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1974: LE RAGIONI DELL'ABBONAMENTO AD ADISTA

Tratto da: Adista Notizie n° 13 del 17/02/2007

Un anno fa invitavamo abbonati e amici a sostenere l'ADISTA perché la giudicavamo ancora uno strumento utile, pur nella sua modestia, a contrastare il riflusso che sembrava ributtare in alto mare gruppi e movimenti cristiani collocatisi a sinistra.

L'involuzione delle ACLI era ancora fresca dell'aria sottile di Roccaraso, il fallimento elettorale del MPL segnava la morte prematura di una iniziativa generosa anche se non priva di ambiguità, il governo Andreotti con gesuitico cinismo minacciava oggettivamente di far regredire il paese a lidi autoritari. Nonostante tutto questo, si diceva un anno fa, che non deve mancare "l'ottimismo della volontà" perché la base, il movimento dei lavoratori è in piedi. Ciò valeva anche per il cosiddetto "mondo cattolico", come sono venuti dimostrando quest'anno la vittoria del Partito Democratico Popolare in Val d'Aosta, l'unità d'intenti e di azione delle "sinistre" delle ACLI, il convegno dei "Cristiani per il socialismo" di Bologna. Sono alcuni dei fatti più salienti; altri se ne potrebbero ricordare, di non minore significato. Assai rilevante è anche che questi segni di ripresa si manifestino in un clima politico generale meno irrespirabile e, nelle ultime settimane, polarizzato dalla proposta comunista sul "compromesso storico", una proprietà certamente aperta alla costruzione di un'alleanza nella quale i "cristiani di sinistra" possono svolgere un ruolo non secondario. Per ADISTA ne consegue il dovere di continuare e, possibilmente, potenziare il suo ruolo di "portavoce" di gruppi e iniziative che si propongano di sgretolare il monolito democristiano. Ma è evidente che continuità e potenziamento dipendono prevalentemente dal sostegno degli amici che finora hanno riconosciuto nell'agenzia un loro "portavoce". Ad essi il gruppo redazionale chiede di continuare nell'impegno di collaborazione inviando materiale e proposte, rinnovando l'abbonamento per il 1974 e trovando nuovi abbonati. Ai nostri amici non risulterà certamente pesante l'aumento della quota di abbonamento: si sa che l'aumento dei prezzi colpisce soprattutto i piccoli. (...)

(Adista n. 337 del 22 novembre 1973)

CRISTIANI DI ROMA: SERVIZIO CIVILE, SUBITO!

Doc. n. 624 -Roma-adista. Un gruppo di cristiani di Roma ha effettuato nei giorni scorsi uno sciopero della fame per chiedere il reale funzionamento della legge sull'obiezione di coscienza.

"Siamo alcuni sacerdoti e cristiani di Roma. Iniziamo un digiuno penitenziale allo scopo di richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica e del governo sul problema degli obiettori di coscienza.

Il 15 dicembre 1972 fu approvata dal Parlamento una legge per riconoscere, anche in Italia, l'obiezione di coscienza. A un anno di distanza, la legge non può funzionare perché manca il regolamento di attuazione (mentre i tribunali militari hanno continuato a condannare obiettori).

Non un giovane è partito per il servizio civile alternativo a quello militare. Servizio civile è soprattutto: assistenza e istruzione degli emarginati (invalidi, infanzia abbandonata, baraccati, vecchi, soli o in ospizio, orfani, analfabeti, malati, giovani in istituti di rieducazione, carcerati, ecc.). Il ministro della difesa ha deciso ora di risolvere semplicisticamente questi problemi inviando tutti gli obiettori a fare i Vigili del fuoco (ma con 8 mesi in più rispetto al servizio del non obiettore).

Noi sacerdoti e cristiani vediamo in ciò un'offesa a questa meritevole e coraggiosa minoranza di cittadini, per cui facciamo nostre le loro motivazioni morali, politiche e religiose. L'obiezione di coscienza è un impegno concreto per la pace.

Come cristiani crediamo che una decisa lotta popolare nonviolenta sia l'unica alternativa possibile alla grave violenza degli eserciti. L'esperienza storica ci ha mostrato che gli eserciti sono troppe volte ad esclusivo servizio dei ricchi contro i poveri, dei potenti contro gli oppressi. Facciamo appello ai cristiani e a tutti gli uomini di buona volontà perché si uniscano a noi, si rimedi al malfatto e si permetta agli obiettori di svolgere tutti i servizi di cui gli emarginati hanno bisogno".

(Adista n. 342 del 24 dicembre 1973)

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