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RELIGIOSI DI INGHILTERRA E GALLES DIFENDONO BALASURIYA: CARD. RATZINGER SI RAVVEDA

Tratto da: Adista Documenti n° 70 del 13/10/2007

28472. LONDRA-ADISTA. Hai sbagliato; puoi riparare con un atto di giustizia. Così si rivolge al card. Joseph Ratzinger la Conferenza dei religiosi di Inghilterra e Galles, in solidarietà a p. Tissa Balasuriya, il teologo dello Sri Lanka scomunicato dal Vaticano. Riuniti nel loro incontro annuale a Derbyshire, in rappresentanza dei 10.000 religiosi anglosassoni, i 150 superiori hanno infatti firmato una lettera al prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, in cui sollecitano la revoca della scomunica "in nome della giustizia" e l'avvio di un processo "in nome del trattamento umano dovuto" a un servo fedele della Chiesa. "Crediamo che sia vitale per la Chiesa, quando si proclamano verità fondamentali, rendere il messaggio significativo per il popolo con cui stiamo lavorando, per la sua cultura e le sue condizioni, specialmente nel Terzo Mondo", ha commentato in proposito Sr. Gabriel Robin, segretaria generale della Conferenza dei Religiosi. (...) Di seguito il testo integrale del documento.Eminenza, noi sottoscritti, religiosi e religiose d'Inghilterra e Galles, scriviamo per esprimere il nostro shock e la nostra seria costernazione di fronte alla recente scomunica di p. Tissa Balasuriya. Lo conosciamo e lo rispettiamo come uomo profondamente religioso che ha dedicato tutta la sua vita a lavorare per la Chiesa e per il più povero e impoverito tra i popoli. Per quanto comprendiamo, non ha negato formalmente alcuna dottrina. AI contrario, ha già firmato la Professione di Fede di Papa Paolo VI e ha dichiarato la sua disponibilità a correggere qualsiasi errore che venga dimostrato tale. Ritiene che ciò che ha voluto dire sia stato travisato e distorto. Le sue obiezioni non sono state correttamente esaminate e non c'è stata un'adeguata discussione con p. Tissa sui punti dottrinali in questione.Le chiediamo, pertanto, in nome della giustizia, di revocare questa scomunica e di fare in modo che sia istituito un regolare processo e che a p. Tissa sia data la possibilità, con l'aiuto di altri teologi, di difendersi e di discolpare il suo nome. Le chiediamo, anche in nome del trattamento umano dovuto ad un uomo che è stato servo fedele della Chiesa nel corso della sua vita religiosa, nonché in considerazione della sua età, di revocare una condanna tanto anomala e definitiva. (da Adista n. 29/97) 

 

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