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“RIPRENDIAMOCI LA DEMOCRAZIA PER UN NUOVO PATTO DI CITTADINANZA SOCIALE”. LA X ASSEMBLEA DEL MEIC

Tratto da: Adista Notizie n° 77 del 08/11/2008

34680. ROMA-ADISTA. Tre nette prese di posizione sui temi scottanti (scuola, immigrazione e criminalità) e un ampio documento che indica le linee per l’impegno degli intellettuali cattolici nella società italiana. Si è conclusa così la X Assemblea nazionale del Meic, il Movimento ecclesiale di impegno culturale che da trent’anni ha preso il posto dei “Laureati cattolici”, svoltasi a Roma dal 24 al 26 ottobre scorso.

A proposito della scuola e dell’Università, la mozione approvata critica l’uso del decreto-legge, la mancata consultazione delle famiglie, degli insegnanti e dei corpi intermedi come associazioni ed enti locali; e soprattutto afferma che i provvedimenti “non sembrano essere il frutto di un chiaro e coerente disegno pedagogico” e “non manifestano alcuna finalità educativa, salvo che si consideri l’educazione come equivalente ad una più dura disciplina, e la valutazione degli studenti come identica ad una semplice assegnazione di voti numerici”. Altrettanto severo il giudizio sulla riduzione delle risorse  (spendere meno non significa spendere meglio!), sulla cancellazione delle sperimentazioni, sulla creazione di classi separate per studenti immigrati, l’impoverimento della didattica e della ricerca nell’università.

Altro tema delicato è quello degli immigrati. Il Meic dice che ci sono due punti su cui non si può tornare indietro: per i credenti la “scelta preferenziale per chi è ai margini della società”; per tutti i cittadini “i doveri della solidarietà civica”. Dopo aver ricordato che anche tantissimi italiani furono migranti in terre lontane, il Meic ritiene necessario e indifferibile “condannare le manifestazioni di xenofobia, razzismo e discriminazione oggettiva che stanno affiorando nel nostro Paese, favorite dal clima politico attuale e da un linguaggio irrispettoso della dignità dell’uomo”.  Per gli immigrati regolari si chiede la possibilità di voto alle elezioni locali, maggior facilità ad acquisire il diritto di cittadinanza (specie per i minori), la tutela della salute e l’accesso all’istruzione (sono diritti di tutti gli uomini e non solo dei cittadini). Infine, ricordando anche le comuni responsabilità per la diffusione nel Mezzogiorno di un distorto modello di sviluppo, l’Assemblea ritiene indispensabile “assumere come prioritaria la promozione di una cultura della legalità, per reimmettere nel circuito della democrazia e dello sviluppo sostenibile parti importanti del Paese, liberate dal dominio devastante della criminalità organizzata”.

L’Assemblea, che aveva per titolo “Verso la città futura. Gli intellettuali cattolici del Meic tra testimonianza e dialogo”, ha anche approvato il cosiddetto “Documento Camaldoli” che intende riproporre oggi, con nuovi contenuti,  lo spirito del famoso “Codice” col quale i ‘Laureati cattolici’ contribuirono nel 1946 alla elaborazione della Carta costituzionale e alla vita democratica. È la linea segnata da Aldo Moro, Giuseppe Lazzati, Leopoldo Elia, Francesco Casavola e tanti altri.

Il testo contiene le riflessioni e le proposte del Movimento al termine dell'articolato percorso dell'ultimo triennio: un nuovo patto sociale di cittadinanza, democrazia partecipativa, riforme, perché il lavoro recuperi il primato sul capitale, politiche fiscali fondate sulla nozione di capacità contributiva, Tobin Tax, una nuova governance mondiale con centralità dell’Unione europea, diritto di cittadinanza più accessibile per gli immigrati, un impegno deciso per la salvaguardia dell’ambiente anche da parte della Chiesa, una laicità fondata sul dialogo, il tutto per un “rinnovato umanesimo cristiano”. L’approfondimento, il dibattito e la divulgazione del “Documento Camaldoli”, continueranno anche nei prossimi mesi. Da segnalare, nel dibattito di questi giorni, anche i numerosi interventi che hanno rivendicato i valori della laicità e della coscienza dei laici cristiani sui temi delicati della politica, dell’economia, della bioetica e della medicina. Il Meic infatti si sente impegnato nella costruzione di un nuovo umanesimo attento al lavoro più che al danaro, al discernimento più che alla precettistica, alla democrazia sostanziale più che all’efficienza, al potere e al mito dello sviluppo quantitativo.

L’Assemblea si è aperta con un’appassionata relazione sul tema “Riprendiamoci la democrazia” del costituzionalista Renato Balduzzi che dopo sei anni lascia la presidenza di un movimento assai vitale, sia dal punto di vista organizzativo che culturale. Ha poi presieduto l’eucarestia il nuovo segretario della Cei, mosn. Mariano Crociata, che proprio in questa occasione ha esordito nella nuova responsabilità, sottolineando l’inscindibile unità di Verità e Carità. Al termine dei lavori è stato eletto il nuovo Consiglio del movimento che presenterà alla Cei la proposta per la nomina del nuovo presidente. (a. b.)

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