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SILENZIO DISSENSO DI “AVVENIRE” SULL’INCONTRO TRA “NOI SIAMO CHIESA” E MONS. BAGNASCO

Tratto da: Adista Notizie n° 73 del 27/10/2007

34101. MILANO-ADISTA. Silenzi e reticenze del quotidiano della Cei Avvenire sui contenuti dell’incontro avvenuto il 10 ottobre scorso tra mons. Angelo Bagnasco e il coordinatore nazionale di Noi Siamo Chiesa Vittorio Bellavite. Una linea - quella del giornale dei vescovi - che sottolinea una volta di più il fastidio con cui, all’interno della gerarchia (soprattutto nella sua componente ruiniana), è stata accolta la decisione di Bagnasco di incontrare - seppure in forma privata e mantenendo un profilo assai basso - il rappresentante di un movimento che da anni chiede un profondo rinnovamento della Chiesa su temi come: celibato ecclesiastico, sacerdozio femminile, ruolo dei laici, questione dei divorziati risposati, omosessualità. Sul numero dell’11 ottobre, Avvenire si è limitato (pag. 24) a pubblicare questa scarna nota: “L’arcivescovo Angelo Bagnasco, rispondendo ad un invito che gli era stato fatto all’indomani della sua nomina a presidente della Cei, ha incontrato ieri presso la casa delle Suore di Ravasco in Roma, il coordinatore di Noi siamo Chiesa, Vittorio Bellavite. Il colloquio ha preso il via dalla dichiarazione secondo cui Noi siamo Chiesa non chiede alcun riconoscimento. Quindi il presidente della Cei ha ascoltato con attenzione, concludendo che le posizioni della Chiesa sugli argomenti toccati sono note a tutti, ben fondate e consolidate nel tempo”. Evidente l’intenzione di rimarcare che l’incontro è avvenuto su richiesta di oi Siamo Chiesa, che il movimento non intendeva farne motivo di riconoscimento né implicito né esplicito, e che Bagnasco si sia limitato a ribadire la posizione tradizionale della Chiesa. Ma sulle questioni avanzate da Bellavite nel corso dell’incontro neanche una parola, nonostante il movimento avesse diffuso, il pomeriggio stesso del 10 ottobre, un ampio  e circostanziato comunicato.

Per questo, il 12 ottobre, Bellavite ha scritto una mail al direttore di Avvenire Dino Boffo: “Le chiedo cortesemente - ha scritto Bellavite - di pubblicare anche il mio testo che, peraltro, all'inizio ed alla fine, concorda, quasi alla lettera, con quello del portavoce della Cei”. Chiedo ciò, ha aggiunto Bellavite, “per rispetto dei lettori oltre che per correttezza nei confronti di mons. Bagnasco e di Noi Siamo Chiesa”.

Una richiesta cui Boffo ha risposto, il 15 ottobre, con toni perentori: “Illustre Signore, la notizia relativa all'incontro che Ella ha avuto con l'Arcivescovo Bagnasco, nella formulazione con cui è stata pubblicata su Avvenire dell'11 ottobre, l'abbiamo ricevuta dall'Ufficio Stampa della Conferenza Episcopale Italiana. Dunque, almeno la correttezza nei confronti del Presidente della Cei dovrebbe essere salva. Quanto alla correttezza nei Suoi riguardi, ritengo di non averla mai intaccata, nonostante le contumelie che Ella ha costantemente dedicato al nostro libero giornale. Con rispetto. Dino Boffo”

Il giorno successivo Bellavite ha replicato alla mail di Boffo prendendo atto della volontà del direttore di Avvenire di non dare seguito alla “legittima richiesta” di pubblicare i contenuti dell’incontro con mons. Bagnasco. E precisando: “Quanto alle mie ‘contumelie’ nei confronti del suo giornale mi piacerebbe sapere quando ciò sarebbe successo e in quale contesto. Io non lo so. Ho sempre e solo detto, in più occasioni e portando fatti concreti, che Avvenire non è il quotidiano di tutto il mondo cattolico italiano perché non dà voce a tutte le posizioni che vi sono presenti. Ciò ho anche detto a mons. Bagnasco. Quanto invece  alla Sua pretesa correttezza  nei confronti di Noi Siamo Chiesa e di me personalmente - ha aggiunto Bellavite - Le faccio presente che nel gennaio del 1996, quando fu presentato alla stampa l’Appello dal popolo di Dio, Avvenire lo criticò aspramente ma senza pubblicarne il testo. In seguito, fino ad oggi, in modo ininterrotto e rigoroso, c’è stato sul Suo giornale un completo silenzio sulle attività, i documenti ed i convegni di Noi Siamo Chiesa (per Sua informazione Le unisco lo stesso appunto che, in proposito, ho consegnato a mons. Bagnasco). In questo modo, il Suo giornale, che Lei definisce ‘libero’, censura, in modo poco professionale, tutte le informazioni necessarie a chi legge per farsi una corretta opinione sulle questioni trattate”. (valerio gigante)

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