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Lettere Fuorisacco

Tratto da: Adista Notizie n° 5 del 20/01/2007

Precisazione / 1

Gentile redazione,

la mia partecipazione al 30.mo convegno delle Comunità di Base tenutosi a Frascati dall'8 al 10 dicembre u.s. ha comportato che una sintesi del mio intervento alla tavola rotonda iniziale venisse riportata sul numero 89/2006 della vostra rivista. Mi rincresce dover far presente che, anche se costruita a partire da frasi virgolettate, tale sintesi sommariamente antiecclesiastica non rende ragione dell'insieme del mio pensiero, che mi è stato richiesto di sviluppare a più riprese, "dialogando" con gli altri interlocutori. Mi dispiace se il mio sforzo di presentare nel modo colloquiale richiesto dall'occasione il mio punto di vista vi ha indotto a proporre una selezione di quanto da me detto che finisce per non rispecchiare né le mie intenzioni né la mia modalità di appartenenza ecclesiale. Attribuisco alla mia connaturale mancanza di cautela non aver pensato che le mie parole, e soprattutto alcune, sarebbero state particolarmente enfatizzate in vista di finalità polemiche a me del tutto estranee come credente e del tutto lontane come ruolo ecclesiale. Vi chiedo gentilmente di rendere pubblica questa mia rettifica. Cordialmente

Marinella Perroni

Roma

Risposta di Adista

Non c'è molto da dire. Nella sua lettera, infatti, Marinella Perroni non smentisce nulla di ciò che noi abbiamo scritto nella nostra cronaca del convegno delle CdB. Ci imputa di aver riferito le sue critiche alla Chiesa italiana senza dare lo stesso rilievo agli apprezzamenti che pure a Frascati aveva manifestato. A parte il fatto che abbiamo dato sinteticamente conto anche di quelli, noi, come giornalisti, nel fare la sintesi di un intervento, cerchiamo di cogliere - non per "finalità polemiche" - ciò che ci sembra possa costituire notizia. E ci è sembrata "buona notizia" che una teologa, oltre ad apprezzare i lavori del Convegno ecclesiale di Verona, abbia manifestato delle affettuose critiche alla linea con cui la gerarchia aveva preparato e gestito l'evento.

Volevamo che le lettrici e i lettori di Adista sapessero che, grazie ad una donna teologa, si fosse squarciato il velo del silenzio entro il quale negli ultimi decenni è rimasta rintanata la teologia italiana.

Precisazione /2

Egregio Direttore,

ho letto l'articolo di Adista Notizie n.89 del 23 Dicembre 2006 su Mons. Milingo; Le scrivo per precisare alcune cose in merito al suo contenuto. Molte cose scritte nell'articolo sono vere; altre sono approssimate, ma è d'altra parte un riassunto estremamente sintetico di un pensiero piuttosto vasto, quindi... transeat.

Innanzi tutto una precisazione: Mons. Milingo non è la longa manus del Rev. Moon nella Chiesa Cattolica, come l'articolo sottintende. Mi fermo qui, potrei scrivere molto in proposito ma lo farò solo se Lei lo riterrà opportuno.

Trovo sconcertante però la definizione di tycoon affibbiata al Rev. Moon. Un tycoon è un uomo d'affari ricco e potente; e ridurre il Rev. Moon a questo è offensivo. Due pesi e due misure: da una parte ci si inalbera per le satire sul Papa; dall'altra si offende un altro leader religioso.

Alla fine dell'articolo poi sono contenute delle affermazioni assolutamente inventate.

L'autrice afferma: "Di qui il ruolo di Moon, che si presenta come "salvatore", ... per creare una "nuova famiglia umana" di razza "gialla", derivante dai matrimoni interrazziali che egli celebra in massa". (...)

Antonio Ciacciarelli

Portavoce Movimento dell'Unificazione

Risposta di Adista

L'articolo da Lei contestato verte principalmente su una notizia per noi rilevante: l'ammis-sione, da parte di mons. Milingo, del legame finanziario con il rev. Moon nell'iniziativa "Married Priests Now". Tale notizia non è stata smentita, così come non lo sono state le informazioni sulla figura del rev. Moon contenute in articoli da noi pubblicati in passato (v. Adista n. 69/06). Il resto a cui Lei fa riferimento è costituito da notazioni di colore - peraltro condivise e diffuse dai maggiori media internazionali - riguardo alle quali accogliamo con piacere le sue precisazioni.

Anatemi e Vangelo

Gli anatemi che da più parti stanno piombando sul capo dei consiglieri comunali di Padova per aver esteso una legge già esistente sulle convivenze (v. Adista n. 89/06) sono veramente fuori luogo ed offendono il Vangelo di Gesù Cristo, che proprio sulla questione delle coppie di fatto (guarda caso) non pronunciò alcuna condanna, limitandosi a prenderne atto. Mi riferisco al quarto cap. dell'Evangelo di San Giovanni: l'incontro di Gesù con la donna samaritana in terra di Samaria (...). Tra i giudei e i samaritani non correva - come suol dirsi - buon sangue religioso, con gravi accuse reciproche. Ciononostante, Gesù chiede da bere ad una donna samaritana, sposata per ben cinque volte ed in quel momento convivente con un uomo che non è il marito (...). Ed è a questa donna, che non riceverà alcun rimprovero, che Gesù annuncia la fine del pensiero dei giudei e dei samaritani sul culto del tempio, sia a Gerusalemme, in terra giudea, sia sul monte Gerazim (in Samaria) (...).

Se Gesù ha manifestato la vera natura di Dio, spirito e verità, ad una samaritana, donna che in quel periodo storico era considerata zero, e concubina (o coppia di fatto) chi autorizza noi a comportarci in modo diverso da quello di Nostro Signore?

Giovanni L. Giudici

Mestre (Ve)

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