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LEGGI AD PERSONAM E FINE DEL DIALOGO POLITICO: IL RITORNO DEL CAIMANO DIVIDE IL MONDO CATTOLICO

Tratto da: Adista Notizie n° 51 del 05/07/2008

34500. ROMA-ADISTA. Sono passate solo poche settimane dall’insediamento del nuovo governo ma già l’immagine dello “statista super partes” che Silvio Berlusconi aveva tentato di cucirsi addosso all’indomani della vittoria elettorale sembra cancellata dal ritorno di antichi vizi. Mentre i deputati dell’Italia dei Valori innalzavano in aula cartelli con la scritta “Il Caimano è tornato”, il Senato ha approvato a larga maggioranza il decreto sulla sicurezza contenente il cosiddetto emendamento “salva-premier”, ossia la norma che sospenderebbe i processi per reati compiuti prima del giugno 2002 e per cui non sia prevista una pena di almeno dieci anni di carcere. Tra questi, anche quello in cui è coinvolto il presidente del Consiglio per corruzione in atti giudiziari.

Famiglia Cristiana ha commentato l’iniziativa della maggioranza con parole di inusitata durezza: “Il Cavaliere ha un’ossessione: i magistrati. E una passione: gli avvocati”, si legge in un editoriale pubblicato sul numero del 29 giugno. “Naturalmente, i primi sono contro di lui, gli altri li fa eleggere in Parlamento. E uno, ex segretario personale, lo mette ministro della Giustizia. Il ‘pacchetto sicurezza’ è inquinato dal ‘complesso dell’imputato’ (definizione di Bossi)”, “brucia il capitale di fiducia degli italiani (che l’hanno votato a larga maggioranza)”, e “allontana anche il Colle più alto della politica. L’ossessione personale ha il sopravvento sui problemi del Paese”. Ma il settimanale dei paolini non focalizza le proprie critiche solo sulla questione giustizia ed usa toni altrettanto severi contro la recente manovra economica studiata dal super-ministro dell’economia Giulio Tremonti (il membro dell’esecutivo – stando ai sondaggi – di gran lunga più popolare fra gli italiani). “Il ‘cambio di passo’ più volte promesso dal Cavaliere non c’è nella manovra di Tremonti, che pure mette in fila provvedimenti per 35 miliardi. Ci sono molta demagogia e un pizzico di beneficenza, ma le famiglie, ancora una volta, si sentono prese in giro. Che fine ha fatto il ‘quoziente familiare’? Il piano a sostegno delle famiglie, a partire dai primi atti finanziari del governo, come avevano annunciato Roccella e Giovanardi, è carta straccia”. “È comparsa, invece, la ‘carta per gli anziani’, notizia scoppiettante, demagogia pura. La carità diventa legge. I soldi della ‘carta’ saranno al massimo 400 euro all’anno (poco più di 30 euro al mese): si cambia così la vita dei poveri? Allora, valgono molto di più i pacchi della Caritas o della San Vincenzo”.

Chi è invece giunto in soccorso del Cavaliere è mons. Rino Fisichella, rettore della Lateranense nonché neopresidente della Pontificia Accademia per la Vita. In un’intervista al Corriere della Sera il 22/6 (vedi articolo successivo) l’arcivescovo ha infatti stigmatizzato la “tentazione di abbandonare quel rispetto e quel riconoscimento reciproco che gli schieramenti si erano tributati all' indomani del voto e che avevano retto fino a questa tempesta”. Una grande responsabilità per la degenerazione del clima politico è da addebitarsi all’opposizione: “Certamente mi è parsa troppo forte la dichiarazione che ‘non si può più fare dialogo’, perché io sono convinto che il dialogo lo si deve fare sempre e da parte di tutti. È una patologia italiana quella di ritenere che l'opposizione ogni volta debba affermare il contrario rispetto a quello che dice di chi governa”. L’arcivescovo non ha risparmiato una stoccata polemica anche alla magistratura che “dovrebbe fare un passo avanti (leggi un “passo indietro”, ndr) nell’assunzione di responsabilità per il bene comune”.

Nessuna critica alle nuove leggi ad personam neanche da parte di Avvenire. Il quotidiano della Cei, con un editoriale firmato da Sergio Soave (24/6), ha dichiarato di preferire all’emendamento approvato dal Senato il cosiddetto lodo Schifani (che sospenderebbe i processi a carico delle cariche più alte dello Stato, compreso il presidente del Consiglio), con il quale si rasserenerebbero i rapporti con il Quirinale e probabilmente anche con il Pd. “Sarebbe illusorio e un po’ troppo ottimistico, però, - ha detto Soave - ritenere che il problema di fondo sia solo 'tecnico', legato cioè alla scelta fra strumenti diversi per perseguire uno scopo condiviso. In troppi hanno salutato con un sospiro di sollievo l’annuncio dato da Walter Veltroni della fine della stagione del dialogo, e non solo nell’opposizione. Il ceto politico si è modellato per quindici anni sullo schema facile del muro contro muro, della demonizzazione dell’avversario, della declamazione retorica di una propria presunta superiorità persino 'antropologica'”. Insomma, il pericolo non sono le leggi ad personam, ma il ritorno dell’anti-berlusconismo. (e. c.)

 

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