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Cattiva madre

- Arroccandosi sulla difesa del clero e del papa, la Chiesa dimostra di non comprendere l'abisso nel quale rischia di precipitare

Tratto da: Adista Contesti n° 34 del 24/04/2010

José María Castillo, teologo. Tratto dal  blog del teologo “Teología sin censura” (5/4/2010). Titolo originale: “Me da pena la iglesia”

 

Che pena ho per questa Chiesa! Lo confesso pubblicamente: sento molto dolore dentro di me per quello che sta succedendo all’interno di essa. Nel momento in cui più infuriano le denunce pubbliche dei tribunali di Paesi così diversi, dal Cile al Canada, dagli Stati Uniti alla Spagna, e sappiano che si tratta di abusi umilianti contro creature innocenti, abusi che sono sistematicamente occultati alla giustizia e all’opi-nione pubblica per decisioni emanate dal più alto vertice della Chiesa cattolica, ieri, domenica della Pasqua di Resurrezione, il cardinale Angelo Sodano ha detto in pubblico al papa: “La Chiesa è con lei, dolce Cristo in terra”.

E ha sottolineato lo stesso cardinale: “È con lei il popolo di Dio, che non si lascia impressionare dal ‘chiacchiericcio’ del momento, dalle prove che talora vengono a colpire la comunità dei credenti”.

È questo che mi produce profonda tristezza. Perché – lo ripeto – la Chiesa è per me molto importante. E l’amo con tutta la mia anima. In realtà, secondo quanto insegnano i papi da secoli, la Chiesa non è solo il papa, ma tutto il popolo credente in Gesù Cristo. In questa Chiesa, nella quale siamo più di mille milioni di credenti, molte creature indifese e innocenti sono state vittime di abusi orribili, delitti molto gravi.

Ma ora vediamo con stupore che, se il cardinale Sodano ha ragione, il clero sta non con chi è stato vittima dei citati abusi, ma con la suprema autorità che ha imposto il silenzio su questi abusi. Il papa è il “Santo Padre”. Padre di chi? Tutti noi cattolici lo chiamiamo “Padre”. Ma non è più logico, più ragionevole, più umano che un padre stia dalla parte dei suoi figli più deboli, i più umiliati, i più scandalizzati? Cos’è quello che veramente importa al papato e ai suoi vescovi: l’immagine pubblica del papa o la protezione di creature indifese la cui onorabilità e i cui diritti sono stati umiliati e calpestati?

Mi domando, con ansia e stupore: dove va questa Chiesa? Che credibilità le rimane? Con quale autorità morale può parlare ancora di dignità, sincerità e trasparenza di fronte al mondo e alla società? Se alla Chiesa interessa di più la sua stessa immagine e il suo prestigio che i diritti di quelli che sono stati profanati dai suoi stessi dirigenti (preti, religiosi, vescovi che hanno coperto i delinquenti…), come possiamo vedere in questa istituzione il “corpo di Cristo” e ascoltare nella loro voce la parola di Gesù?

Mi costa molto credere che la Chiesa è “Madre”. Perché una buona madre si preoccupa prima di tutto dei suoi figli più deboli e meno tutelati. Per favore!, che non ci dicano più che questa Chiesa, che parla così in pubblico, è nostra madre. Dicendo questo, offendono tutte le madri di questa terra. E che non ci ripetano più che i panni sporchi si lavano in famiglia e non si stendono per strada. No, mille volte no! Qui c’è in gioco qualcosa di molto più grave: migliaia di creature distrutte e l’autorità della Chiesa a terra! Non è il momento che Benedetto XVI si dimetta? Non dimostra, questo, che la Chiesa intera deve affrontare questa situazione in altro modo? Non è evidente che la Chiesa è governata da uomini incompetenti che si attaccano all’infantile pretesto di “uscirne bene” senza rendersi conto di essere sull’orlo di un precipizio?

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