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IN STATO DI "LETIZIA" GLI INSEGNANTI DI RELIGIONE: SI FESTEGGIA L'ASSUNZIONE

Tratto da: Adista Notizie n° 79 del 17/11/2007

31254. ROMA-ADISTA. Il governo ha dato il via libera, nel corso del Consiglio dei Ministri del 14 febbraio 2002, ad un disegno di legge proposto dal ministro dell'Istruzione Letizia Moratti (Ddl CdM 14.2.2002), che prevede l'immissione in ruolo di circa 20mila insegnanti di religione. Il reclutamento avverrà tramite un concorso per titoli ed esami che verrà indetto, su base regionale, una volta ogni 3 anni. Il provvedimento (v. Adista n. 79/2001), che passerà ora al vaglio delle Camere per l'appro-vazione, modifica lo status dei docenti di religione in Italia. Per l'attuale legislazione essi non sono infatti considerati professori di ruolo ma, nominati dal vescovo della loro diocesi, vengono stipendiati dallo Stato tramite un contratto annuale che si rinnova fintantoché il vescovo riconferma il docente nel suo incarico. Con la proposta formulata dalla Moratti verrà invece istituito un concorso riservato ai professori di religione con almeno quattro anni di servizio; per loro, una volta superata la prova di esame, si apriranno le porte dell'assunzione a tempo indeterminato da parte dello Stato. A tempo indeterminato non è però l'idoneità conferita dal vescovo al docente di religione, che viene rinnovata anno per anno. Per cui, se passerà la proposta del governo, ci si troverà presto di fronte al caso di vescovi che revocheranno il mandato al docente, il quale, ormai divenuto di ruolo, dovrà comunque continuare a lavorare nella scuola. A questa contraddizione il ddl risponde stabilendo che l'insegnante di religione "sfiduciato" dal suo vescovo, se in possesso di qualche abilitazione, sarà nominato titolare di qualche altra cattedra della sua scuola, scavalcando anche eventuali docenti in possesso di maggiori titoli per quello stesso posto. Il rischio evidente che si corre, qualora il ddl della Moratti venisse approvato in Parlamento, è quindi quello di avere professori di religione che i loro vescovi non ritengono più idonei che insegnano materie diverse dalla religione. Sarà anche possibile passare da un ordine di scuola all'altro, come anche da una diocesi all'altra. Qualcuno ipotizza anche che, stando così le cose, la Chiesa avrebbe tutto l'interesse a sfiduciare massicciamente i docenti da lei stessa nominati, in una logica di occupazione sistematica di cattedre di Italiano, Storia, Filosofia, da parte di persone ideologicamente 'provate'.Fa il paio con questa proposta anche un'altra, contenuta nel decreto del Ministero della Pubblica Istruzione, che intende aggiornare le posizioni nelle graduatorie permanenti. Il decreto, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, IV serie speciale, concorsi ed esami, prevede, secondo quanto già contenuto nel decreto 255/2001, che gli insegnanti che hanno prestato servizio nelle scuole paritarie si vedano riconosciuta, in termini di punteggio, l'attività svolta a partire dall'1 settembre 2000, ottenendo quindi lo stesso punteggio dei docenti che hanno insegnato nelle scuole statali, dove per conferire una supplenza si segue una graduatoria, mentre è noto che nelle scuole paritarie il criterio di assunzione è a discrezione del preside. (...).(da Adista n. 17/2002)

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