Nessun articolo nel carrello

SEMINARISTI STUDIANO LA MAFIA

Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 3 del 03/01/2009

È tempo di dotare i parroci degli strumenti necessari a fronteggiare il fenomeno mafioso. Tanto più a Palermo, la città in cui nel 1993 la mafia uccide don Pino Puglisi. Così, per la prima volta in Italia, 36 futuri preti della diocesi di Palermo seguiranno un ciclo di incontri per studiare il fenomeno mafioso, l’antimafia, e le possibili risposte della Chiesa. Il calendario degli incontri e dei temi da affrontare è stato preparato dal rettore del seminario, mons. Raffaele Mangano e da don Michele Stabile, parroco della chiesa di Bagheria, che raggiunto telefonicamente da Adista ha spiegato le ragioni di questa iniziativa.

 

Don Michele, come nasce questa idea?

Nei fine settimana vengono organizzati in Seminario incontri su tematiche che riguardano i problemi del territorio. Non poteva mancare un approccio alla tematica mafiosa, e, grazie alla sensibilità del rettore mons. Raffaele Mangano, all’inizio di questo anno di formazione abbiamo concordato un ciclo di 4 incontri per offrire ai seminaristi un primo approccio scientificamente corretto. In un primo incontro abbiamo fatto un’analisi del cattolicesimo siciliano per coglierne i punti deboli che hanno permesso il formarsi, in una popolazione di antica tradizione cristiana, di una mentalità e di una prassi antitetiche al Vangelo come la mafia, e i silenzi prolungati nel tempo da parte del mondo ecclesiale. È seguito poi l’intervento di Umberto Santino, presidente del Centro Giuseppe Impastato, sulla mafia e sull’antimafia nel nascere e nella storia del loro scontro. Don Rosario Giuè (ex parroco nella chiesa di San Gaetano nel quartiere Brancaccio n.d.r.) ha posto il problema della pastorale verso i mafiosi, mentre la sociologa Alessandra Dino ha parlato di donne di mafia e di religiosità dei mafiosi.

 

Come considera questa iniziativa? La ritiene un punto di svolta?

Non so se sia un punto di svolta, ma desidererei tanto che lo fosse. Sicuramente è la prima volta che si affronta in modo sistematico questo tema in un luogo di formazione istituzionale, anche se nella Facoltà teologica ci sono state singole iniziative di docenti. Il nostro punto di vista comunque è squisitamente religioso e pastorale. Dovrebbe infatti essere acquisito ormai che la questione mafiosa non riguarda solo la società civile e lo stato, ma è anche una questione religiosa e perciò riguarda per la sua parte la chiesa, in tutte le sue componenti, che deve sempre più interrogarsi non solo sulla sua evangelizzazione nel passato e sulle modalità della sua presenza nella società siciliana, ma ancora sul suo impegno futuro.

 

Considerando che solo un quinto dei parroci siciliani (secondo la ricerca compiuta da Alessandra Dino per il suo libro La mafia devota. Chiesa, religione, Cosa Nostra) ha piena consapevolezza del problema mafia, quali altre iniziative crede che la Chiesa, a livello regionale e nazionale, dovrebbe porre in essere a riguardo?

Ritengo che da quella inchiesta sia emerso un chiaro atteggiamento contrario alla mafia nel clero palermitano, anche se non sempre ne ha una comprensione adeguata. Per questo motivo ritengo che si dovrebbe coinvolgere in questo approfondimento sulla mafia anche il clero. Recentemente abbiamo richiesto alla Conferenza Episcopale Siciliana di istituire presso la Conferenza stessa un Osservatorio ecclesiale sulla mafia. Questa nostra Chiesa siciliana ha bisogno di più Vangelo e di più senso di appartenenza a una comunità di fede.

 

Rispetto al passato com’è oggi la situazione? La Chiesa riesce ad avere parole chiare rispetto alla mafia?

I vescovi nel 1994 hanno espresso con grande forza una condanna dell’organizzazione mafiosa, dei fiancheggiatori e di coloro che ad essa chiedono favori; hanno proposto come modello pastorale don Giuseppe Puglisi, ucciso dalla mafia. Non solo ci fu una partecipazione al movimento popolare che seguì le stragi del 1992 e 1993, ma anche una produzione di studi sul martirio, sul peccato di mafia come peccato strutturale e sociale. Sembra però che si sia smorzata in questi ultimi anni la ricerca di un linguaggio proprio della Chiesa sulla mafia e di modalità pastorali condivise verso i mafiosi e verso le loro famiglie.

Questo purtroppo in un momento in cui alcune forze sociali, come gli industriali, i commercianti, che nel passato erano state reticenti, cominciano a prendere coscienza del male di mafia e hanno bisogno di sentire accanto la forza morale e ideale della Chiesa in questa difficile e pericolosa impresa di liberazione.

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.