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NESSUNO DEVE OBBEDIENZA A UN GOVERNO USURPATORE

Tratto da: Adista Documenti n° 100 del 10/10/2009

1. Noi presbiteri della Diocesi di Santa Rosa de Copán, fedeli ai valori del Regno di Dio e al popolo che ci è stato affidato, illuminati dalla Parola di Dio e dal Magistero ecclesiastico, abbiamo analizzato il fenomeno del colpo di Stato e, dopo maturo esame, vogliamo condividere le nostre riflessioni al riguardo.

2. Condanniamo il golpe perché viola la Costituzione della Repubblica, principalmente gli art. 3, 71, 72, 84 y 102, coarta le garanzie costituzionali, schiera le Forze armate e la Polizia nazionale contro il popolo umile, obbliga il popolo all’insurrezione (cfr. Cost. Art 3), causa instabilità e insicurezza nella cittadinanza e ha arrecato lutti a molte famiglie, i cui membri, in numero sempre crescente, sono stati assassinati, feriti e perseguitati.

3. Il gruppo di famiglie immensamente ricche, le cui imprese vivono grazie ai progetti finanziati dallo Stato, attraverso le tasse pagate dalla cittadinanza e il denaro proveniente dai Paesi amici, dovrebbe spiegare al popolo honduregno le cause e le ragioni che lo hanno indotto a promuovere il colpo di Stato contro il governo di José Manuel Zelaya Rosales.

4. Crediamo che nessun bene materiale valga la vita di tante persone che, per ordine di Roberto Micheletti Baín, del capo di Stato Maggiore Congiunto, Generale Romeo Vásquez Velásquez, del  ministro di Sicurezza Jorge Alberto Rodas Gamero, del consigliere Billy Joya, eseguito da cattivi agenti della Polizia nazionale, sono state assassinate nel tentativo di impedire le manifestazioni popolari.

5. Ricordiamo a tutti i cittadini che nessuno deve obbedienza a un governo usurpatore e che nessuno deve obbedire all’ordine di uccidere essere umani (cfr. Cost. Art 3).

6. Indichiamo il signor Roberto Micheletti Baín, l’attua-le Congresso Nazionale e i magistrati della Corte Suprema di Giustizia come responsabili di tutti i danni arrecati a persone e beni dopo questo colpo di Stato.

7. Come presbiteri, esprimiamo la nostra solidarietà nei confronti del nostro fratello nel sacerdozio ministeriale p. Andrés Tamayo, difensore dei nostri boschi e profeta di questi tempi, ed esigiamo che la Chiesa cattolica offra sostegno ai poveri e non al gruppo economicamente ricco.

8. Il colpo di Stato è il frutto dell’ingiusta distribuzione della ricchezza, che genera in Honduras profonde disuguaglianze nell’alimentazione, nel lavoro, nell’educazione, nella salute, nella possibilità di espressione e di partecipazione cittadina, giacché l’80% del nostro popolo è nuovamente vittima di un gioco di potere in cui vuole imporsi la superbia di chi possiede il denaro.

9. Interpellati dal clamore di molti fratelli cattolici e non cattolici, che si aspettano da noi una parola profetica, in difesa della verità e della giustizia, illuminando a partire dalla fede le attuali circostanze e accompagnando il popolo nella sofferenza della sua lotta rivendicativa, citiamo le parole del nostro amato papa Benedetto XVI: “Volere il bene comune e adoperarsi per esso è esigenza di giustizia e di carità. Impegnarsi per il bene comune è prendersi cura, da una parte, e avvalersi, dall'altra, di quel complesso di istituzioni che strutturano giuridicamente, civilmente, politicamente, culturalmente il vivere sociale, che in tal modo prende forma di polis, di città” (cfr. Caritas in veritate n. 7).

Le parole di Nostro Signore Gesù Cristo consolano il popolo sofferente. “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. (...). Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati” (Cfr. Mt 5, 3-6).

10. Questo colpo di Stato ha offerto l’occasione di sollecitare l’aiuto di tutti i Paesi dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, perché tutti i Paesi del mondo si sono resi conto del modo in cui si amministrava e si governava l’Honduras e di come i loro aiuti economici venissero usati per lo sviluppo sociale ed umano del nostro Paese. Lanciamo un S.O.S. a tutti gli uomini e le donne di buona volontà. Non abbandonate 5 milioni di poveri e due milioni e mezzo di honduregni indigenti, oppressi oggi da una dittatura militare con cui hanno serrato le fila i traditori della Patria.

11. Ringraziamo il Brasile per aver offerto asilo diplomatico al presidente dell’Honduras José Manuel Zelaya Rosales.

12. Trattandosi della nostra patria, non riposeremo finché non verrà ristabilito l’ordine costituzionale interrotto dal colpo di Stato. Con la Parola di Dio, l’insegnamento, la convivenza, la preghiera e soprattutto la celebrazione della Santa Messa, contiamo di vincere (cfr. At 2,42-47).

13. Non abbiamo nemici: se qualcuno ci avversa, è in odio alla religione cattolica, a cui appartiene l’immensa maggioranza di questa regione occidentale dell’Honduras.

14. L’appartenenza a un partito politico non deve venire prima dell’appartenenza alla Chiesa, quando si tratta di difendere la gente povera contro l’ingiustizia sociale.

 15. Vi riportiamo cosa dice papa Benedetto XVI sulla teologia che dobbiamo professare nell’ambito della sfera socio-economico-politica. La dottrina sociale della Chiesa “è ‘caritas in veritate in re sociali’: annuncio della verità dell'a-more di Cristo nella società. Tale dottrina è servizio della carità, ma nella verità. La verità preserva ed esprime la forza di liberazione della carità nelle vicende sempre nuove della storia. È, a un tempo, verità della fede e della ragione, nella distinzione e insieme nella sinergia dei due ambiti cognitivi. Lo sviluppo, il benessere sociale, un'adeguata soluzione dei gravi problemi socio-economici che affliggono l'umanità, hanno bisogno di questa verità. Ancor più hanno bisogno che tale verità sia amata e testimoniata. Senza verità, senza fiducia e amore per il vero, non c'è coscienza e responsabilità sociale, e l'agire sociale cade in balia di privati interessi e di logiche di potere, con effetti disgregatori sulla società, tanto più in una società in via di globalizzazione, in momenti difficili come quelli attuali” (Caritas in veritate n. 5).

16. Vi esortiamo a perseverare, nelle comunità ecclesiali di base, per portare avanti la pastorale popolare che abbiamo intrapreso in tutte le parrocchie.

17. Con la potente protezione di Nostra Signora di Suyapa, Ausiliatrice dei cristiani, siamo sicuri che vivrete liberi da ogni debolezza del corpo e dell’anima.

18. Con la benedizione di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, ricevete anche la nostra.

I vostri fratelli e amici del clero della diocesi di Santa Rosa de Copán.

24 settembre 2009

Mons. Luis Alfonso Santos

Vescovo della Diocesi di Santa Rosa de Copán

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