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"UNA SCELTA CHE LASCIA PERPLESSI". SUL CASO WELBY, UN SETTIMANALE DIOCESANO ROMPE IL FRONTE ECCLESIASTICO

Tratto da: Adista Notizie n° 5 del 20/01/2007

33708. PADOVA-ADISTA. C'è chi, all'interno della stampa cattolica, ha deciso di non relegare i malumori e il dissenso di tanti credenti sul caso dei funerali negati a Piergiorgio Welby nella rubrica delle lettere, evitando magari – come hanno fatto diverse testate – di rispondere ai tanti imbarazzanti quesiti posti dai lettori: "La Difesa del popolo", il settimanale della diocesi di Padova, la questione ha deciso di affrontarla "di petto". Sul numero del 7 gennaio, il giornale esprime infatti con chiarezza la propria opinione affermando, in un articolo firmato T. M., che, al di là della strumentalizzazione politica, la decisione della diocesi di Roma "lascia comunque perplessi" e che "la celebrazione in Chiesa poteva donare speranza e indicare una strada di comprensione al mistero di quel dolore che non lascia scampo alla vita". Poi, il giornale dà spazio alle opinioni a due esponenti della Chiesa locale, che sull'operato della Chiesa cattolica esprimono valutazioni opposte.

Piuttosto prevedibili le argomentazioni di Urbano Camillotti del Movimento per la vita, che parla di "inquietante speculazione orchestrata negli ultimi mesi dal partito Radicale", sfugge alla questione della celebrazione del funerale in chiesa e concentra il suo intervento sulla questione dell'eutanasia, per ribadire che "la richiesta di Welby avrebbe potuto essere giustificata solo nel caso esistesse un diritto a morire", che – appunto – secondo Camillotti non esiste, perché la "vita è sempre un dono" di cui l'individuo non può disporre a piacimento e che quindi "infliggere la morte a un uomo prima della scadenza naturale va contro la sua natura".

Parole decisamente diverse, nel tono e nel contenuto, quelle di Armando Gennaro, vicepresidente del consiglio pastorale diocesano, che giudica la scelta di negare i funerali religiosi a Welby "un grande tradimento" da parte della Chiesa, una decisione che lascia "sconcertati ed increduli". Espressioni tutt'altro che diplomatiche da parte di un autorevole rappresentante della Chiesa locale. Ma Gennaro prosegue il suo affondo: "Non so chi abbia deciso di vietare la celebrazione in chiesa, ma chiunque sia stato ha tradito brutalmente ciò che lo Spirito santo ha effuso nel convegno di Verona. Dal convegno ecclesiale, infatti, è venuta la chiara indicazione che ‘il volto della Chiesa da proporre all'uomo d'oggi è quello di una Chiesa madre oltre che maestra, capace di curare le ferite dei figli più deboli, dei diversamente abili, delle famiglie disgregate, di camminare a fianco di ogni persona prendendosi cura con tenerezza di ogni fragilità e capace al tempo stesso di orientare su vie sicure i passi dell'uomo'". "E lo stesso concetto è stato affermato anche nell'ambito della fragilità, sottolineando ‘il bisogno che la Chiesa sia ciò che deve essere, ossia maestra d'umanità autentica e piena'".

E così, scrive Gennaro, "la Chiesa ha perso una grande occasione per essere madre, in modo da poter essere ‘anche' maestra, e l'ha persa perché per qualche uomo di Chiesa, prima che madre e maestra, la si vuole giudice, detentrice della conoscenza del bene e del male. Purtroppo questa è una tentazione sempre forte, quando si perde la cognizione che Dio è misericordia". E poi, insiste Gennaro: non è la Chiesa che "insegna che bisogna distinguere tra peccato e peccatore", a cercare anche solo una pecorella che si smarrisce dal gregge, a non giudicare per non essere giudicati?

"Penso a quanto sarebbe stata efficace una liturgia funebre celebrata da un pastore sensibile che, con comprensione per la fragilità di Welby, avrebbe potuto spiegare la sacralità della vita, testimoniare la misericordia di Dio". Sarebbe stata "un'occasione di grande impatto comunicativo, oltre che pastorale. E invece si è voluto offrire un motivo in più perché l'anticlericalismo appaia giustificato e si trasformi in anticattolicesimo. Si è voluto dare peso all'aspetto simbolico e massmediatico del funerale, anziché al valore religioso".

"Per uno che, come me, ha vissuto con gioia l'esperienza di Verona, nell'impegno per una Chiesa testimone di Gesù risorto, speranza del mondo, questo evento, che la Chiesa ha abbandonato alla disperazione, lascia una profonda tristezza e appare un grande tradimento". (valerio gigante)

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