciato una sanguinosa scia di terrore da Santiago fino alle strade di Washington, dove terroristi cubano-americani che lavoravano per i servizi segreti cileni assassinarono a sangue freddo l’esiliato cileno Orlando Letelier.

Quali sono stati gli amici ed alleati di Washington in America Latina? Il governo salvadoregno che ha assassinato brutalmente più di 75mila dei propri cittadini, la giunta militare argentina che ha torturato, fatto scomparire o assassinato più di 30mila uomini, donne e bambini. Le dittature in Uruguay e Paraguay che hanno partecipato con fervore all’Opera-zione Condor, e che hanno sequestrato persino i bambini dei prigionieri clandestini che torturavano.

Per contribuire a sovvertire la democrazia, gli Stati Uniti hanno reclutato, addestrato e assunto terroristi come Luis Posada Carriles, noto come l’Osama Bin Laden dell’America Latina. Era “il nostro uomo in America Latina”, mentre aiutava ad addestrare la contra nicaraguense, come gli squadroni della morte in Guatemala ed El Salvador.

Violando i propri obblighi legali internazionali, Washington si rifiuta di estradarlo in Venezuela perché compaia al processo in cui viene accusato di 73 casi di omicidio in relazione al-l’abbattimento di un aereo passeggeri. Al contrario, la Casa Bianca di Bush offre riparo a Posada in Texas, mentre il terrorista minaccia di raccontare che egli non faceva che obbedire agli ordini.

La Dottrina Bush è stata formulata da politici che non ascoltano i venti di cambiamento che soffiano in America. Le repubbliche delle banane di ieri vengono sostituite da nazioni indipendenti e sovrane, libere dall’ingerenza degli Stati Uniti. Questo Continente vedrà presto un cambiamento di regime colossale, ma questo cambiamento avverrà a Washington, non all’Avana né a Caracas.

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