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L'ANNUNCIO DEL REGNO NELLE CATACOMBE DELLA CHIESA. I RELIGIOSI PERUVIANI NON SI ARRENDONO ALLE FORZE CONSERVATRICI

Tratto da: Adista Documenti n° 70 del 07/10/2006

DOC-1779. LIMA-ADISTA. L'offensiva conservatrice all'interno della Chiesa peruviana, proseguita a ritmi sostenutissimi negli ultimi mesi (v. documenti successivi), non ha dissuaso i religiosi e le religiose dal condurre una coraggiosa riflessione sulle sfide della vita consacrata in America Latina. In un Seminario teologico promosso dalla Conferenza dei religiosi del Perù (Confer) dal 14 al 17 agosto scorso a Lima, in vista della V Conferenza dell'episcopato latinoamericano (in programma ad Aparecida nel maggio del 2007), più di 800 religiosi giunti a Lima da ogni parte del Paese si sono confrontati con la preziosa eredità delle precedenti Conferenze di Medellín e di Puebla e con le sfide poste dal-l'attualità alla vita religiosa. All'evento, dal titolo "la Vita Religiosa nella prospettiva del Regno", era atteso anche il teologo peruviano più noto a livello internazionale, Gustavo Gutiérrez, uno dei padri della Teologia della Liberazione (Tdl), il cui intervento su "Sequela di Cristo-Discepolato" avrebbe affrontato in maniera diretta il tema della Conferenza di Aparecida ("Discepoli e missionari di Gesù Cristo, perché i nostri popoli abbiano vita in lui"; v. Adista n. 62/06). Gutiérrez, tuttavia, non ha potuto tenere l'intervento programmato: l'arcivescovo di Lima Juan Luis Cipriani gli ha impedito di partecipare all'evento.

Alla polemica esplosa intorno alla mancata presenza di p. Gutiérrez se ne è aggiunta un'altra sulla copertura dell'evento da parte dell'Aci Prensa, agenzia cattolica di informazione ritenuta vicina al Sodalizio di Vita Cristiana e nota per il suo esplicito appoggio ai movimenti conservatori. Nel resoconto dell'Aci, Gutiérrez è bollato come sostenitore dell'"ala marxista della teologia della liberazione", il marianista spagnolo José María Arnaiz è accusato di aver avuto la pretesa, in un "controverso" intervento su Benedetto XVI, di "dettare un'agenda al pontificato", il benedettino Simón Pedro Arnold risulta colpevole di aver criticato "duramente tutti i nuovi movimenti e associazioni ecclesiali", definendo "‘distorta ed errata' l'alternativa che essi propongono alla vita della Chiesa"; il seminario della Confer, infine, ha il torto di aver criticato il documento del Celam (Consiglio episcopale latinoamericano) in preparazione alla V Conferenza (sul Documento di Partecipazione elaborato dal Celam v. 62/06), perché avrebbe omesso, scrive l'Aci, "alcuni temi che compongono la controversa agenda della Teologia Marxista della Liberazione".

Al resoconto dell'Aci Prensa aveva risposto, durante la giornata di chiusura del seminario, l'arcivescovo di Huancayo, il gesuita Pedro Barreto Jimeno, esprimendo la sua "indignazione" per l'informazione distorta e "malintenzionata" dell'agenzia, e l'apprezzamento per la "testimonianza di fedeltà alla Chiesa" da sempre offerta da p. Gutiérrez: che l'opera del teologo peruviano rientri pienamente nella dottrina cattolica - ha precisato mons. Barreto Jimeno - lo ha riconosciuto nel 2004 la stessa Congregazione per la Dottrina della Fede presieduta da Ratzinger, dando il nullaosta alla seconda redazione di un articolo ("La Koinonía ecclesiale", apparso sul n. 4/04 della rivista Angelicum) scritto dal teologo su richiesta della Congregazione per "correggere certi abusi pastorali verificatisi a partire da una teologia della Liberazione male intesa" (la prima redazione dell'articolo non aveva ancora sciolto tutte le perplessità).

Alla protesta di mons. Barreto Jimeno, l'Aci risponde, in una nota del 20 agosto, che la definizione di Gutiérrez come sostenitore dell'"ala marxista" della Teologia della Liberazione "si basa esclusivamente sui fatti": dalla pubblicazione, nel 1971, dell'opera "Teologia della Liberazione. Prospettive", ricorda l'Aci, "un'interminabile successione di arcivescovi e vescovi e la stessa Sede apostolica hanno chiesto al p. Gutiérrez di ritrattare e chiarire l'influenza marxista" ed è solo nel 2004 che la Congregazione per la Dottrina della Fede ha ritenuto concluso "il lungo cammino di rettifica" a cui il teologo era stato obbligato. "Sorprendentemente – commenta l'Aci – per mons. Barreto questo sembra voler dire che le opere di p. Gutiérrez, anche quelle che hanno causato maggiore confusione, errori e crisi pastorali, sono libere dagli errori che presentavano e che hanno richiesto un così lungo processo".

A fronte di queste polemiche, e delle difficoltà in cui si imbatte la Vita Consacrata latinoamericana, acquista ancora maggiore rilevanza la "lettura apocalittica" del benedettino Simón Pedro Arnold, contro il cui intervento, dal titolo "Tempo di crisi, tempo di speranza", l'Aci non ha mancato di rivolgere i suoi strali. L'interpretazione apocalittica, la più adatta secondo Arnold a spiegare il contesto attuale della società globalizzata postmoderna, porta con sé l'invito "a tornare a guardare l'orizzonte del Regno con tutti i rischi che questo sguardo comporta in un mondo turbolento nei valori e nei discorsi". Per questo, conclude Arnold, il momento attuale "forse è una di quelle ore storiche in cui il nostro impegno radicale per Gesù e il suo vangelo esigono da noi il martirio". Di seguito l'intervento del teologo, tratto dal sito di Proconcil (www. Proconcil.org), con alcuni tagli, in una nostra traduzione dallo spagnolo. (claudia fanti)

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