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PERÙ: NELL'AMBASCIATA SI AGGIRA UN MEDIATORE "OMBRA". È MONS. CIPRIANI

Tratto da: Adista Documenti n° 70 del 13/10/2007

28411. LIMA-ADISTA. Una strana figura si muove sulla scena dell'occupazione dell'ambasciata giapponese in Perù da parte dei guerriglieri del Mrta, il Movimento rivoluzionario Tupac Amaru. E il vescovo di Ayacucho mons. Luis Cipriani, membro dell'Opus Dei e aperto sostenitore del governo, uno dei vescovi preferiti dal presidente Alberto Fujimori. Considerato un "duro" della Chiesa cattolica peruviana, grazie al suo conservatorismo politico e religioso, Cipriani, che non vuole sentir parlare di povertà in Perù, dal momento che "contadini e operai spendono denaro per ubriacarsi e divertirsi in feste religiose, riunioni sociali o nel fine settimana", non ha tardato a regalare ai Tupac Amaru la definizione di "miscuglio di traditori, assassini e codardi che nascosti nel terrore hanno dato la morte a migliaia di peruviani, in maggioranza di umili condizioni".Il vescovo si è imposto all'attenzione per le sue continue quanto misteriose incursioni nell'ambasciata del Giappone, che hanno fatto sorgere svariati interrogativi riguardo ad un suo possibile ruolo di mediatore, nonostante le ripetute smentite. La prima apparizione di Cipriani all'ambasciata è del giorno di Natale, motivata ufficialmente dalla volontà di celebrare una messa tra gli ostaggi, tra i quali si trovano ancora il ministro peruviano delle Relazioni Esterne Francisco Tudela, personaggio in stretto rapporto con l'Opus Dei, ministri di Stato, deputati, responsabili di varie multinazionali giapponesi presenti in Perù nonché il fratello minore del presidente Fujimori. Il vescovo si è trattenuto nella sede diplomatica per 7 ore, tempo sufficiente per celebrare ben più di una messa. Appena il giorno successivo, Cipriani è tornato nuovamente all'ambasciata restandovi tre ore, in compagnia del mediatore ufficiale (il rappresentante della Croce Rossa Internazionale Michael Minning), dichiarando poi in conferenza stampa di credere alla possibilità di avanzare a piccoli passi verso un autentico processo di pace. Rinunciando a sorpresa al suo stile polemico, Cipriani ha detto di aver colto in tutti i presenti uno spirito di pace e di riconciliazione e ha lasciato intendere che i colloqui tra rappresentanti del governo e del Mrta proseguono per vie sotterranee. Il primo gennaio, il vescovo membro dell'OpusDei è ancora una volta tornato nella sede diplomatica occupata e, ancora una volta, ufficialmente per celebrare la messa. Ufficio questo che sarebbe comunque in grado di svolgere anche un sacerdote gesuita che si trova tra i sequestrati. Secondo uno degli ostaggi già liberati dai Tupac Amaru, Cipriani potrebbe invece essersi fatto porta voce con il Mrta di una proposta del presidente Fujimori. E sono in molti a vedere nell'intervento del vescovo di Ayacucho una nuova carta nelle mani del presidente, la cui strategia è stata quella di negare legittimità al Movimento rivoluzionario, limitando al massimo i contatti con i ribelli e riducendo tutta la questione a un problema umanitario. Strategia oltremodo disturbata dalla decisione unilaterale del governo dell'Uruguay di liberare i prigionieri del Mrta in cambio della liberazione del proprio ambasciatore.

(da Adista n. 3/97)

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