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IL VESCOVO DI PADOVA VA A SCUOLA. MA NON DI LAICITÀ

Tratto da: Adista Notizie n° 85 del 02/12/2006

33655. PADOVA-ADISTA. Stanno assumendo una dimensione nazionale le polemiche legate alla visita pastorale che il vescovo di Padova, mons. Antonio Mattiazzo, ha iniziato a metà novembre e che interessa diverse zone del territorio diocesano. All'interno del fitto programma, infatti, il vescovo ha voluto inserire anche la visita ad alcune scuole del padovano, facendosi invitare dai presidi. La scelta di mons. Mattiazzo, passata inizialmente sotto silenzio, ha finito per provocare un incidente diplomatico fra diocesi, politici locali e amministrazione scolastica, quando Vincenzo Amato, dirigente scolastico dell'istituto comprensivo di Vigodarzere, piccolo comune sulle rive del Brenta, distante circa 7 km da Padova, ha deciso di non invitare il vescovo nella sua scuola, spiegando che, "trattandosi della visita del rappresentate di una confessione religiosa, a salvaguardia del credo di ciascuno, bisognerebbe lasciare libera scelta agli alunni e agli adulti di partecipare o meno all'evento, assicurando, nel contempo, agli alunni non partecipanti il diritto all'istruzione; organizzazione non praticabile". Del resto anche alcuni genitori degli alunni, in una lettera indirizzata al dirigente scolastico, avevano espresso perplessità per l'iniziativa, rivendicando il diritto di tutti gli studenti – anche di coloro i quali avrebbero scelto di non partecipare all'iniziativa – a non dover "rinunciare ad un giorno scolastico" e ricordano la "laicità dello Stato" e la "aconfessionalità" della scuola statale. Oltre alla visita pastorale nell'istituto, il dirigente, poi, ha negato il suo consenso anche alla partecipazione del vescovo all'inaugurazione del nuovo plesso della scuola "San Domenico Savio" a Terraglione, una frazione di Vigodarzere, in programma per il 18 novembre, sempre alla presenza di tutti gli alunni della scuola.

A questo punto è intervenuto l'Ufficio scolastico regionale del Veneto che, in accordo con il sindaco di Vigodarzere e il parroco, ha sconfessato la decisione del preside e - dopo aver consultato direttamente il ministro della Pubblica Istruzione Fioroni - ha accordato al vescovo il permesso di visitare la scuola. "C'è piena consapevolezza da parte dell'Ufficio e di tutta la scuola veneta – scrive il direttore generale dell'Ufficio Scolastico Regionale Carmela Palombo al preside Amato – che la Chiesa cattolica padovana, da sempre impegnata nell'accoglienza e nella disponibilità verso tutte le forme di religione e di autentico rispetto della libertà dello spirito, non costituisce un ostacolo educativo per nessuno, ma è un soggetto pienamente titolato, da una lunghissima storia di servizio e sensibilità, a dialogare con tutti, senza esclusioni e senza pregiudizi. Vogliamo condividere l'intenzione della comunità di Vigodarzere, manifestata dal sindaco, di superare ogni malinteso".

"Possibile che a 40 anni dal Concilio Vaticano II e a 20 dall'incontro di preghiera per la pace voluto da Giovanni Paolo II ad Assisi, si possa pensare che un vescovo metta piede in una scuola con volontà egemonica, da antico colonizzatore, come un elefante nella cristalleria?", commenta Umberto Folena su Avvenire che sul numero del 14/11 dedica alla questione un'intera pagina (per tornare sulla questione il giorno successivo, annunciando trionfalmente: "Padova, porte aperte al vescovo a scuola"). "Quel dirigente ha finito per ledere i diritti dei genitori tout court, cristiani e non cristiani, per i quali l'incontro con il vescovo sarebbe stato una gradita, preziosa occasione di crescita per l'intera comunità. Un brutto pasticcio, ma un pasticcio circoscritto e passeggero".

La notizia delle visita del vescovo Mattiazzo ha provocato anche la reazione di un gruppo di Chiese evangeliche del Padovano (radicate nella zona fin dal XVI secolo), nonché degli Avventisti del Settimo Giorno, che hanno denunciato la violazione delle leggi che tutelano la laicità dello Stato. In un'intervista rilasciata il 22/11 a Radio Radicale, il pastore evangelico Pietro Bolognesi, direttore dell'Ifed (Istituto di Formazione Evangelica e Documentazione) ha sottolineato come il testo unico sull'istruzione (il decreto legge n. 297/94) impedisca attività di culto nelle scuole durante le ore di lezione, poiché - afferma Bolognesi - palesemente discriminanti nei confronti di confessioni di fede diverse. Le Chiese padovane, coordinate con l'Aei (Alleanza Evangelica Italiana) e la Fcei (Federazione Chiese evangeliche in Italia) e il Ciei (Comitato Insegnanti Evangelici Italiani), hanno inviato una petizione al ministro Fioroni, in cui si chiede di effettuare le verifiche del caso e garantire il rispetto della legge vigente. Nel frattempo, la questura ha però vietato alle Chiese evangeliche di organizzare una manifestazione davanti alla scuola di Saletto, dove il pomeriggio del 22 era atteso il vescovo, sul tema della difesa della laicità, provocando la reazione di un gruppo di credenti del padovano, che per protesta si sono auto-imbavagliati davanti alla scuola. Così, il 23/11, in prima pagina, il Mattino di Padova giungeva a titolare: "Il vescovo a scuola protetto dai blindati". (luca kocci e valerio gigante)

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