Nessun articolo nel carrello

DOPO VOTO: che fare?

Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 69 del 20/06/2009

Non piangere e non ridere, direbbe Spinoza. Piuttosto occorre capire. E ci sono tante cose da capire, anche se molte erano prevedibili. Converrà capire, ad esempio, quali cause ha avuto e quali effetti potrà avere il mancato exploit del Pdl alle Europee. È vero che l’immagine del presidente del Consiglio appare più debole ed equivoca? Quale importanza hanno avuto (e non solo in Sicilia) le divisioni interne al Pdl? E quelle nel Pd? È vero che la vittoria della destra nelle amministrative è merito soprattutto della Lega? E perché? Quale ruolo hanno avuto nel risultato complessivo le polemiche interne al centrodestra e quelle interne al centrosinistra?

Converrà poi esaminare il ruolo svolto dai grandi media, tanto più efficace quanto più si è affievolita la comunicazione diretta e fiduciaria tra i partiti e la loro base (non solo degli elettori, ma persino degli iscritti); e studiare l’uso che i mass media hanno fatto dei sondaggi e di alcuni temi di grande impatto emotivo, a cominciare da immigrazione e sicurezza (per non scendere ai gossip). Insomma c’è molto da pensare e da fare per capire quel che sta avvenendo e per ristabilire un rapporto di dialogo e di fiducia tra la politica e la società civile.

Ma proprio qui si svela il problema centrale: chi può e deve pensare, capire, fare…? La risposta dovrebbe essere: i partiti. Ma la realtà è che i partiti sono liquidi almeno quanto la società. Fatta eccezione per la Lega, essi sono assai più un’apparenza che una realtà. O meglio, sono un’apparenza che spesso nasconde una realtà diversa e non propriamente politica: arrivismo, clientele, affari, sete di potere...

Il problema vero – non è una novità ma emerge nettamente anche da queste elezioni – è che occorre ricostruire i partiti, anzi re-inventarne una forma adatta all’attuale contesto sociale, economico e culturale. L’alternativa non è tra partiti pesanti o partiti leggeri, cioè più o meno strutturati, invadenti e costosi. Servono invece partiti democratici, partecipati, gratuiti, trasparenti, guidati da regole condivise, animati da grandi ideali, frequentati e guidati da gente per bene, radicati sul territorio e nella società, capaci di una grande passione e di una grande cultura. Come non ricordare il clima civile di venticinque anni fa, alla morte di Enrico Berlinguer?

Diceva Tocqueville che “i veri Grandi Partiti si rifanno più ai principi che alle conseguenze, più alle idee che agli uomini, più al generale che al particolare. Hanno tratti più nobili, passioni più generose, convinzioni più salde e procedimenti più franchi e arditi…”.

Solo dei veri partiti saranno in grado di ristabilire dialogo e fiducia tra la politica e la vita sociale.

E tra partiti impegnati a far crescere la partecipazione dei cittadini alla vita della città e a rappresentarli nella amministrazione della cosa pubblica sarà anche più facile trovare l’accordo su programmi precisi, pur rispettando i diversi progetti ideali e la “scala dei valori” di ciascuno.

A modo loro i risultati elettorali costituiscono un forte invito affinchè tutta l’area di centrosinistra sappia trovare uno stile, un linguaggio ed un programma essenziale che possano essere largamente condivisi (senza demonizzare chi ritenesse di mantenere una posizione di principio senza mediazioni). Ma perché ciò possa avvenire è necessario un profondo cambiamento di pelle, di cultura e di uomini dentro ad ogni partito, gruppo, aggregazione. Un simile cambiamento chiede un supplemento di generosità e di coraggio, un cambio di mentalità e di immagine perché oggi la gran maggioranza dei cittadini pensa, non senza ragioni, che al vertice dei partiti si siano arroccati gruppi di persone mediocri con lo scopo di ottenere prestigio, carriera e guadagni, disposte a tutto pur di non lasciar emergere altri… concorrenti.

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.